Retroscena

Teardown iPhone 11 Pro Max: più bello dentro che fuori!

Dominik Bärlocher
25.1.2020
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Come mai l’iPhone 11 Pro Max ha un doppio rialzo nella fotocamera? Un teardown non fornisce risposte, ma una supposizione: Apple si fa spazio per l’iPhone 12.

L’iPhone 11 ha creato discussioni soprattutto per una decisione di design: il doppio rialzo della fotocamera. Sulla parte posteriore è posizionato un rilievo su cui vengono incastonate le fotocamere. Caratteristica che troviamo in quasi tutti gli smartphone. Il cosiddetto «Camera bump» facilita il sollevamento dello smartphone e contribuisce ad evitare che si vada a toccare continuamente la fotocamera con le dita.

Ma Apple ha aggiunto un ulteriore rialzo per ogni fotocamera sul rilievo. È curioso, Apple si impegna sempre in modo superlativo con il design. Gli appassionati, come anche i critici, giustificano il prezzo elevato parzialmente anche con il design. E chi ha sentito parlare l’ex capo progettista Apple Jony Ive sulle idee dietro ai design Apple, sa che Apple non lascia nulla al caso quando si tratta di design.

Bello. Semplice. Complessità resa facile. Questi sono i principi su cui si è basato il lavoro di Ive, e che continuano ad essere pilastri Apple importanti – anche dopo che la collaborazione con Ives è definitivamente cessata, nel novembre del 2019. Perché queste idee sono ottime, molto efficienti e di successo.

E allora perché quell’obbrobrio del doppio rialzo nella fotocamera dell’iPhone 11? Speriamo che il teardown porti risposte. Ma alla fine ci rimane una domanda e un’ipotesi: per la fotocamera, Apple ha in mente grandi cose nel futuro.

Strada verso l’interno, parte 1: ammirazione per due viti

Strada verso l’interno, parte 2: un libro al contrario

Per riuscire ad arrivare all’interno di un iPhone, ti serve un fon ad aria calda e una lama (accertati che non sia tagliente). Alcuni avvertimenti:

Una volta che hai riscaldato l’iPhone con il fon – da una distanza di circa 20cm, per circa 30 secondi –, puoi applicare una ventosa allo schermo, afferrare i bordi del cellulare con le dita (attenzione: è caldo) e provare a separare i due elementi. Con cautela. Ti accorgerai presto se il display si lascia disconnettere dal resto. Se non si muove nulla, ripeti la procedura con il fon.

Una volta che hai disgiunto la parte sinistra, inferiore e superiore, puoi aprire l’iPhone come un libro (al contrario).

La bellezza della tecnologia

Ciò che vedono i miei occhi mi fa semplicemente amare l’iPhone. La parte di me che ama la tecnologia è estasiata. La bellezza dell’interno dell’iPhone non l’ho scovata in nessun altro smartphone aperto finora. È decisamente più bello da dentro che da fuori.

La maggior parte dello spazio interno è occupato dalla batteria. Apple non è stata tirchia l’anno scorso, l’iPhone 11 è persino più spesso rispetto ai suoi predecessori. L’iPhone XS Max misurava infatti 7,7 mm di spessore, mentre l’iPhone 11 Pro Max ne misura ben 8,1 mm. Lo spazio extra è stato usato soprattutto per massimizzare la potenza della batteria.

Nel margine superiore e inferiore sono integrati gli array di microfono e altoparlanti. E l’Apple Taptic Engine, il motore di vibrazione dell’iPhone.

Appare quasi irrilevante, l’effettivo iPhone che troviamo sul lato. Il pezzo su cui è incentrato l’intero cellulare: la scheda madre. Su quest’ultima troviamo i cosiddetti «lego connectors», che collegano i componenti alla scheda madre tramite cavi. È qui che si riconosce quanto sia ristretto lo spazio. I lego connectors sono stratificati, quindi ne troviamo uno sopra l’altro. Anche in questo caso: problema risolto magistralmente.

La frustrazione con le viti

Se vuoi riparare l’iPhone, ti consiglio vivamente di riporre le viti rimosse in modo organizzato. Altrimenti farai una fatica tremenda a ricomporre il cellulare. Sarebbe una figata se Apple scegliesse di impiegare un solo tipo di cacciavite – la riparazione sarebbe molto più semplice.

La vasca nella vasca

Ora sì che diventa interessante. Dopo che la fotocamera frontale è rimossa, ho via libera sul sistema fotografico con il doppio rialzo. Noto qualcosa già mentre lo smonto. C’è una cornice piuttosto massiccia nel primo rialzo della fotocamera.

Sembra abbastanza fuori luogo. È massiccio, sembra tutt’altro che voluto ed è spaventosamente grossolano. Finora, l’iPhone era un’opera d’arte filigrana e dal design ben meditato. E ora questo pezzo di metallo. Ma perché? Senza questo pezzo, l’iPhone sarebbe sia più leggero, sia più sottile. Apple poteva risparmiare questo spazio.

Ma forse è proprio questo il punto. Apple non lascia nulla al caso. Forse Apple non voleva risparmiare questo spazio.

L’ipotesi: spazio per il futuro

Con cosa si può riempire lo spazio extra?

La produzione di uno smartphone, dalla concezione alla distribuzione sul mercato, dura circa due anni. Lo sviluppo della tecnologia impiegata, però, dura spesso di più. Sono regole generali impiegate nelle analisi, ma sono dibattute. Alcuni dicono che serve più tempo, altri sostengono che il modo di procedere sia più spontaneo. Io stesso ho falsamente attribuito un modo di procedere spontaneo a Sony, mentre ragionavo sulla veridicità industriale del Sony Xperia 1.

Per questo è possibile che sappiano come sarà l’iPhone 12 già da prima che uscisse l’11. Rimanendo sulla stessa linea di pensiero, è possibile che l’iPhone 11 si sia dovuto adattare al design concepito per il 12 – per questo il doppio rialzo della fotocamera sembra essere ancora privo di senso.

Apple potrebbe integrare questi due sistemi, e un terzo precedentemente brevettato, nell’iPhone 12. Ma con i brevetti è sempre la stessa storia: la loro esistenza non implica l’effettiva messa in pratica. Però indicano in quali campi Apple sta investendo le sue risorse.

In combinazione con l’orribile pezzo di metallo all’interno dell’iPhone 11 Pro Max, si può ancora aggiungere qualche particolare agli abbozzi per il futuro.

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Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.


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