Luca Fontana
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Bravia 8 Mark II: il ritorno di Sony agli OLED è quasi un successo completo

Luca Fontana
25.7.2025
Traduzione: Martina Russo

Sony è rientrata nel mercato degli OLED. E alla grande! Il Bravia 8 Mark II non punta a stupire, ma si fa apprezzare per la qualità super nitida delle immagini, un design intelligente e un suono notevole. Basta per conquistare lo scettro?

Premessa-disclaimer: il televisore, versione da 65 pollici del Bravia 8 Mark II, mi è stato fornito da Sony per il test. Tuttavia, Sony non influisce in alcun modo sul risultato del test, sulla mia valutazione e sulla procedura di prova.

Era il 2023 quando Sony se ne uscì con l'A95L, il miglior televisore che provai quell'anno. Senza ombra di dubbio. Aveva proprio tutto: colori fantastici, lavorazione eccellente e una qualità delle immagini che faceva apparire datati persino i QD-OLED di Samsung.

E poi? Nient'altro. Nel 2024 Sony è scomparsa. Con il Bravia 9 ha preferito concentrarsi sul settore degli LCD, mentre LG sperimentava con gli strati di microlenti e Samsung puntava sui QD-OLED. A un anno di distanza, Sony è tornata alla grande.

Il Bravia 8 Mark II promette infatti di spazzare via tutto quello che gli capiterà davanti allo schermo. Nessun restyling e nessuna trovata a effetto: solo un televisore pronto a dimostrare che Sony è ancora al top. Più luminosità, nuovi accorgimenti software, l'apprezzata potenza QD-OLED. La vera domanda è: tutto questo sarà sufficiente per riconquistare lo scettro nel 2025?

Design: look industriale ma con stile

A livello esclusivamente estetico, Sony resta fedele a se stessa anche nel 2025. Il Bravia 8 Mark II assomiglia moltissimo al suo predecessore, il che non è assolutamente un male. Anche stavolta Sony ha optato per dei piedini leggermente piegati verso l'interno. Un look che si mantiene industriale, ma un pelo più elegante rispetto all'anno scorso.

Il tutto è comunque molto pratico. I piedini si trovano all'estrema sinistra e destra, non al centro come nei modelli di molti altri produttori. In questo modo avanza dello spazio: spazio anche per i mobili porta TV più grandi. E soprattutto spazio per le soundbar. Tra il bordo inferiore del pannello e il mobile ci sono circa otto centimetri: abbastanza per la maggior parte delle barre acustiche.

E chi non ha una soundbar? I piedini si possono anche montare piatti, così da dare l'impressione che il televisore poggi direttamente sul mobile. Zero distanza, zero distrazioni. È un dettaglio minimo, ma significativo che dimostra che Sony non trascura nulla.

Veniamo alle specifiche. Sony Bravia 8 Mark II ti offre:

  • 4 porte HDMI 2.1, una con eARC (HDMI 3)
  • 2 porte USB-A 2.0
  • 1 uscita per Toslink
  • 1 porta LAN
  • 1 slot CI
  • connessioni dell’antenna
  • Bluetooth 5.3
  • WiFi 6
  • controllo vocale: assistente Google
  • Chromecast incorporato

Tutti e quattro gli ingressi HDMI supportano HLG, HDR10 e Dolby Vision. Manca solo l'HDR10+. Peccato. Ma la sua diffusione è comunque molto limitata, anche se Netflix sta pensando di adottarlo in futuro. Per contro, una caratteristica molto positiva è la funzione pass-through per i segnali audio Dolby Atmos e DTS.

A proposito di suono...

Acoustic Surface garantisce un suono eccellente

Se dipendesse da Sony, non ti servirebbe nemmeno una soundbar per l'audio. La casa giapponese punta ormai da anni sulla propria tecnologia audio «Acoustic Surface Audio+»: quattro driver integrati dietro il televisore non fanno vibrare l'aria come i tradizionali altoparlanti, bensì il pannello stesso:

  • 2 attuatori (da 20 watt ciascuno)
  • 2 subwoofer (da 10 watt ciascuno)

In senso stretto, si tratta quindi di un sistema 2.2. Ma l'upscaling digitale 3D surround rende il suono ancora più potente. E il sistema funziona incredibilmente bene: nessun altro televisore produce un suono così pieno e cristallino con i propri altoparlanti interni. Per avere un vero suono surround ti serve comunque un sistema home cinema, ma come TV con audio integrato la soluzione Sony è ancora inarrivabile.

Ed è anche pratica, perché chi possiede un impianto hi-fi può utilizzare il televisore direttamente come altoparlante centrale. Se invece si preferisce utilizzare una soundbar, sempre di Sony, il televisore riprodurrà gli alti. Ciò alleggerisce il carico della soundbar Sony, che ha quindi maggiori capacità di elaborazione per migliorare il suono nelle frequenze medie e basse. Ancora una volta, si vede che Sony fa le cose per bene.

Valori misurati: molto luminoso, sempre cool

Andiamo alle misurazioni. Ho misurato tutte le modalità dello schermo del televisore senza eseguire la calibrazione, ovvero nello stato in cui l'apparecchio esce dalla confezione. Ho cambiato solo un'impostazione.

  • Movimento: in «Motion Flow» ho impostato la «Modalità film» su «Bassa» affinché l'immagine risulti più fluida e meno sgranata.

Come lo scorso anno, i valori migliori per tutti i tipi di contenuto sono quelli che si rilevano nella modalità Dolby Vision. Tranne che per i videogiochi, per i quali dovresti sempre utilizzare la modalità gaming a causa dell'input lag.

La luminosità massima

Sony, che punta sullo stesso materiale di Samsung, è quindi più cauta sul lato software. Probabilmente per evitare il surriscaldamento e quindi il burn-in.

A titolo di confronto: un OLED di fascia media come il Philips 809 raggiunge un massimo di 906 nit, scendendo a circa 160 nit a schermo intero. È evidente che il Bravia 8 Mark II è di tutt'altro livello.

Bilanciamento del bianco, colori e toni di grigio

Il valore DeltaE medio si aggira intorno a poco più di 3, che è comunque inferiore al massimo accettabile di 5. Prestazioni, quindi, davvero eccellenti. Per la maggior parte degli spettatori l'immagine risulta precisa e armoniosa, anche se i fissati della calibrazione potrebbero ancora ottimizzare alcuni punti e portare il valore più vicino a 1.

Per la copertura dello spazio colore ho rilevato questi valori:

  • Rec. 709: 100% (buona = 100%) – lo spazio colore standard per contenuti SDR come live TV, DVD e Blu-ray.
  • DCI-P3: 99,97% (buona = >90%) – lo spazio colore standard per i contenuti in HDR, ad esempio in HDR10 o Dolby Vision.
  • BT.2020: 86,45% (buona = >90%) – lo spazio colore del futuro. I contenuti attuali lo usano raramente o mai.

Sony raggiunge quasi il massimo in termini di copertura dello spazio colore. Non è poi così grave che il Bravia 8 Mark II manchi di poco l'obiettivo del 90% dello spazio colore BT.2020: anche l'OLED Tandem RGB di LG ha raggiunto «solo» il 76% circa, che è comunque un ottimo risultato per un televisore di fascia alta. Solo il Samsung S95F ha addirittura superato l'obiettivo con il suo 91,39%.

Rifrazioni

Le rifrazioni non si misurano direttamente, bensì si vedono. E il Bravia 8 Mark II dimostra che Sony ha tutto sotto controllo. Sebbene la superficie riflettente del vetro non sia opaca come quella del Samsung S95F, riduce visibilmente l'intensità delle fonti di luce diretta. Finestre, plafoniere o altri punti luce risultano meno abbaglianti, meno intensi e vengono delicatamente attenuati senza rendere l'intera immagine lattiginosa.

Di positivo c'è però che la quantità totale di luce riflessa è limitata. Il Bravia 8 Mark II riesce a ridurre la maggior parte dei riflessi al punto che non distraggono quasi per nulla dal contenuto. Se però ci tieni ad avere un nero profondo anche alla luce del giorno, ti conviene optare per un S95F opaco o un televisore a mini LED. Anche se, per essere un pannello OLED con rivestimento lucido, il risultato del Sony è comunque valido.

L'immagine: brillantezza senza effetti estremi

L'immagine che ti offre il Bravia 8 Mark II di Sony è incredibilmente luminosa per un OLED e ha colori super realistici già con le impostazioni di fabbrica, almeno teoricamente. Ma come si comporta alla prova pratica il nuovo modello di punta QD-OLED di Sony?

È ora di fare un confronto diretto. Oltre al Bravia 8 Mark II, ho testato nelle stesse condizioni anche gli attuali modelli di punta di Samsung e LG: il Samsung S95F e l'LG G5. Tre televisori di fascia alta, due diverse tecnologie OLED: una con punti quantici e l'altra con OLED tandem RGB. Quale offre l'immagine migliore?

Se vuoi dare un'occhiata ai test dettagliati degli altri due modelli, li trovi qui:

Resa cromatica

Qual è la differenza tra i tre migliori OLED a livello di resa cromatica? Li ho messi alla prova con scene tratte da «Guardiani della Galassia Vol. 2», «Avatar: la via dell'acqua» e «James Bond: Skyfall», tutti film molto impegnativi dal punto di vista visivo, con colori accesi, giochi di luce raffinati e tonalità della pelle difficili da riprodurre.

Fonte: Disney+, «Guardiani della Galassia Vol. 2» / «Avatar: la via dell'acqua» / Apple TV+, «James Bond: Skyfall»

Il Bravia 8 Mark II rimane fedele alla linea Sony: i colori sono neutri, precisi e mai eccessivi. I contenuti HDR beneficiano così di un'elevata luminosità e di un tone mapping raffinato, le sfumature della pelle appaiono differenziate, con una leggera freddezza tipica di Sony. L'S95F di Samsung, invece, risulta leggermente più caldo, saturo e morbido, avvicinandosi così un po' di più a ciò che LG offre con il suo G5.

A proposito di LG, il G5 risulta il più suggestivo dei tre: il palazzo di Ego in «Guardiani 2» risplende di un magico bagliore dorato, la giungla di «Avatar» è di un verde intenso e il volto di Bond in «Skyfall» assume una tonalità quasi nostalgica. Meno realistico, forse, ma bello.

Interessante notare che a livello di valori rilevati per la fedeltà cromatica, i tre televisori sono molto vicini tra loro. Il fatto che producano immagini così visibilmente diverse è dovuto probabilmente al formato HDR: Sony usa il Dolby Vision, mentre LG usa il Dolby Vision Filmmaker Mode. Invece Samsung rinuncia al Dolby Vision, puntando sull'HDR10 con il Filmaker Mode, che produce immagini leggermente più calde.

Livello di nero e gradazione della luminosità

Come se la cavano gli OLED di punta con scene di film particolarmente buie o molto luminose? L'ho testato con «Blade Runner 2049» e «Jurassic World», due film che fanno un uso estremi di ombre, luci intense e contrasti.

Fonte: UHD Blu-ray, «Blade Runner 2049» / «Jurassic World»

Nelle scene molto luminose la situazione si inverte: in «Jurassic World» mi piace di più l'LG G5. Il sole è una sfera visibile, il cielo e i riflessi di luce appaiono ben definiti e vivaci. Sony fa un buon lavoro, ma non in modo così evidente. E proprio il Samsung, che una volta voleva dimostrarmi quanto fosse mediocre la graduazione della luminosità di LG, che qui appare il più piatto. Ironia della sorte dei contrasti.

Il processore: veloce, pulito – ma non molto intelligente

Il processore è il cervello del televisore. Il suo compito principale è quello di ricevere, elaborare e visualizzare i segnali delle immagini. Il processore riconosce la scarsa qualità dell'immagine e cerca di migliorarla rimuovendo il rumore, migliorando i colori, smussando i bordi, rendendo più fluidi i movimenti e aggiungendo informazioni mancanti ai pixel.

Motion processing e judder

È ora di fare il test del judder. Il judder, ovvero quell'effetto a scatti o a sobbalzi visibile quando la telecamera si muove lentamente, è un fenomeno che può verificarsi con tutti i televisori. Il film «1917» di Sam Mendes, con le sue lunghe e fluide carrellate, è ideale per rilevare questo effetto. Quando fai il confronto guarda bene soprattutto le travi verticali del fienile: scorrono in modo fluido nell'immagine o sembra che vadano a scatti?

Fonte: Blu-ray UHD, «1917». Timestamp: 00:42:25.

Personalmente, lo ritengo un purismo eccessivo. LG, invece, riesce a rendere i movimenti fluidi e senza effetto soap opera. Samsung è una via di mezzo. In tutto questo, Sony si colloca all'estremità più conservatrice. Per i puristi, una posizione coerente. Per tutti gli altri, forse, si sente un po' la mancanza di fluidità.

Upscaling

Ora arriviamo a uno dei test più difficili: quanto il processore riesce a migliorare delle sorgenti di bassa qualità, come i vecchi Blu-ray, la TV in diretta o le serie come «The Walking Dead». Quest'ultima è stata volutamente girata su pellicola da 16 mm per creare quell'atmosfera post-apocalittica di distruzione grazie alla particolare grana della pellicola e al rumore d'immagine.

Fonte: Netflix, «The Walking Dead», stagione 7, episodio 1. Timestamp: 00:02:30.

Durante l'upscaling di contenuti HD o SD, tutti e tre i televisori offrono un'immagine eccellente. In questo ambito Sony è sempre stata forte e continua a esserlo. Il Bravia 8 Mark II offre immagini dalle linee nitidissime, texture uniformi e un rumore dell'immagine quasi impercettibile. Anche nelle aree scure, l'immagine rimane pulita senza che i dettagli spariscano o che compaiano artefatti.

Nel confronto diretto con il G5 di LG e l'S95F di Samsung, Sony è allo stesso livello. Entrambi i concorrenti presentano contorni leggermente più morbidi, ben visibili se si osserva con la lente d'ingrandimento la guancia di Negan in «The Walking Dead». In compenso, appaiono forse un po' più naturali, un po' meno «ottimizzati digitalmente».

Possiamo concludere che si tratta di tre televisori di alta gamma. Chiunque noti delle differenze, probabilmente calibra televisori per lavoro o ha urgentemente bisogno di un nuovo hobby.

Gaming: input lag e modalità Game

  • 4 porte HDMI 2.1 (4K 120Hz)
  • Auto Low Latency Mode (ALLM)
  • Frame rate variabili (HDMI Forum VRR)
Fonte: PS5, «Spider-Man 2», modalità 120 Hz, HDR, VRR e ray tracing attivati.

Controllo vocale: non c'è ancora la rivoluzione AI

Sony si mantiene decisamente cauta sul fronte del controllo vocale. È vero che il Bravia 8 Mark II funziona con Google TV, ovvero con il sistema operativo che entro la fine dell'anno sarà dotato del nuovo modello vocale Gemini di Google. Ma finora di tutto ciò non c'è traccia. Niente Gemini. Nessun dialogo intelligente. Niente ricerca semantica.

Ho comunque testato quello che è attualmente possibile e sono rimasto amaramente deluso. Mentre Samsung e LG stanno almeno tentando di integrare Copilot di Microsoft come assistente IA (con risultati piuttosto modesti), la soluzione di Sony sembra quasi preistorica. A ogni mia domanda cerca sempre di aprire dei video YouTube attinenti. Ricerca intelligente? Messaggio di errore. Comandi complessi? Impossibili.

Il potenziale Sony ce l'avrebbe, visto che ha praticamente Google e Gemini in casa. Ma è evidente che il grande aggiornamento del modello linguistico arriverà solo più avanti. Fino ad allora, anche in Sony l'idea di un assistente intelligente rimane più una promessa vuota che un reale valore aggiunto.

In breve

Un ritorno quasi perfetto

Il Bravia 8 Mark II è la nuova mossa vincente di Sony dopo un anno di lontananza dagli OLED. E che mossa. I giapponesi presentano un prodotto che non è certo rivoluzionario, ma che offre prestazioni eccellenti sotto quasi ogni punto di vista, rinunciando volutamente a espedienti ad effetto.

L'immagine? Luminosa, precisa e perfettamente calibrata. Soprattutto nelle scene scure, il Bravia 8 Mark II è la dimostrazione del perché Sony è il punto di riferimento da anni. Anche il suono risulta convincente, il design è ben studiato e la lavorazione di qualità. In pratica, è un televisore per chi non cerca effetti roboanti, ma classe da vendere.

Qualche punto critico c'è comunque: il calcolo delle immagini intermedie non piace a tutti e la luminosità sulle grandi superfici risulta un po' scarsa. Assegno ufficialmente 5 stelle su 5, poiché il sistema di valutazione mi vincola. In realtà sarebbero quattro e mezzo, perché Sony offre un pacchetto complessivo eccezionale, ma in termini di luminosità massima, calcolo delle immagini intermedie e prestazioni nel gaming è leggermente al di sotto degli OLED top di gamma di LG e Samsung.

Pro

  • Molto luminoso per essere un OLED
  • Ottima fedeltà cromatica già di fabbrica
  • Eccezionale qualità dell'immagine nelle scene buie
  • Acoustic Surface resta imbattuto nel segmento televisori
  • Upscaling pulito, ottima riproduzione di SDR e HDR

Contro

  • Un po' meno potente rispetto ai modelli LG e Samsung
  • Il controllo vocale è più frustrante che utile
Immagine di copertina: Luca Fontana

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Scrivo di tecnologia come se fosse cinema – e di cinema come se fosse la vita reale. Tra bit e blockbuster, cerco le storie che sanno emozionare, non solo far cliccare. E sì – a volte ascolto le colonne sonore più forte di quanto dovrei.


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