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Sentenza del tribunale: Google può mantenere Chrome

Samuel Buchmann
3.9.2025
Traduzione: tradotto automaticamente

In futuro, il gigante dei motori di ricerca dovrà condividere alcune statistiche sugli utenti con i suoi concorrenti. Tuttavia, Google non dovrà vendere il proprio browser. Anche l'accordo da un miliardo di euro con Apple rimane autorizzato.

Una corte federale statunitense ha stabilito che Google può mantenere il suo browser Chrome e il sistema operativo Android. La richiesta di scioglimento dell'azienda non si concretizzerà. La sentenza fa seguito alla constatazione che Google detiene il monopolio dei motori di ricerca e se lo è assicurato illegalmente con accordi di distribuzione esclusivi.

Il giudice Amit Mehta ha stabilito che le misure richieste sono eccessive. Ha invece imposto altre condizioni: Google deve condividere alcuni dati di ricerca con i concorrenti su base individuale. Ciò include i dati relativi all'indice e alle interazioni. In questo modo, concorrenti come Microsoft Bing, DuckDuckGo, OpenAI e Perplexity avranno la possibilità di migliorare i propri servizi di ricerca. I dati saranno forniti a prezzi standard di mercato.

Il deal da 20 miliardi con Apple è ancora consentito

La sentenza è vista dagli analisti come un successo per Google e Apple. Le azioni di entrambe le società sono salite significativamente dopo la decisione. Le voci critiche criticano il fatto che le misure non sono sufficienti a rompere il monopolio di Google.

Nel corso del procedimento sono stati affrontati anche gli effetti dell'intelligenza artificiale (AI). I servizi di ricerca supportati dall'AI, come OpenAI e Perplexity, stanno entrando nel mercato con nuovi approcci. Il giudice Mehta cita questo sviluppo come motivo della sua cautela: le condizioni di mercato stanno cambiando e i nuovi fornitori hanno buone possibilità di competere con Google.

Il giudice ha deciso di non fare ricorso.

Google vuole appellarsi alla sentenza

La sentenza potrebbe servire da base per la decisione di Google.

La sentenza potrebbe servire da modello per futuri procedimenti contro altri giganti della tecnologia come Meta, Amazon e Apple. Il governo degli Stati Uniti ha già intentato altre cause antitrust, anche nel settore della pubblicità online, dove Google è stato classificato come monopolista.

Immagine di copertina: Shutterstock

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Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


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