
Guida
Streaming insider, parte 1: suggerimenti professionali Spotify
di Florian Bodoky
Milioni di canzoni, decine di podcast, infiniti audiolibri: i servizi di streaming audio sono ormai una costante nella nostra vita, alla stregua del cellulare. Il problema è: quale scegliere? Ho dato un'occhiata ai sei servizi più diffusi e li ho confrontati tra loro.
Oggi lo streaming audio è il modo più diffuso di ascoltare musica. Ogni servizio di streaming ha i suoi vantaggi e svantaggi. Questi si differenziano non solo per la selezione dei brani, ma anche per aspetti quali la qualità dell'audio, i contenuti extra disponibili e il trattamento equo degli artisti.
Per scegliere il servizio più adatto non si procede come nel caso dello streaming delle serie TV o dei film, dove di solito hai un unico servizio, non di più. Oltre al fatto che qui ci sono pochissimi contenuti esclusivi, che invece di solito sono l'elemento decisivo per scegliere Netflix piuttosto che Disney+ o un altro operatore. Quindi, quale servizio scegliere? Ho voluto fare un confronto completo dei principali servizi di streaming.
Ho confrontato sei grandi fornitori: Spotify, Apple Music, YouTube Music, Tidal, Deezer e Qobuz. La valutazione si è basata su cinque criteri fondamentali: selezione musicale, contenuti extra (podcast, audiolibri, offerte per bambini), qualità audio, funzionalità dell'app e remunerazione di artiste e artisti. Per la valutazione non ho tenuto conto dei prezzi, dal momento che i prezzi svizzeri per un singolo abbonamento mensile differiscono al massimo di 1,05 franchi: il prezzo standard di Tidal, Qobuz, Apple Music e YouTube Music è 13,90 franchi. Spotify ti chiede invece 13,95 franchi e Deezer 14,95 franchi.
Disclaimer: è impossibile evitare una certa dose di soggettività e individualità quando si valutano criteri non quantificabili come l'interfaccia o l'importanza della qualità. Ti prego di tenerlo presente. In fin dei conti questa guida non è la verità assoluta, ma piuttosto uno strumento che ti fornisce alcuni criteri da tenere in considerazione per la tua scelta.
In un servizio di streaming mi aspetto di trovare di tutto, dagli ultimi successi in classifica ai generi di nicchia. Motivo per cui valuto l'estensione del catalogo, l'internazionalità e gli album esclusivi. A mio parere, è proprio l'ampia offerta che rende il servizio sempre interessante e versatile. A tal proposito, mi baso da un lato sul posizionamento della piattaforma stessa (ad esempio, Qobuz si posiziona in modo molto chiaro rispetto ai generi musicali). Un ulteriore orientamento me lo forniscono gli artisti che fungono da ambasciatori della piattaforma (ad esempio Alicia Keys o Jay-Z per Tidal) e l'ascolto di alcuni brani di generi diversi. Ma, ovviamente, non posso analizzare l'intero catalogo musicale.
Io non ascolto solo musica. Podcast di qualità, audiolibri, audiodrammi e contenuti per bambini sono ciò che rende il servizio indispensabile nella mia vita quotidiana. Apprezzo molto poter trovare tutto in un unico posto, senza dovermi spostare da una parte e dall'altra.
Quando ascolto la musica con cuffie o altoparlanti di alta qualità, pretendo la migliore qualità del suono possibile. L'MP3 non mi basta. Verifico se il servizio offre formati che non comportano perdite di qualità, come FLAC o Hi-Res. Solo così posso godermi la musica in tutta la sua intensità. Nel caso dei podcast o degli audiolibri, non è invece così importante.
Per me una buona app fa la differenza. Voglio trovare la musica velocemente, creare facilmente le mie playlist, ricevere consigli e, se possibile, caricare anche la mia musica. Altra cosa importante: ascolto spesso in streaming su altoparlanti o in auto, quindi è fondamentale che tutto funzioni alla perfezione.
Per me è importante che le artiste e gli artisti che ascolto ricevano un compenso equo. Mi informo su quanto ricevono per ogni streaming e se il servizio utilizza un modello trasparente. Creare musica dovrebbe essere redditizio anche per gli artisti, non solo per la piattaforma.
Confronto i servizi di streaming seguendo lo stesso ordine con cui ho pubblicato i miei consigli.
Spotify è il numero uno nel mercato dello streaming: offre un vasto catalogo musicale, un'eccellente personalizzazione e una sostanziosa offerta di podcast. L'app è ben concepita, integrata nei social network e veloce. I punti deboli di Spotify, tuttavia, riguardano la qualità del suono e la remunerazione degli artisti.
Con oltre 100 milioni di brani, hai accesso a una vasta gamma di generi musicali. Ci trovi musica pop attuale, classici del rock, musica indie sperimentale e musica di nicchia internazionale. Naturalmente, c'è anche tanta musica che probabilmente interessa solo a pochi o che difficilmente qualcuno ascolterà mai. Ad esempio, ma non solo, brani musicali generati dalla IA senza alcun intervento umano. Ogni giorno Spotify ti offre delle playlist create automaticamente in base ai tuoi precedenti ascolti. Ma trovi anche una vasta gamma di playlist curate da redazioni musicali. Anche se le pubblicazioni esclusive sono rare, di solito puoi ascoltare subito le nuove uscite.
Il catalogo dei podcast di Spotify è uno dei più ricchi sul mercato. Hai accesso ai formati più popolari delle categorie più disparate, tra cui molte produzioni esclusive. I contenuti per bambini, come canzoni, storie o programmi divulgativi, sono accessibili tramite una sezione dedicata. Sono disponibili anche audiodrammi. Attualmente Spotify sta ampliando la propria offerta di audiolibri, ma l'implementazione appare ancora poco uniforme: non è chiaro quali titoli siano inclusi nei vari abbonamenti.
L'app di Spotify è considerata intuitiva e semplice da utilizzare. Ci trovi funzioni come «Discover Weekly», i testi delle canzoni o Spotify Connect, che ti consente di riprodurre musica su diversi dispositivi. È disponibile anche una modalità DJ supportata da IA. Nel complesso, hai un'esperienza utente stabile e ben progettata.
Al momento Spotify non offre una qualità audio senza perdita di dati. L'ascolto è disponibile fino a 320 kbit/s in formato Ogg Vorbis, il che può essere sufficiente per molte persone che ne fanno un uso quotidiano, ma è comunque un peccato che Spotify non offra un formato lossless. Soprattutto perché l'introduzione di un'opzione HiFi è stata annunciata più volte, ma finora non è ancora stata implementata.
Spotify è sistematicamente oggetto di critiche per quanto riguarda la remunerazione di artiste e artisti. L'attuale modello proporzionale penalizza gli artisti minori e favorisce gli artisti con un grande seguito. Per molti musicisti ciò si traduce in guadagni estremamente esigui per ogni ascolto in streaming. Allo stesso tempo, la piattaforma garantisce una portata e una visibilità immense, che non sono da sottovalutare, soprattutto per gli artisti emergenti. Naturalmente, serve anche un pizzico di fortuna, ad esempio che la tua band finisca in una playlist molto seguita o che l'algoritmo la riproduca da qualche parte. Tuttavia, la struttura dei compensi resta uno dei principali punti controversi nel mercato dello streaming, soprattutto perché Spotify non ha ancora intrapreso alcuna iniziativa volta a introdurre una più equa remunerazione basata sugli utenti.
Apple Music integra un suono di alta qualità con uscite esclusive e una robusta integrazione all'interno dell'ecosistema Apple. È rivolta a utenti iOS particolarmente esigenti. L'app offre molto, ma in alcuni punti è eccessivamente complessa e meno accattivante per gli utenti Android.
Anche Apple Music ti offre più di 100 milioni di brani. Oltre a rinomate produzioni internazionali, qui trovi anche contenuti esclusivi, in particolare di grandi artisti. Le playlist curate dalla redazione si concentrano meno sugli algoritmi e ti offrono consigli mirati su generi diversi, tra cui musica classica, jazz o alternativa. Puoi inoltre collegare la tua vecchia libreria iTunes al servizio di streaming e integrare così la tua musica.
Apple Music ti offre molti audiolibri e una sezione per bambini ben strutturata con molti contenuti noti, ottima per le famiglie. I podcast, invece, non sono integrati direttamente in Apple Music, ma sono accessibili tramite un'app separata, Apple Podcasts. Una separazione che può sembrare poco pratica, ma che offre una chiara demarcazione. Anche se questo sistema rende l'utilizzo dei podcast meno comodo, Apple Music si distingue per la ricchezza e la qualità dei contenuti disponibili negli altri settori.
L'appplicazione di Apple Music è fortemente integrata nell'ecosistema Apple. Ha un aspetto elegante e funzionale, con un buon collegamento a HomePod, Apple Watch, CarPlay e molto altro. La ricerca è intelligente e le playlist e i consigli sono curati con grande attenzione. Su iOS, l'app è ben integrata nel sistema. Cosa che ti permette di chiedere a Siri di riprodurre un brano su Apple Music. O che ti consente di avvicinarti all'HomePod con il tuo iPhone fino a che non compare il messaggio: «La riproduzione musicale è ora in corso sul HomePod». A rendere l'esperienza ancora più completa, sono disponibili funzioni come il crossfade, la visualizzazione dei testi dei brani o un sistema radio automatico. Nel complesso, l'app è efficiente, ma è ottimizzata principalmente per gli utenti Apple.
Apple Music offre audio senza perdita di dati in formato ALAC fino a Hi-Res a 24 bit e 192 kHz. In aggiunta supporta Spatial Audio con Dolby Atmos, che migliora notevolmente l'esperienza audio sui dispositivi compatibili. Se disponi dell'hardware appropriato, puoi ascoltare l'intera libreria in formato lossless. Caratteristica che fa di Apple Music uno dei migliori servizi in termini di qualità audio. Tuttavia, i requisiti tecnici per l'Hi-Res inizialmente possono rappresentare un ostacolo per gli utenti meno esperti. Ma chi apprezza la qualità audio troverà in Apple Music tutto ciò che desidera.
Apple Music riconosce ad artiste e artisti cifre nettamente maggiori rispetto ad altri servizi. Il modello si basa principalmente sul comportamento effettivo degli utenti e privilegia i fan fedeli rispetto al semplice successo di massa. Questo rende Apple Music particolarmente allettante per gli artisti indie o le etichette che puntano su una fidelizzazione a lungo termine della propria fanbase. La piattaforma comunica la propria politica dei compensi in modo relativamente trasparente e si impegna a garantire correttezza, anche se il sistema non è ancora incentrato sull'utente. Ma si sta muovendo in modo deciso verso una maggiore equità nei confronti degli artisti.
YouTube Music sfrutta tutta la vastità dei contenuti disponibili sulla piattaforma, fra cui brani ufficiali, versioni live, remix, cover dei fan e registrazioni rare. Questo servizio ha quindi un vantaggio unico: qui gli utenti trovano anche contenuti non disponibili su altre piattaforme. La qualità, però, è discontinua e la ricerca di versioni specifiche può rivelarsi complessa. Il database musicale è immenso, ma non del tutto curato, il che offre libertà agli ascoltatori assidui, ma comporta anche un certo impegno.
La libreria musicale non è chiaramente definita, ma si alimenta di tutto ciò che è stato caricato su YouTube. Motivo per cui puoi trovare registrazioni rare o versioni speciali, ma allo stesso tempo ti potrebbe servire molto più tempo per trovare esattamente ciò che stai cercando. La piattaforma, poi, non distingue sempre tra contenuti ufficiali e non ufficiali.
Sebbene tu possa accedere a contenuti come audiolibri o audiodrammi tramite YouTube, questi non sono integrati in modo strutturato in YouTube Music. In altre parole: esistono, ma non sono classificati come genere separato, bensì, ad esempio, semplicemente sotto «Album». Il che significa che devi fare una ricerca mirata e poi verificare se l'album è effettivamente un audiodramma. E se ti interessano argomenti specifici, la cosa può risultare frustrante. La mescolanza di contenuti musicali e video rende l'utilizzo ancora più confuso.
L'app ti consente di passare dalla visualizzazione video a quella audio. I suggerimenti funzionano bene, soprattutto grazie alla tecnologia di ricerca di Google. Puoi salvare le riproduzioni, creare playlist e ascoltare i contenuti offline. Manca però una gestione differenziata della musica.
Per quanto riguarda la qualità audio, YouTube Music non offre formati senza perdita di dati. La qualità massima dello streaming è di circa 256 kbit/s in formato AAC. Anche in questo caso, questi valori possono essere forse sufficienti per l'uso quotidiano e su mobile, ma gli audiofili potrebbero sentire la mancanza dei formati FLAC o Hi-Res (o anche di una qualità di campionamento più elevata come i 320 kbit/s). Non è nemmeno possibile regolare manualmente la qualità audio, il che è uno svantaggio per gli ascoltatori più esigenti o per chi dispone di una connessione internet scadente.
Su YouTube Music artisti e artiste vengono pagati molto poco rispetto ad altri servizi. Molti contenuti sono finanziati tramite pubblicità, il che influisce negativamente sul compenso in base al numero di stream. La piattaforma privilegia la portata e il successo dell'algoritmo rispetto al supporto mirato. Sono avvantaggiati gli artisti con hit che diventano virali, mentre gli artisti meno noti realizzano solo entrate modeste nonostante l'elevato numero di visualizzazioni.
Deezer si distingue per un ottimo pacchetto completo: buona selezione musicale, raccomandazioni di brani simili, funzione di caricamento e qualità FLAC. Il servizio nato in Francia è particolarmente amato in Europa. Lo ha verificato direttamente il portale Tone Island della stessa Deezer: ben un terzo dei circa dieci milioni di utenti proviene dalla Francia. Il design e le innovazioni non sono proprio modernissimi, ma l'offerta è completa ed equa.
Deezer offre circa 90 milioni di brani e si rivolge a un pubblico molto ampio. La piattaforma è particolarmente apprezzata in Europa e anche gli artisti indie sono ben rappresentati. Anche se Deezer non vanta contratti in esclusiva come Apple, offre una selezione molto ampia di generi musicali. Molti contenuti sono anche adattati alle specificità regionali, come la musica pop francese o la musica araba. Gli utenti beneficiano inoltre di un sistema di suggerimenti ben congegnato, che riflette accuratamente i gusti musicali e propone regolarmente nuove scoperte.
Deezer offre una vasta selezione di podcast, audiodrammi, contenuti per bambini e audiolibri. I contenuti sono ben strutturati, classificati in modo chiaro e ben organizzati anche in ambito internazionale. Sebbene manchino contenuti esclusivi di rilievo, l'offerta è più che sufficiente per l'utilizzo quotidiano. Deezer è particolarmente interessante per le famiglie, grazie alla sezione dedicata ai bambini e alla navigazione intuitiva.
L'app è funzionale e, grazie alla funzione Flow, offre un mix di brani noti e meno conosciuti in linea con i tuoi gusti musicali. Puoi anche caricare i tuoi file musicali, per una flessibilità ancora maggiore. L'app funziona in modo stabile su molti dispositivi, dagli smartphone agli smart speaker. L'interfaccia utente è essenziale, ma funzionale.
Con l'abbonamento HiFi, Deezer offre musica in qualità FLAC a 16 bit e 44,1 kHz, ovvero qualità CD senza perdita di dati. Si tratta di un netto miglioramento rispetto allo streaming in MP3 che garantisce un suono pulito su altoparlanti o cuffie di buona qualità. Al momento Deezer non offre una vera e propria riproduzione Hi-Res oltre alla qualità CD. Ma garantisce comunque un buon equilibrio tra qualità, ampiezza di banda e facilità d'uso.
Deezer sta lavorando attivamente a un modello di remunerazione incentrato sull'utente, in cui gli artisti vengono pagati solo quando un utente li ascolta effettivamente. Un sistema che dovrebbe andare a vantaggio soprattutto degli artisti indipendenti. Il modello è attualmente in fase di sperimentazione in vari paesi. Con questo approccio, Deezer risulta decisamente più equo rispetto a Spotify o YouTube, anche se il sistema non è ancora stato implementato a livello globale.
Qobuz è il punto di riferimento per gli audiofili e gli appassionati di musica classica e jazz. Con lo streaming Hi-Res, i libretti informativi e i metadati dettagliati, offre un'esperienza di ascolto ai massimi livelli. Poco mainstream e zero podcast, ma in cambio un'attenzione totale alla musica di alta qualità.
Qobuz si concentra sulla musica classica, il jazz, la world music e le produzioni pop e rock di alto livello. Qui troverai titoli meno conosciuti, ma in edizioni di alta qualità e con metadati completi. Molti album includono libretti digitali, informazioni aggiuntive o testi i artisti. Se ti interessa vivere la musica in modo più intenso, Qobuz è un'ottima alternativa al mainstream.
Qobuz non offre podcast, audiolibri, né contenuti specifici per bambini. La piattaforma punta invece interamente sulla musica e offre contenuti curati dalla redazione, come ritratti di artisti, storie in ambito musicale, recensioni e critiche di album. I testi sono accurati e rivolti a un pubblico appassionato di musica, ma interessato a qualcosa di più del semplice ascolto. Qobuz non è invece adatto ad ascoltatori che cercano formati aggiuntivi.
L'applicazione è essenziale ma orientata alla funzionalità. Puoi accedere ai libretti degli album, salvare la tua musica offline e scegliere tra diverse qualità audio. Non è presente una componente social e non puoi gestire i tuoi upload. In cambio, ti vengono fornite informazioni dettagliate su brani, compositori e produttori, particolarmente interessanti per gli appassionati di musica classica.
Qobuz è tra le poche piattaforme che offre audio ad alta risoluzione senza formati proprietari. Puoi riprodurre musica in streaming fino a 24 bit / 192 kHz. Il formato FLAC è standard. Molti album sono disponibili in diversi livelli di qualità. Se utilizzi cuffie o altoparlanti ad alta risoluzione, potrai sentire chiaramente la differenza.
Qobuz paga diritti d'autore relativamente equi, soprattutto alle etichette indipendenti. Il servizio non appartiene a nessun colosso tech e persegue un modello di business più sostenibile. Non utilizza un sistema di remunerazione basato sugli utenti, ma attribuisce massima importanza alla trasparenza e alla collaborazione a lungo termine con i titolari dei diritti.
Tidal si rivolge chiaramente agli appassionati di audio. Questo servizio si distingue dagli altri grazie al FLAC e alla particolare attenzione riservata al compenso di artisti ed artiste. L'applicazione è ricca di funzionalità, ma anche piuttosto complessa. È perfetta per gli ascoltatori con elevate esigenze in termini di qualità del suono e appassionati di musica urban.
Tidal offre circa 90 milioni di brani, con particolare attenzione alla musica urban, hip-hop, R&B, soul e jazz. Molti artisti, in particolare statunitensi, pubblicano regolarmente contenuti esclusivi su questa piattaforma, che offre anche registrazioni dal vivo, remix e versioni master per ascoltatori particolarmente esigenti. L'ampiezza del catalogo convince anche per quanto riguarda i classici e gli artisti indipendenti, nonostante Tidal non abbia la stessa varietà di musica pop internazionale di Spotify o Apple Music.
Tidal offre contenuti editoriali quali interviste, editoriali o segnalazioni su argomenti culturali. Sono pressoché assenti i podcast e i contenuti per bambini. Se per te la musica è un prodotto culturale e ti interessa conoscerla sempre meglio, qui trovi contenuti che vanno oltre il semplice ascolto.
L'app è molto completa: include i testi delle canzoni, informazioni sui produttori e i crediti di ogni brano. Puoi utilizzare l'equalizzatore, salvare playlist offline o riprodurre in streaming tramite sistemi multiroom. L'interfaccia è leggermente più complessa, ma è chiaramente pensata per chi si dedica intensamente alla musica.
Tidal offre due livelli audio: qualità standard (AAC) e alta fedeltà (FLAC, HiRes FLAC). Questi ultimi raggiungono anche 24 bit/192 kHz e sono destinati agli audiofili che dispongono di apparecchiature adeguate. Per molti utenti il livello FLAC dovrebbe già rappresentare un netto miglioramento rispetto all'AAC. Questo fa di Tidal uno dei provider più audiofili sul mercato.
Da tempo Tidal si impegna a favore di una remunerazione più equa degli artisti. Grazie al cosiddetto modello basato sui fan, la maggior parte dei ricavi derivanti dagli abbonamenti va direttamente agli artisti che gli utenti ascoltano effettivamente. Inoltre, nel caso degli abbonati al modello HiFi Plus, vengono distribuiti importi aggiuntivi ai musicisti più ascoltati. Con questo sistema Tidal dimostra chiaramente il proprio impegno a favore di artisti e artiste, superando anche il modello proporzionale comunemente utilizzato sul mercato.
Nel grafico qui sotto vedi la mia valutazione personale. Ho attribuito alla varietà musicale il fattore 1,4, perché per me la varietà musicale è una priorità assoluta. Mi interessano anche altri contenuti come podcast o audiolibri. Pertanto, ho assegnato a questo aspetto un fattore di 1,3. Anche la qualità audio è importante per me, anche se la maggior parte delle persone, per l'uso mobile, si accontenta di un codec Ogg Vorbis con campionamento a 320 Kbit/s. Motivo per cui ho assegnato a questo parametro un fattore di 1,2. Non voglio preoccuparmi troppo dell'app, perché per me non è così importante: fattore 0,8. Per finire, ho assegnato alla remunerazione il fattore 0,6: anche a fronte di un buon «compenso per l'artista», non me ne faccio niente di un suono che non mi soddisfa. Se non ti interessa una particolare categoria, puoi rimuoverla cliccarci sopra nella legenda.
Ho creato una classifica per ogni categoria. Al servizio più convincente di ogni categoria ho assegnato dieci punti. Il secondo classificato ha ricevuto otto punti, il terzo sei, il quarto quattro, il quinto due e l'ultimo un punto. Infine, ho moltiplicato i punti per il fattore di ponderazione e ho sommato i risultati di tutte le categorie. Quello ottenuto è il punteggio finale.
Se per te una categoria è meno importante, puoi cliccarci sopra nella legenda. La categoria viene così disattivata e la classifica viene ricalcolata automaticamente escludendo questo criterio.
La classifica evidenzia notevoli differenze nel posizionamento e nella qualità complessiva dei servizi di streaming. Apple Music, grazie all'elevata qualità del suono, ai compensi equi e all'ampia selezione musicale, è per me il servizio migliore: praticamente una versione di Spotify più vantaggiosa per gli utenti dell'ecosistema Apple. Se però ami la musica particolarmente di nicchia o impazzisci per i podcast, probabilmente non fa al caso tuo.
Spotify segue a ruota con un'app solida, un catalogo molto ampio e una presenza imbattibile nel settore dei podcast, ma perde punti per la scarsa qualità audio e la remunerazione degli artisti. Con Spotify è difficile sbagliare, a meno che non ti interessi assolutamente un abbonamento Hi-Res.
Deezer offre un pacchetto completo con remunerazione equa e buone funzionalità. Ottima la funzione che ti consente di selezionare un paese e ricevere consigli musicali specifici su artisti e artiste locali (o almeno nazionali). Una funzionalità utile anche per la scena indie dei paesi più piccoli e per i relativi appassionati.
Tidal è apprezzato dagli audiofili per la sua qualità ad alta risoluzione e il modello di remunerazione equo per artisti e artiste, ma risente della scarsa varietà dei contenuti. Questo è il servizio giusto se cerchi esplicitamente e (quasi) esclusivamente musica e ti interessano informazioni di approfondimento sugli artisti. Decisamente non adatto a chi cerca un po' di tutto.
Qobuz si è affermato come servizio di nicchia per puristi del suono e appassionati di musica classica. Nessun altro servizio ha un'offerta editoriale così ampia come Qobuz. Ritratti, approfondimenti musicali, interviste con gli artisti e informazioni sui libretti e sulla relativa grafica: questo è il luogo ideale per gli appassionati di musica classica e di jazz.
YouTube Music è avvantaggiato dalla varietà e dall'accesso ai video, ma è penalizzato dalla scarsa qualità audio e dalla selezione limitata. In compenso, la community è molto più ampia rispetto a quella degli altri servizi e, con un supplemento di quattro franchi, puoi usufruire del servizio di streaming in bundle con YouTube Premium, che ti consente di guardare tutti i contenuti di YouTube senza pubblicità.
Tutto sommato, è evidente che nessun servizio è perfetto ma che esistono raccomandazioni chiare a seconda del tipo di utente.
Da quando ho scoperto come attivare entrambi i canali telefonici sulla scheda ISDN per ottenere una maggiore larghezza di banda, sperimento con le reti digitali. Con quelle analogiche, invece, da quando so parlare. A Winterthur per scelta, con il cuore rossoblu.