Activision
Retroscena

Ho parlato con la star di Hollywood Michael Rooker di «Call of Duty: Black Ops 7»

Domagoj Belancic
14.11.2025
Traduzione: Martina Russo

In occasione di un evento di anteprima di «Call of Duty» ho incontrato gli attori di «Black Ops 7» e ho chiacchierato con la superstar hollywoodiana Michael Rooker di «Call of Duty», spazzoloni e giochi di guerra.

La serie «Call of Duty» è famosa per la presenza, nei suoi giochi, di volti noti di Hollywood. Anche «Black Ops 7» conta qualche calibro da novanta tra le sue file. Tra gli altri figurano infatti Michael Rooker («The Walking Dead», «Guardians of the Galaxy»), Milo Ventimiglia («This is Us», «Heroes») e Kiernan Shipka («Mad Men», «Chilling Adventures of Sabrina»).

Activision mi ha invitato a Londra a un evento di anteprima di «Call of Duty: Black Ops 7» dove, in una tavola rotonda, le tre star hanno svelato interessanti retroscena del noto blockbuster.

Ho poi avuto modo di parlare con Michael Rooker in un'intervista individuale riguardo al suo talento attoriale, i videogiochi come forma d'arte e i giochi di guerra.

Il cast all'evento, da sinistra a destra: Michael Rooker (che interpreta Mike Harper), Kiernan Shipka (che interpreta Emma Kagan) e Milo Ventimiglia (che interpreta David Mason).
Il cast all'evento, da sinistra a destra: Michael Rooker (che interpreta Mike Harper), Kiernan Shipka (che interpreta Emma Kagan) e Milo Ventimiglia (che interpreta David Mason).
Fonte: Activision

«Impossibile ignorare i progressi della tecnologia»

Per Michael Rooker, l'incursione in un setting di guerra futuristico di «Black Ops 7» non è una novità. Già nel 2012, il carismatico artista aveva interpretato il ruolo del combattente Mike Harper nel diretto predecessore, «Black Ops 2». Al fianco di David Mason, combatteva contro un'organizzazione terroristica. A suo parere, tornare a interpretare un ruolo così iconico dopo tanti anni è incredibile.

Durante l'evento di anteprima, Activision ha ripetutamente sottolineato che «Black Ops 7» è il «più grande ‹Black Ops› di sempre». Durante le riprese anche Rooker ha potuto constatare l'enorme portata di questa produzione blockbuster. Ricordando la sua primissima partecipazione a «Call of Duty», ha notato quante cose siano cambiate da allora: «Quella volta giravamo le scene con degli spazzoloni in mano e dei secchi in testa. Oggi indossiamo delle riproduzioni realistiche di armi ed elmetti».

Michael Rooker durante le riprese di prova di «Black Ops 7».
Michael Rooker durante le riprese di prova di «Black Ops 7».
Fonte: Activision

L'ha colpito molto anche il miglioramento della qualità delle animazioni. Già nel 2012 era rimasto sbalordito dalla digitalizzazione della sua performance con la tuta per il motion capture. In «Black Ops 7» è tutto a un livello incredibilmente superiore: «Oggi soprattutto i volti hanno delle animazioni incredibili. Gli occhi, la bocca: tutto si muove in modo naturale e realistico. Questa è la principale differenza rispetto al passato».

Anche al di fuori del suo ambito di azione come attore ci sono notevoli cambiamenti: «Ogni tanto do un'occhiata agli schermi degli sviluppatori e mi faccio spiegare alcune cose. Di molte cose mi accorgo appena, ma i progressi tecnologici sono evidenti anche per un profano come me».

Michael Rooker nel ruolo di Mike Harper
Michael Rooker nel ruolo di Mike Harper
Fonte: Activision

La partecipazione a «Black Ops 7» rappresenta invece una novità assoluta per Milo Ventimiglia e Kiernan Shipka. I due non sono quindi in grado di fare un confronto diretto con lo stato della tecnica del 2012, ma durante la tavola rotonda entrambi si sono detti impressionati dalla portata della produzione. «Come attore ho la sensazione di essere solo una piccola parte di qualcosa di molto grande. Tutte le persone che lavorano dietro le quinte: è davvero impressionante», ha affermato Ventimiglia.

Per Shipka il grande cambiamento rispetto alle produzioni televisive e cinematografiche è rappresentato soprattutto dai copioni mostruosi. Gli script di «Black Ops 7» contano migliaia di pagine. Rooker reagisce con un lieve sorriso alla questione: queste sceneggiature gigantesche le conosceva già.

In ogni caso, un attore esperto come lui non si spaventa di fronte alla montagna di battute. A Rooker non piace provare le battute o impararle a memoria. Ama improvvisare e sorprendere sé stesso e i colleghi: «Lascio semplicemente che le cose accadano. Non mi piace imparare le battute a memoria. Quindi non so mai esattamente cosa dovrò dire o come. Mi regolo sempre in base a ciò che fa chi ho di fronte. Devo avere questa libertà creativa quando recito».

Rooker ama improvvisare.
Rooker ama improvvisare.
Fonte: Activision

«È incredibile in quanti modi si può dire ‹merda›»

Gli attori hanno dovuto girare molte scene indossando tute per il motion tracking. Non è stato per nulla facile entrare nell'atmosfera delle scene di guerra in uno studio sterile e indossando una tenuta del genere.

A Shipka dava fastidio soprattutto il copricapo: «In testa avevamo dei caschi su cui erano fissate delle telecamere puntate sulla nostra faccia. Il che costituiva una grossa distrazione. Dovevo concentrarmi per non guardare continuamente dentro la telecamera sospesa a pochi centimetri dal mio viso».

Anche Ventimiglia ha raccontato della difficoltà a interagire con gli altri attori: «Dovevamo stare sempre attenti che le nostre telecamere non si incastrassero o toccassero quelle degli altri. Dovevi stare attento a mantenere sempre una distanza sufficiente: una cosa davvero impegnativa».

Non è affatto semplice recitare così.
Non è affatto semplice recitare così.
Fonte: Activision

Anche le registrazioni vocali separate hanno rappresentato una sfida insolita per tutti i partecipanti. Declamare centinaia di righe di testo in una cabina di registrazione in completo isolamento è faticoso. Soprattutto per un attore come Rooker, che ama improvvisare e adattare spontaneamente la sua recitazione al partner che ha di fronte.

Oltre alle registrazioni per la campagna, durante le sessioni individuali gli attori hanno dovuto anche registrare molte battute per le modalità multiplayer. In questo caso non basta registrare determinate parole, frasi o grida una o due volte, altrimenti le interazioni nel multiplayer risulteranno presto ripetitive.

Rooker ripensa sorridendo alle sessioni di registrazione, talvolta assurde: «È incredibile in quanti modi si può dire ‹merda›».

Le registrazioni vocali per il multiplayer hanno richiesto molto tempo. In questa scena Mike Harper viene ucciso da un robot.
Le registrazioni vocali per il multiplayer hanno richiesto molto tempo. In questa scena Mike Harper viene ucciso da un robot.
Fonte: Activision

Nel corso delle riprese individuali, Rooker si è trovato ad affrontare un ulteriore ostacolo che l'ha innervosito. Ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico agli occhi e di conseguenza per molte settimane non è stato in grado di leggere. Restare senza Rooker per una produzione così imponente avrebbe comportato un enorme dispendio di energie e costi aggiuntivi.

Per riuscire a registrare le parti vocali ha dovuto chiedere l'aiuto del suo management. Il problema era che loro si trovavano a centinaia di chilometri di distanza dal luogo in cui stavano registrando. La soluzione è stata fare in modo che il management gli leggesse le battute al telefono.

Rooker racconta: «Stavo nella cabina di registrazione con le cuffie Bluetooth, in collegamento telefonico con il mio management. Loro mi leggevano il testo e io lo recitavo. L'abbiamo fatto tutto così, avanti e indietro. Bello vedere come la tecnologia moderna ti aiuta a risolvere i problemi».

David Mason (Milo Venimiglia) e Mike Harper (Michael Rooker) in «Black Ops 7».
David Mason (Milo Venimiglia) e Mike Harper (Michael Rooker) in «Black Ops 7».
Fonte: Activision

«I videogiochi sono molto più complessi dei film»

Mi interessa sapere che cosa pensa Rooker dei videogiochi in generale. Vengo così a sapere che apprezza il mezzo, ma che personalmente non lo usa. Nemmeno «Call of Duty»: «È tutto troppo frenetico e veloce per i miei gusti, non riesco a starci dietro».

Comunque sia, Rooker considera i videogiochi una forma d'arte. Dalla sua prima apparizione in «Call of Duty», in «Black Ops 2», il panorama dei media è notevolmente cambiato. Ormai i videogiochi sono più mainstream che mai. Rooker ribadisce: «Sbaglia chi considera i videogiochi inferiori rispetto ai film o alle serie TV. Per molti versi, i giochi sono molto più complessi dei film. È una forma d'arte estremamente spettacolare, creata con il contributo di tantissime persone dietro le quinte.

Per Michael Rooker anche «Call of Duty» è arte.
Per Michael Rooker anche «Call of Duty» è arte.
Fonte: Activision

Nei suoi circa 40 anni di carriera, Rooker ha partecipato a numerosi film e serie TV. Gli chiedo se potrebbe concepire di dedicarsi esclusivamente ai videogiochi per il resto della sua carriera di attore.

Prima di rispondere, scoppia da ridere: «Se recitassi solo nei videogame, dovrei chiedere un compenso molto più alto per riuscirci a camparci». Però poi ci pensa su e aggiunge: «Ma non mi dispiacerebbe affatto. Al contrario, mi divertirebbe molto... Ma mi servirebbero più soldi».

«Mi piace sparare»

Gli sparatutto militari come «Battlefield» e «Call of Duty» sono molto amati, nonostante ogni giorno i media ci bombardino con immagini di guerre vere. Nella nostra colonna dei commenti, giochi di guerra così realistici provocano sempre accese discussioni.

Alla domanda se la violenza o la tematica bellica di «Call of Duty» lo infastidiscano, Rooker risponde: «No, per niente. Ricevo il copione e recito semplicemente quello che c'è scritto. Parto senza pregiudizi. Se trovo qualcosa di sgradevole, ne parlo con il regista e gli autori e lo modifichiamo».

Le armi non sono un problema per Michael Rooker.
Le armi non sono un problema per Michael Rooker.
Fonte: Activision

Rooker ammette che l'argomento lo appassiona anche a livello personale: «Mi piace sparare, sono un tiratore sportivo. Sono sempre stato bravo in questo, con arco e frecce, asce o armi da fuoco. Mi piace vestire i panni di personaggi che se la cavano bene con le armi. Ecco perché mi piace interpretare Mike Harper».

Quando si parla di armi, Rooker si esalta davvero. La sua competenza e la sua passione in questo settore lo aiutano a interpretare i suoi ruoli nel modo più autentico possibile.

Si è preparato molto anche prima di interpretare Mike Rooker in «Black Ops 7»: «Mi informo sulle varie tecniche che riguardano le armi da fuoco. Ad esempio, oggi le squadre SWAT impugnano le armi in modo diverso rispetto al passato. E per Mike Harper ho fatto la scelta consapevole di non impugnare le armi in modo «moderno», bensì «old school». Una scelta che si addice di più al personaggio. È un personaggio iconico, che appartiene alla vecchia guardia».

«Che domanda stupida»

Per concludere, chiedo a Rooker che cosa, secondo lui, i fan di «Call of Duty» dovrebbero attendere con maggiore anticipazione in «Black Ops 7».

«Che domanda stupida», mi risponde Rooker fissandomi con un'espressione seria. «Oddio, ho rovinato l'intervista con l'ultima domanda?», penso mentre sento lo sguardo di Rooker che mi trapassa da parte a parte.

Ma ecco che arriva la rivelazione, quando Rooker aggiunge: «Dovrebbero essere ansiosi, soprattutto di potere giocare nei panni di Mike Harper». E scoppia a ridere, poi mi ringrazia per l'intervista e si mette in posa per una foto con me.

Allora, caro Michael Rooker. Non vedo l'ora di sparare all'impazzata nei panni Mike Harper in «Black Ops 7», con le armi impugnate in stile old school e tante varianti di «merda».

Michael Rooker (a destra) e io (a sinistra).
Michael Rooker (a destra) e io (a sinistra).
Fonte: Activision

Durante l'evento di anteprima ho anche avuto modo di parlare con il team di sviluppo – qui trovi l'articolo:

  • Retroscena

    «Call of Duty: Black Ops 7»: una conversazione con il team di sviluppo su grandi ambizioni e allucinazioni

    di Domagoj Belancic

«Call of Duty: Black Ops 7» è disponibile dal 14 novembre per PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e PC. Activision mi ha invitato all'evento di anteprima a Londra e ha coperto le mie spese di viaggio.

Immagine di copertina: Activision

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Il mio amore per i videogiochi si è svegliato alla tenera età di cinque anni con il Gameboy originale ed è cresciuto a dismisura nel corso degli anni.


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