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Instax Mini 9: una fotocamera che celebra l’anti-foto

Mi innervosisco quando la ricerca dello scatto perfetto mi fa perdere il momento. Meno male che c’è la Instax Mini 9 che fa delle foto così brutte da essere buone. Ecco un’onesta sviolinata.

Instax Mini 9

Ti celebro, oh tu, poco maneggevole pezzo di plastica. Non perché fai punti con un’ottima lunghezza focale, effetti di profondità di campo e tonnellate di opzioni di regolazione. Ti celebro perché non sai fare niente di tutto questo. Onestamente, più ci penso, più giungo alla conclusione che:

sei l'anti-camera per eccellenza.

Non si tratta nemmeno di celebrarti. Perché non sai davvero fare nulla. Ma celebro il principio dell'anti-fotografia, di cui tu sei regina indiscussa.

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È fantastico che le foto del mio gatto con le zampette stiracchiate non sono da pubblicare su Instagram. Selfie con luminosità elevata e oggetti sfocati sono all’ordine del giorno. Sei proprio inutile.

Allora, perché scrivo questa sviolinata?

Perché mi ricordi come è nata la fotografia: catturare momenti per l’eternità. Ecco cinque motivi per cui mi sono affezionato a te:

1. Pessima qualità di immagine

Pessima – ma in un certo senso ottima
Pessima – ma in un certo senso ottima

Siamo sinceri, la qualità di immagine è pessima. Ma non nel senso «Hey, questa foto è inutilizzabile», poiché la resa cromatica è realistica e non smorta. Piuttosto nel senso «grazie al tipico look Polaroid le mie foto sembrano state scattate 30 anni fa». Senza filtri di Snapchat.

L’alta risoluzione è qualcos’altro e il flash illumina il primo piano così tanto che tutto quello che si trova dietro rimane nell’oscurità. Parti dell’immagine non vengono neanche illuminate. Non posso farci nulla. Non mi dai alcuna possibilità.

E proprio questo mi piace di te.

Libero da vincoli, ti prendo, punto il tuo obiettivo sul paesaggio, scatto e ti metto via. Non sto sprecando alcun secondo con valori ISO, lunghezze focali e altri fronzoli. Il momento rimane dinamico e non è rallentato dalla mia ricerca della perfezione. Vivo la realtà, catturo i ricordi e smetto di ricostruire la finta facciata di un perfetto filtro Instagram.

2. Solo dieci fogli per pacco

Da dieci a zero. Qui è facile contare.
Da dieci a zero. Qui è facile contare.

Ho pensato: «Solo dieci scatti per pellicola? Bisogna essere parsimoniosi». Quindi ho riflettuto più di una volta prima di fotografare la mia pizza.

Questo ha migliorato la mia vita del 7%. Mi hai insegnato quanta saggezza si nasconde nel credo minimalista «less is more».

Oggi scatto la foto e gioisco. Il più bel tramonto è il più bello perché non lo guardo attraverso l’obiettivo di una fotocamera, bensì lo osservo con i miei occhi.

3. Pura suspense per ogni foto

Un sorriso per la foto…
Un sorriso per la foto…
... e piano piano si riconoscono le persone.
... e piano piano si riconoscono le persone.

Pausa drammatica, la adoro! Sebbene la mia vita quotidiana sia già piena di tensione, sai come darmene di più. Perché non hai uno schermo digitale dove posso guardare la foto appena scattata, ma mi tieni sulle spine, lasci che la superficie bianca della Polaroid prenda forma e contorni lentamente…

.. una vera festa.

Insieme ad amici e conoscenti accerchio ogni foto. Sgignazzando guardiamo come i nostri volti divertenti prendono forma e si trasformano in spaventose linguacce. Alcune foto sono proprio da dimenticare.

Ma poi decidiamo di tenerle, queste anti-foto, perché mostrano esattamente come è la vita: brutale, folle e imprevedibile. Ma le persone che mi stanno più vicine (letteralmente, l’inquadratura 62 x 46 mm non è così grande) mi fanno sempre ridere di gusto. Questo vale anche per le tue foto: nessuno escluso, le risate sono garantite, emozioni che rendono questi momenti indimenticabili.

4. Poco pratico: ogni immagine è unica

Ogni foto è unica. È preziosa.
Ogni foto è unica. È preziosa.

Mi lasci confrontare con qualcosa che, nella fotografia, avevo quasi dimenticato: l’unicità. Non solo perché fai scatti unici, belli o brutti. Sono unici perché sono fisici e semplici nella realizzazione. Scattare e inviare a quattro gruppi WhatsApp di 17 membri ciascuno? Errore.

Ma va bene così. Davvero.

Lo scatto perde il suo fascino se può essere replicato più volte. Non esiste una versione digitale delle tue anti-foto che finisce in una cloud e che diventa di dominio pubblico. Ogni foto viene stampata, unicum, che ne aumenta il valore affettivo. Se si rompe, un’anti-foto non può più essere recuperata. Esattamente come una volta.

5. Modifiche? Impossibile!

Anche senza filtri di Snapchat puoi essere molto creativo
Anche senza filtri di Snapchat puoi essere molto creativo

Non faccio caso alle tonalità, non imposto i colori per ogni foto. Raramente inserisco qualche effetto bokeh. Non ho bisogno di certe cose.

Tranne a volte. O meglio abbastanza spesso. A dirla tutta quasi sempre.

Fortunatamente, non mi costringi a perfezionare una foto venuta già bene. Non c'è niente da salvare. Photoshop non ha alcun effetto su di te e le mie anti-foto rimangono fresche d’onestà. Non hai idea di quante foto meritevoli ho già strappato, cosa che normalmente sistemerei con i filtri, a spese dell'autenticità.

Instax Mini 9 siamo fatti l’uno per l’altro

Non mi arrendo all’inutile!
Non mi arrendo all’inutile!

Lo so, lo so. A volte è difficile accettare i complimenti. Ma te li meriti, Instax. Grazie a te posso celebrare l’anti-fotografia.

I professionisti e gli entusiasti ambiziosi vorrebbero linciarmi. Ma non voglio toglier loro la gioia nella sofisticata arte della fotografia. Quest’arte serve. A volte il cammino è l’obiettivo e non la foto stessa, come dimostra anche il nostro redattore capo Dominik Bärlocher.

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Quello che voglio dire su questo punto è la liberazione dalle costrizioni che ci fanno dimenticare di vivere i momenti anziché fotografarli. La liberazione dall'idea fissa che solo le foto perfette possano catturare il momento perfetto, anche se sono le imperfezioni che rendono il momento unico.

E tu, cara Instax, nelle tue restrizioni, che rendono una fotocamera degna, mi liberi da ogni catena.

Alla fotocamera che celebra l’anti-fotografia.

Alla tua.

L’occhio fa l’immagine, non la fotocamera.
L’occhio fa l’immagine, non la fotocamera.
Fonte: Gisèle Freund

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La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot». 


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