Retroscena

Sonos vs Google: mezza vittoria per Sonos

Google ha violato cinque brevetti di proprietà di Sonos. È quanto ha stabilito un giudice al momento. Se dovesse subire una condanna, Google potrebbe essere confrontata con un divieto di vendita dei suoi dispositivi.

Un giudice della US International Trade Commission (ITC) ha stabilito in prima istanza che Google ha violato i brevetti di Sonos, azienda specialista di dispositivi audio. La disputa riguarda principalmente gli altoparlanti intelligenti. Il verdetto è ora in fase di revisione.

Il 13 dicembre, l'ITC darà la sentenza definitiva.

Cosa è successo finora

Nel gennaio 2020 Sonos ha innescato un botta e risposta legale con Google. La causa mette a dura prova vari dispositivi Google, come gli smartphone Pixel e gli altoparlanti di rete.

Come si è arrivati a questo? Per rendere i servizi di Google compatibili con gli altoparlanti Sonos, il BigG poteva visionare i progetti di Sonos già nel 2013, incluse le tecnologie per la riproduzione audio sincrona tra più dispositivi, il controllo del volume e la connettività WiFi. Secondo l’accusa, Google avrebbe così potuto copiare la tecnologia di Sonos.

In Germania, Sonos è già riuscita a ottenere un decreto nel maggio di quest'anno che vieta la vendita di prodotti con tecnologia Google Cast, come lo smartphone Pixel 4a e l'altoparlante Nest Audio. Tuttavia, Google ha continuato a vendere i dispositivi online.

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Cosa rischia Google in caso di sentenza definitiva?

In caso di violazione dei brevetti, l'ITC potrebbe vietare l'importazione di merci negli Stati Uniti. Dal momento che Google produce molti dispositivi in Asia, si teme un blocco di vendite su larga scala degli hardware del BigG, inclusi gli smartphone e le chiavette Chromecast per lo streaming. Di conseguenza, il grande business natalizio di Google sarebbe in pericolo.

Da quando è stata pronunciata la sentenza preliminare dell'ITC, le azioni Sonos sono salite del 4,6%. Lo specialista audio Sonos chiede una compensazione finanziaria e il divieto di vendita di altoparlanti, smartphone e computer portatili di Google negli Stati Uniti. Non è la prima volta che Sonos avanza tali pretese nei confronti di Google.

Google risponde a tono

Nel frattempo, il gigante dei motori di ricerca contesta di non aver violato alcun brevetto di Sonos con le sue tecnologie e lancia una contraccusa, sempre di violazione di brevetto.

Nel giugno dello scorso anno, Google aveva già mosso una causa contro Sonos, sostenendo che quest'ultimo utilizzasse la sua tecnologia brevettata per software, rete, ricerca, elaborazione audio, gestione dei media digitali e streaming senza pagare una tassa di licenza.

Sonos Voice Control?

Per Sonos, la sentenza preliminare nei confronti di Google arriva in un buon momento. Secondo vari articoli, l’azienda specialista di soluzioni audio avrebbe infatti condotto un sondaggio clienti per scoprire se preferirebbero usare un assistente vocale diverso. Molti dispositivi Sonos sfruttano Google Assistant e Alexa.

Ma secondo alcune voci, Sonos vorrebbe lanciare un proprio assistente vocale chiamato Sonos Voice Control, che probabilmente sarebbe in grado di fare più o meno lo stesso degli assistenti vocali attuali.

Un botta e risposta continuo

Secondo una dichiarazione di Sonos a The Verge, queste sentenze preliminari sarebbero solo l’inizio di una grande battaglia. Sonos vuole difendersi dal monopolio tecnologico del BigG e intende fare causa a Google con ulteriori casi di violazione di brevetti.

Ma Sonos accusa anche altre aziende concorrenti. Nel 2019 ad esempio, la società ha mosso un’accusa contro Bluesound per oltre 100 violazioni di brevetti. Nel 2018 anche Denon era stata accusata, ma ha trovato un accordo extralegale con Sonos. In quel caso si parlava solo dei sistemi multiroom Denon HEOS. Ma non è tutto: l’anno scorso anche Amazon è stata accusata di violare i brevetti di Sonos con i suoi altoparlanti Echo, ma poi Sonos ha deciso di concentrarsi innanzitutto sull'azione legale contro Google.

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