Roman Schläpfer
Retroscena

L'esperto di e-sport Remo Blaser racconta gli inizi e lo sviluppo della scena svizzera di «Counter-Strike»

Domagoj Belancic
20.3.2024
Traduzione: Rebecca Vassella

«Counter-Strike» è sempre stato uno dei giochi competitivi più popolari al mondo. Anche in Svizzera c'è una community di e-sport attiva. In un'intervista all'esperto Remo Blaser, scopro com'è iniziata e come si è sviluppata la scena.

Ho parlato con Remo della storia, dello stato attuale e del futuro della scena svizzera di «Counter-Strike».

nella quale ho giocato attivamente per tre o quattro anni. A un certo punto avevo la sensazione di non migliorare più, di aver raggiunto il mio apice. Inoltre, non ero più in grado di dedicare il tempo necessario per tenermi al passo, anche a causa dei miei studi. Oggi gioco ancora a «Counter-Strike» diverse volte a settimana, ma non a un livello estremamente elevato e competitivo.

Le cose si sono fatte davvero serie con l'inizio della Hero League nel 2019. È stata la prima volta che sono stato scritturato regolarmente per un torneo: due volte due mesi all'anno, mi è stato permesso di stare davanti alla telecamera ogni mercoledì. L'organizzazione e la produzione erano di un livello completamente diverso rispetto a tutto ciò che avevo fatto in precedenza.

Ma ho seguito i Campionati ESL-EPS ai quali hanno partecipato giocatori provenienti da Svizzera, Austria e Germania. Hanno giocato sia a «Source» che a «21.6». È stato uno dei primi tornei che ho seguito in diretta su Internet.

I LAN party erano una parte essenziale della scena, dove si poteva socializzare con persone che la pensavano allo stesso modo. Oggi, queste cose accadono sui canali dei social media. Inoltre, oggi posso semplicemente avviare «Counter-Strike 2» e utilizzare il matchmaking per trovare compagni e avversari, senza alcuna interazione personale.

La situazione era difficile all'epoca. Stimo che circa il 60% abbia giocato a «Counter-Strike 1.6» e il 40% a «Counter-Strike: Source». Le due scene non potevano avere nulla a che fare l'una con l'altra. Fortunatamente, la terza variante di «Counter-Strike», «Condition Zero», non è mai stata popolare nella scena svizzera.

Le due scene di ‹Counter-Strike› non potevano avere nulla a che fare l'una con l'altra.
Remo Blaser

Ma la scena non era così visibile come oggi. Alcuni «nerd» si sono riuniti per un fine settimana a un LAN party e hanno giocato ininterrottamente a «videogiochi killer». Questo evento ha suscitato sconcerto: si pensava che si trattasse di persone sole e depresse. Di conseguenza, non c'è stata quasi nessuna copertura mediatica di questi eventi, e quando c'è stata, era sempre tinta di scetticismo o negatività.

Come giudicheresti le dimensioni dell'attuale scena svizzera rispetto a quella degli anni Novanta?
Il nucelo della scena si è decisamente ridotto. Infatti, prima bisognava essere parte attiva della scena per poter giocare contro gli altri. Oggi non è più necessario grazie al matchmaking.

Penso anche che la scena sia diventata ancora più piccola con l'uscita di «Counter-Strike 2». Molti giocatori stanno sfruttando questo cambiamento per prendersi una pausa o smettere del tutto. Ma è anche bello vedere che ci sono molti gamer dei tempi di «Source» e «1.6» che sono ancora attivamente coinvolti nella scena in qualche modo. Fanno i caster, creano squadre o sono coinvolti nell'organizzazione dei tornei. È molto bello.

Ma va detto anche che, sebbene il nucleo sia diventato più piccolo, la periferia della scena è cresciuta in modo esponenziale. Ci sono innumerevoli gamer occasionali che giocano di tanto in tanto. Ecco perché ritengo che tornei come il digitec Playground siano estremamente importanti. I tornei amatoriali al Playground sono per tutti e non solo per il piccolo nucleo. In questo modo la scena acquista maggiore visibilità.

Con questo aggiornamento, «CS:GO» è esploso, anche in Svizzera. Il gioco è riuscito anche a unire gli ostili titoli «Source» e «1.6». In seguito, la scena in Svizzera è decollata. Sono state fondate molte nuove squadre e sono iniziati nuovi tornei.

Quali tappe importanti in termini di tornei ed eventi ci sono state nella scena svizzera dal lancio di «CS:GO»?
Sicuramente l'inizio della «Swiss E-Sports League». Come gamersnet.ch all'epoca, la «Swiss E-Sports League» ha svolto la funzione di piattaforma centrale su cui organizzare i tornei. Anche i primi tornei «SwitzerLAN» sono stati innovativi. Sono riusciti ad attirare ben 500 o 600 persone all'evento.

Importanti sono stati anche i «Supreme Masters» – LAN party di «CS:GO» con un tocco di novità. I partecipanti hanno dovuto pagare un importo leggermente superiore per partecipare, ma il denaro raccolto è stato poi distribuita ai vincitori. Questo ha attirato anche squadre di professionisti da tutta Europa, con giocatori d'élite internazionale.

Devo anche menzionare la «Hero League». La lega ha professionalizzato in modo significativo la scena svizzera. Sicuramente anche perché il budget corrispondente era disponibile. Il fatto che una grande azienda come Swisscom sia stata coinvolta in «Counter-Strike» ha aiutato molto la scena.

I tornei più piccoli, come il digitec Playground, sono importanti per la crescita della scena.
Remo Blaser

Come si colloca «Counter-Strike» in termini di popolarità rispetto ad altri titoli di e-sport in Svizzera?
Attualmente, la scena principale di «Counter-Strike» è sicuramente la più grande di tutti i titoli di e-sport in Svizzera. «League of Legends» è forse un po' più popolare nel complesso, in quanto molti giocatori ci giocano di tanto in tanto.

Anche «Super Smash Bros» è un favorito perenne in Svizzera. «Overwatch» e «Rainbow Six Siege» hanno altrettanto goduto di un breve periodo di popolarità. Non posso giudicare la scena del mobile gaming, si svolge su altre piattaforme e per me è quasi invisibile. Ma credo che anche «Brawl Stars», ad esempio, abbia una grande community in Svizzera.

A livello internazionale, «Valorant» è comunque un importante concorrente di «Counter-Strike». Ed è giusto così. Penso anche che «Counter-Strike 2» non sarebbe stato rilasciato così rapidamente senza «Valorant».

Come giudichi il lancio di «Counter-Strike 2»? Che impatto avrà sulla scena svizzera?

Sono anche contento che «Counter-Strike 2» abbia completamente sostituito il vecchio «CS:GO». Altrimenti avremmo di nuovo avuto una divisione della scena, come all'epoca con «Source» e «1.6». A lungo termine, la scena svizzera crescerà con «Counter-Strike 2», ne sono certo.

Quanto è alto il livello di gioco in Svizzera e come ce la caviamo nel confronto internazionale?
«mYinsanity», «Lausanne E-Sports» e «Team Solid», precedentemente noto come «Sans Vergogne», sono tra le prime tre squadre della Svizzera. Sulla carta, «mYinsanity» è la più forte, soprattutto grazie ai giocatori che ha ingaggiato dalla Germania.

Le squadre svizzere giocano a livello internazionale nella Conference League e non nella Champions League.
Remo Blaser

Cosa ti augureresti per la scena svizzera di «Counter-Strike»?
Abbiamo di nuovo bisogno di un lega consistente che imponga un certo ritmo. Da un lato per i gamer, che possono partecipare regolarmente ai tornei, ma anche per il pubblico. Gli eventi regolari permettono anche agli spettatori di condividere l'entusiasmo e di diventare fan delle squadre. Questo è difficile senza una lega consistente.

Si tratta di un problema presente anche per altri titoli, ma per motivi diversi. «League of Legends», ad esempio, ha lo stesso problema di «Valorant»: Riot controlla tutto, ha regole severe e tariffe elevate per i tornei. Valve non lo fa con «Counter-Strike», lasciando quindi spazio di manovra. Mi piacerebbe quindi che nei prossimi anni si creasse una lega guidata dalla community, che rimanga in vita il più a lungo possibile grazie all'approccio dal basso.


Sabato 23 marzo sono iniziate le prime qualificazioni per la Playground Cup Vol. 12. Si gioca a «Counter-Strike 2» – questo è stato chiaramente deciso dalla Community in una votazione pubblica.

Tutte le informazioni sul torneo e sulla registrazione sono disponibili in questo articolo:

Immagine di copertina: Roman Schläpfer

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Il mio amore per i videogiochi si è svegliato alla tenera età di cinque anni con il Gameboy originale ed è cresciuto a dismisura nel corso degli anni.


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