Debora Pape
Recensione

«Ara: History Untold» può ispirare davvero una veterana di «Civilization» come me

Debora Pape
23.9.2024
Traduzione: Martina Russo

Solo a prima vista «Ara: History Untold» può assomigliare a «Civilization». Il suo complesso sistema di produzione e altre caratteristiche del gameplay rendono però questo gioco di strategia diverso dal suo precursore più noto.

Il progetto di costruire la monumentale «Grande piramide di Giza» mi alletta ormai da tempo. Ma mi manca sempre qualche attrezzo in pietra: senza gli strumenti adatti non posso dare l'ordine di iniziare i lavori. Decido quindi di aiutare le mie officine ad accelerare la produzione dei pezzi mancanti con un po' di fondi prelevati dalle casse dello stato. Costruire la piramide mi darebbe grande prestigio.

Il principio di gioco ti sembra familiare? Hai ragione.

«Ara» è l'ennesimo clone di «Civilization»?

Parliamo brevemente dell'elefante nella stanza: «Civilization». Quello che hai appena letto avrei potuto scriverlo già nel 1991, quando uscì il primo gioco di «Civilisation». Da allora, l'omonima serie non solo definisce il genere grand strategy basato sui turni, ma lo domina interamente.

«Ara» è uno di quei giochi che a prima vista sembra un clone di «Civilisation». Oggettivamente, il 75% del gameplay, dell'interfaccia, dell'aspetto visivo e sonoro di «Ara» è «just another ‹Civilization›». Io stessa ho giocato a tutte le sezioni di «Civilisation» e quindi sono di parte. Questa recensione del gioco parlerà soprattutto di quello che rende «Ara» diverso.

In «Ara» la mappa del gioco è suddivisa in regioni. Come i pezzi di un puzzle, queste regioni possono avere forme e dimensioni diverse. Ogni regione che inglobo nel mio regno di solito a ogni turno mi porta da zero a quattro unità di cibo, legname, materiali da costruzione e monete. Le città crescono quando producono una sovrabbondanza di cibo. Questa sovrabbondanza è quindi disponibile per altre città situate in regioni meno fertili.

Catene di produzione in un gioco grand strategy?!

In «Ara» le materie prime e i prodotti hanno un significato completamente diverso rispetto a «Civilization». Come nei più recenti giochi di «Civiliziation», mi serve del metallo per produrre determinate unità. Ma non basta estrarre il minerale ferroso da qualche parte. Il minerale ferroso deve essere prima trasformato in lingotti.

Grazie a queste produzioni ramificate «Ara» risulta molto più complesso di «Civilization». Il sistema di produzione mi piace molto. La cosa bella è che tutto è opzionale. Non devo per forza produrre tutte queste cose, ma vengo ricompensata per quelle che produco.

Il prestigio è tutto

In «Civilisation» si possono conseguire diversi tipi di vittorie: vittoria militare, vittoria culturale o vittoria religiosa. In «Ara» c'è solo un modo per vincere: alla fine devo avere il maggior numero di punti prestigio. Li raccolgo in continuazione. I punti si ottengono, tra le altre cose, quando aumenta la popolazione, se si studiano determinate tecnologie e, naturalmente, sul campo di battaglia.

«Ara» è diviso in tre atti, ciascuno dei quali con quattro epoche tecnologiche. Quando tre nazioni raggiungono l'atto successivo, viene fatta una dura selezione tra le nazioni rimaste in gioco. Chi non ha abbastanza prestigio si estingue. Letteralmente. Queste nazioni sono fuori dal gioco. Quello che resta sono le rovine delle città precedenti, che io posso esplorare e saccheggiare.

Fra l'altro, non tutte le ricerche sono disponibili in ogni turno di gioco. È tutto un po' confuso. Ad esempio, in un turno di gioco posso produrre delle vetrate dipinte e nel turno successivo non più. Da un lato, questo fa sembrare le tecnologie irrilevanti: non ne ho davvero bisogno. Dall'altra parte, questo aumenta notevolmente il valore di rigiocabilità.

E la città non c'è più: la guerra in «Ara».

In «Ara» combino le mie unità militari in formazioni che possono fornire dei vantaggi tattici. Peraltro, è anche possibile impilare più formazioni l'una sull'altra e quindi muoversi sul territorio con un'armata molto potente. Le schermaglie tra eserciti possono durare diversi turni, a seconda di quanto sono forti.

Purtroppo, ho imparato nel modo più doloroso che conquistare le città, invece, è relativamente facile. Per iniziare una guerra, ho bisogno di un motivo. Il mio odiato vicino, il Presidente degli Stati Uniti d'America Washington, una volta mi ha invaso, quindi ho la scusa per scatenare una guerra di ritorsione. Devo specificare una città che voglio conquistare. A questo punto ho un certo numero di turni per raggiungere l'obiettivo.

Voglio fare arrabbiare il signor Washington e dichiarare di voler conquistare la sua capitale, Washington. Mentre sto facendo la guerra a Washington la città, Washington il presidente porta di nascosto una catapulta fino a una delle mie città più grandi, Karrhai, e la piazza lì di fronte. Con un solo round di gioco le mura di Karrhai vengono distrutte. Al turno successivo, la città capitola e passa di mano.

Purtroppo, nel frattempo ho conquistato anche la città di Washington in due turni, eliminando così il motivo della guerra. Che si conclude automaticamente a mio favore. Rimango in possesso di Washington, la città, e piango la perdita di Karrhai. E ora devo aspettare 20 turni che sia terminato il periodo di tregua per tentare di strapparla di nuovo a Washington, il presidente.

In alcuni punti, «Ara» è ancora sbilanciato

«Ara: History Untold» è uscito in full release, ma ci sono alcuni punti che non sembrano del tutto finiti. Come la panoramica. Ad esempio, non esiste un elenco di tutte le segherie o di tutti i depositi di materie prime. Mi tocca invece fare una ricerca in tutte le città o nei relativi simboli sulla mappa. Un'operazione fastidiosa e superflua.

Anche la panoramica degli edifici, man mano che avanza il gioco, risulta caotica. Durante il gioco ricerco sempre più nuovi edifici e varianti migliori di edifici. Ma a un certo punto della costruzione mi trovo a dover scorrere un elenco infinitamente lungo in ordine alfabetico. Mi piacerebbe avere delle opzioni di filtro che mi permettano di visualizzare, ad esempio, solo gli edifici che aumentano il livello di contentezza.

«Ara: History Untold» uscirà il 24 settembre 2024 su Steam ed è incluso nel PC Game Pass. Il gioco mi è stato fornito da Microsoft per la recensione.

In breve

La modalità di gioco risulta fresca, anche se necessita ancora di qualche rifinitura

Nonostante sia ancora migliorabile, «Ara: History Untold» mi ha già tenuta occupata per più di una sera e un totale di 21 ore. L'ho trovato divertente e, nonostante tutte le somiglianze con «Civilisation», anche abbastanza originale.

Anche a livello di grafica «Ara» è piuttosto apprezzabile. Senza la griglia a esagoni, la mappa sembra molto più reale. Quando ingrandisco l'immagine scorrendo con il mouse, vedo stormi di uccelli in volo. Ai margini del mio regno bruciano le case e la gente fugge urlando quando le truppe nemiche si trovano nell'area.

Le mie quattro stelle al gioco sono un premio sulla fiducia, sperando che lo studio migliori ancora qualcosa sulla base delle mie critiche.

Pro

  • Grafica molto bella
  • Regioni e zone splendidamente realizzate
  • Grande profondità grazie alle catene di produzione
  • Ricerche diverse per ogni turno di gioco
  • Il prestigio come unica motivazione per la vittoria

Contro

  • Panoramica parzialmente incompleta
  • Aspetto della diplomazia per niente sviluppato
  • L'esercito e le guerre potrebbero trarre vantaggio da qualche opzione in più
Immagine di copertina: Debora Pape

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Si sente a casa sia davanti al PC da gaming che sull'amaca in giardino. È affascinata dall'Impero Romano, dalle navi container e dai libri di fantascienza, tra le altre cose. Fiuta soprattutto le ultime notizie dal settore IT e smart gadget.


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