
Novità e trend
Posizione di monopolio: il governo statunitense vuole che Google venda il suo browser
di Florian Bodoky
In futuro, il gigante dei motori di ricerca dovrà condividere alcune statistiche sugli utenti con i suoi concorrenti. Tuttavia, Google non dovrà vendere il proprio browser. Anche l'accordo da un miliardo di euro con Apple rimane autorizzato.
Una corte federale statunitense ha stabilito che Google può mantenere il suo browser Chrome e il sistema operativo Android. La richiesta di scioglimento dell'azienda non si concretizzerà. La sentenza fa seguito alla constatazione che Google detiene il monopolio dei motori di ricerca e se lo è assicurato illegalmente con accordi di distribuzione esclusivi.
La causa contro Google è stata intentata nel 2020 ed è considerata il più importante caso di concorrenza dopo il processo contro Microsoft del 2001, quando Microsoft fu costretta a rinunciare al trattamento preferenziale riservato al proprio browser. Nel caso attuale, il governo statunitense ha chiesto anche severe sanzioni, tra cui lo scorporo di Chrome e Android. Chrome è considerato un elemento centrale dell'impero della ricerca di Google, in quanto il browser fornisce i dati degli utenti al fine di ottimizzare i risultati delle ricerche e le pubblicità.
Il giudice Amit Mehta ha stabilito che le misure richieste sono eccessive. Ha invece imposto altre condizioni: Google deve condividere alcuni dati di ricerca con i concorrenti su base individuale. Ciò include i dati relativi all'indice e alle interazioni. In questo modo, concorrenti come Microsoft Bing, DuckDuckGo, OpenAI e Perplexity avranno la possibilità di migliorare i propri servizi di ricerca. I dati saranno forniti a prezzi standard di mercato.
Google può continuare a effettuare pagamenti a società partner come Apple e Mozilla per posizionare il proprio motore di ricerca come standard, ma senza clausole di esclusività. Il tribunale ha ritenuto che un divieto generale di questi pagamenti avrebbe comportato notevoli svantaggi per i partner e per i consumatori. Apple riceve oltre 20 miliardi di dollari all'anno da Google per assicurarsi che Google rimanga il motore di ricerca predefinito su Safari. Per Mozilla, i pagamenti rappresentano addirittura una parte consistente delle entrate dell'azienda.
La sentenza è vista dagli analisti come un successo per Google e Apple. Le azioni di entrambe le società sono salite significativamente dopo la decisione. Le voci critiche criticano il fatto che le misure non sono sufficienti a rompere il monopolio di Google.
Nel corso del procedimento sono stati affrontati anche gli effetti dell'intelligenza artificiale (AI). I servizi di ricerca supportati dall'AI, come OpenAI e Perplexity, stanno entrando nel mercato con nuovi approcci. Il giudice Mehta cita questo sviluppo come motivo della sua cautela: le condizioni di mercato stanno cambiando e i nuovi fornitori hanno buone possibilità di competere con Google.
Il giudice ha deciso di non fare ricorso.
In una dichiarazione, Google ha espresso soddisfazione per alcune parti della sentenza, ma ha espresso preoccupazione per l'impatto sulla protezione dei dati. L'azienda non è inoltre d'accordo con la premessa della sentenza secondo cui Google detiene il monopolio dei motori di ricerca. L'azienda ha quindi annunciato che farà appello alla sentenza. Anche il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si riserva il diritto di intraprendere ulteriori azioni. Il caso potrebbe infine finire davanti alla Corte Suprema.
La sentenza potrebbe servire da base per la decisione di Google.
La sentenza potrebbe servire da modello per futuri procedimenti contro altri giganti della tecnologia come Meta, Amazon e Apple. Il governo degli Stati Uniti ha già intentato altre cause antitrust, anche nel settore della pubblicità online, dove Google è stato classificato come monopolista.
Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli.