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Fuck you, pubblicità: la necessità di un ad blocker nell’Internet moderno

Dominik Bärlocher
4.12.2019
Traduzione: Nerea Buttacavoli

L’Internet è stracolmo di pubblicità. È assurdo. Se ne può fare a meno. E se ne può fare a meno anche senza che ne risentano i contenuti.

Ne ho abbastanza. È ora di andare contro alle condizioni d’uso di grandi imprese e aziende senz’anima. Perché se i così chiamati esperti del settore pubblicitario e del web design non ce la fanno nella loro impresa di rendere la navigazione anche solo lontanamente piacevole, allora dovremmo farlo noi stessi.

Riconquistiamo il nostro Internet. È ora.

Fuck you, Independent.co.uk

The Independent non è un giornale con sito web come NZZ o un sito web con giornale come 20min. L’unica pubblicazione della rivista indipendente è sul sito web, da quando ha sospeso la stampa nel 2016.

Il problema? L’articolo su Maisie Williams e i suoi aneddoti divertenti sul set vengono mostrati così.

Su uno schermo intero, rimane solo una frase del contenuto che voglio leggere. Se escludiamo l’intestazione e facciamo una suddivisione tra pubblicità e contenuti – sono generoso e conto gli spazi bianchi come contenuti – il risultato è tragico.

  • Estensione dello screenshot, come si vede in questo articolo: 1083 Pixel
  • Altezza intestazione e menu Android: 134 Pixel

*Altezza contenuto con spazi bianchi inclusi: 200 Pixel

  • Pubblicità sopra (uomo dormiente e posta svizzera): 424 Pixel
  • Pubblicità sotto (Western Union e Arc’teryx): 325 Pixel

18.47% di contenuto su 81.53% di pubblicità. Se contiamo l’intestazione come contenuto, il risultato è un po’ meno tragico: 30.84% di contenuto sullo schermo.

Gli utenti vigili hanno notato che The Independent non si accontenta di 81.53% di pubblicità. L’uomo addormentato si sovrappone alla pubblicità della posta e Arc’teryx si sovrappone alla pubblicità di Western Union.

Facciamo davvero?

Fuck you, Chrome mobile

Fra poco parleremo di PC e Mac. Il problema principale sono gli smartphone. La grandiosa invenzione che la mattina sui mezzi mi porta a pensare «Hmmm...Maisie Williams dice cose. Andiamo a vedere quali cose dice», anche se dopo non ho neanche un briciolo d’informazione in più.

Possiamo semplificare le cose. Alcuni sviluppatori ingegnosi si sono procurati Chromium, la versione aperta di Google Chromes e hanno installato un ad blocker fisso.

Per Android e Apple iOS

Per Android e Apple iOS – su iPhone e iPad –, come anche per PC e Mac, esiste Brave. In questo modo il Browser diventa una grande concorrenza, funzionando più o meno allo stesso modo su tutti i dispositivi.

Il risultato:

Brave offre, inoltre, anche diversi strumenti per la privacy, che ti rendono leggermente più libero durante la navigazione. Non anonimo! Solo perché non vieni tracciato durante la navigazione, non vuol dire che puoi navigare senza essere riconosciuto. Ciononostante: Brave è una gran bella cosa.

Per Android: Kiwi Browser

Per Android esiste Kiwi Browser, non è solo un buon ad blocker, ti mette a disposizione anche un Dark Mode. È piuttosto affidabile e ti permette di navigare con la modalità scura.

Kiwi Browser viene codificato in Estonia e offre impostazioni di cui altri browser possono solo sognare. Puoi scegliere quali pubblicità vedere e anche in quali circostanze. Inoltre: Puoi installare estensioni dal Webstore Chrome.

Per iPhone: SnowHaze

Anche SnowHaze ha il Dark Mode. È un po’ insolito le prime volte, ma funziona.

Yvan e Co. guadagnano con la loro SnowHaze VPN, il che significa che il browser è disponibile gratuitamente. La VPN è integrata anche nell’applicazione, che semplifica notevolmente il suo utilizzo.

Fuck you, pubblicità sul desktop

La pubblicità non ci infastidisce solo sul telefono, ma anche sul desktop. Se ancora utilizzi Internet Explorer o Edge, ti consiglio di cambiare browser e sceglierne uno su cui puoi installare un ad blocker, come Firefox e Google Chrome.

Con Edge, The Independent è visualizzato così:

Wingo può andare a fare un giro. Non importa quanto sia buona e conveniente l’offerta, io voglio leggere di Maisie Williams. Solo di Maisie Williams. Non voglio pubblicità animata e quant’altro.

Ad block con Google Chrome

Google Chrome ha il proprio Web Store su cui vengono proposti diversi ad blocker. Ogni tanto qualcuno ha da ridire e se ne esce gridando al virus, ma mi trovo bene da anni con il seguente Setup.

L’avventura imbarazzante di Maisie appare così:

Ci sta.

Ad block con Firefox

Anche Firefox ha una vasta scelta di Add Ons. Tra questi Adblocker Ultimate, che risolve problemi in modo persistente.

Uguale a Chrome. Quindi ci sta.

Adblocking fuori dal comune con Brave

Brave è molto più avanti rispetto ai due grandi browser. Se installi Brave – puoi farlo anche in ufficio, non servono diritti da amministratore –, il browser blocca la pubblicità in modo permanente.

Ancora meglio: Brave aggira la maggior parte dei blocker di ad blocker, utile, dato che alcuni siti non vengono visualizzati se hai installato un ad blocker. O metti la pagine sulla whitelist o disattivi completamente il tuo ad blocker.

No.

Brave blocca anche il video che viene riprodotto automaticamente.

Fuck you, industria pubblicitaria

Internet si affida alla pubblicità, si dice. La pubblicità favorisce il dialogo e la libertà in Internet. La pubblicità consente ai tuoi youtuber preferiti di stare a galla. La pubblicità è l’unica cosa che garantisce la sussistenza alla tua rivista preferita.

Cazzate.

Sai cosa garantisce la sussistenza alla tua rivista preferita e ai tuoi youtuber? Soldi. Non il popup di una o due pubblicità durante il video. Soldi. Quelli che hai nel portafogli o sul conto.

Oppure: Fai come Republik. La rivista offre una prova gratuita di 14 giorni se indichi il tuo indirizzo e-mail. Questo meccanismo è facile da aggirare. Dopodiché die Republik costa 240 franchi all’anno, senza pubblicità. Bello.

In breve: Internet senza pubblicità è possibile. Basta volerlo.

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Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.


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