Retroscena

Una visita a Game Two, dove l’originalità è di casa

Philipp Rüegg
14.6.2024
Traduzione: Martina Russo

I servizi video di Game Two sono leggendari. Settimana dopo settimana, danno informazioni sugli ultimi videogiochi con competenza, creatività e soprattutto tantissimo umorismo. Abbiamo visitato la redazione cult di Amburgo e li abbiamo seguiti mentre giravano uno dei loro video.

Tante risate e tante ore passate in piedi

Il set dello sketch è una sala riunioni riconvertita. L’arredamento è stato rapidamente spostato dalla vicina zona divani. Ma non è l’unica area strapiena di roba. Il dedalo di locali della redazione è sfruttato fino all’ultimo centimetro di spazio disponibile. Le pareti sono tappezzate di finte armi, oggetti di scena sono accatastati fino al soffitto e ogni superficie libera è piena di giochi o merchandising vario.

Devo incipriarmi? Non c’è niente che si può fare per la faccia?
Jasper Ihlenfeldt, Creative Director

Circa sei ciak più tardi, la scena è finita e io ho realizzato un mio sogno segreto. Da quando Game One ha avviato le trasmissioni, nel lontano 2008, non mi sono mai perso un episodio. E adesso sono finito addirittura nel programma, anche se solo per pochi secondi.

Quando la sera me ne vado per ultima e spengo la luce mi ritrovo a pensare: questo è il mio lavoro. È davvero bellissimo.
Esther Kerkhoff, redattrice

L’idea l’aveva avuta Tim Heinke, il capo di Esther. Disgraziatamente, nella settimana in cui si decideva tutto era in ferie. «Ho pensato, cavolo, non so a chi chiedere adesso e puntualmente in fase di montaggio ci siamo accorti che non funzionava. Non potevamo trasmetterlo così ed era già giovedì. Ma con l’aiuto di due colleghi e qualche miglioria siamo riusciti a salvare il servizio», ricorda Esther.

Il salvataggio in extremis a sera inoltrata dimostra anche quanto sia forte lo spirito di squadra alla Game Two. «Siamo come una grande famiglia. Quando la sera me ne vado per ultima e spengo la luce mi ritrovo a pensare: questo è il mio lavoro. È davvero bellissimo», spiega Esther. E il modo in cui sorride non lascia alcun dubbio su quanto apprezzi il suo lavoro e i suoi colleghi.

Un Oscar per Jasper

Terminate le presentazioni, lo studio viene subito preparato per le riprese successive. Jasper scosta una tenda e srotola lo spesso tappeto grigio. Alle sue spalle compare uno schermo verde. Ma prima di questo Sebastian Tyzak consegnerà l’Oscar per la categoria «Miglior passaggio in un pertugio» a Jasper, che qui chiamano semplicemente «This Guy», per la sua performance con l’autobus in pausa pranzo.

Ora, però, guardiamoci il video: ma non sbattere le palpebre, perché potresti perderti l’epica apparizione televisiva di me e Domi.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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