Retroscena

Il procedimento al Collodio: come un fotografo è riuscito a fissare Greta Thunberg su vetro

Dominik Bärlocher
14.10.2019
Traduzione: Leandra Amato

L'attivista contro i cambiamenti climatici Greta Thunberg non solo aiuta un fotografo a diventare famoso in tutto il mondo, ma con due ritratti riporta alla luce una tecnica fotografica quasi dimenticata.

Attraverso l'assenza di colori simili all'HDR (la felpa blu con cappuccio o le sneaker blu), Balkowitsch crea immagini dall’effetto leggermente inquietante e anacronistico, che sembrano inseguire lo spettatore. Quando Greta Thunberg viene fotografata con il vecchio procedimento, ha un aspetto completamente diverso. Deciso.

Non sorridere, per favore

Breve excursus storico. Nel 1851 la rivista «The Chemist» pubblica un articolo sull'invenzione di un certo Frederick Scott Archer. Figlio di un macellaio originario di Hertford, Inghilterra, Archer fu l’inventore del cosiddetto procedimento al Collodio. Tuttavia, a parte questa informazione, poco si sa della sua vita e del suo lavoro.

Il procedimento al Collodio ha reso la fotografia, allora ancora agli esordi, più accessibile al mondo intero, sebbene il metodo stesso fosse e sia tuttora piuttosto delicato.

È ora della foto. La persona di fronte all’apparecchio fotografico deve rimanere ferma per almeno qualche secondo, senza neppure battere le palpebre. Qui entra in ballo la componente giocosa del fotografo. A seconda dell'aspetto desiderato per l’immagine, la lastra viene esposta più o meno a lungo.

Il lungo tempo di esposizione è responsabile del fatto che le persone nelle vecchie immagini raramente ridono e spesso hanno lo sguardo fisso.

Dopo lo scatto fotografico tutto va molto più spedito. Una lastra può essere sviluppata in 15 secondi, ma è necessario un occhio allenato affinché il fotografo non sviluppi eccessivamente o sottosviluppi la lastra. Segue poi il bagno in cianuro con il quale si arresterà il processo chimico di sviluppo e si fisserà quindi l'immagine. In questa fase, il negativo cambia colore da un blu freddo al caratteristico seppia caldo.

Se un fotografo vuole scattare foto all’esterno con apparecchi fotografici per lastre al collodio, deve avere con sé una camera oscura in modo da poter sviluppare le foto sul posto. Ecco perché molti dei cosiddetti fotografi «wet plate» hanno un furgone il cui retro è stato trasformato in un laboratorio fotografico.

Il cianuro non è l'unico antagonista del fotografo. Il nitrato d'argento macchia la pelle e gli indumenti, motivo per cui i fotografi wet plate lavorano spesso con abiti e guanti macchiati.

A proposito, è noto anche un altro dettaglio su Frederick Scott Archer: morì povero, anche se passò alla storia come pioniere della fotografia moderna. Questo è dovuto al fatto che non ha mai brevettato la sua invenzione, ossia il procedimento al Collodio.

Red Molly: l’apparecchio fotografico di Balkowitsch

Shane Balkowitsch indica come e con cosa ha lavorato per creare l'immagine in alto:

  • Lente Carl Zeiss Tessar da 300 mm
  • Apparecchio fotografico Alessandro Gibellini
  • f/11
  • Esposizione di 2 secondi
  • Argento puro su vetro nero
  • 20,32 x 25,4 cm

Per quanto antica possa essere la tecnica, altrettanto nuova è la tecnologia con cui la Gibellini produce i propri apparecchi fotografici. L'azienda, attiva dal 2012 e con sede a Polinago, vicino a Bologna, utilizza moderni apparecchi CNC e stampanti 3D durante la produzione.

Greta Thunberg, gli Indiani d'America e le vecchie foto

Shane Balkowitsch descrive il servizio fotografico con Greta Thunberg come un’avventura. Sebbene avesse avuto poco tempo, per nessuna ragione avrebbe voluto perdere questa opportunità.

«Lo sto facendo perché a voi adulti non frega niente del mio futuro».

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Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.


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