Shutterstock, Alex Van Aken
Retroscena

Che cosa succede da Ubisoft?

Philipp Rüegg
15.1.2025
Traduzione: Leandra Amato

Giochi che vengono interrotti dopo meno di un anno, scandali per abusi e azioni ai minimi storici. Cosa sta succedendo all'azienda di famiglia, un tempo così rispettata?

21 000 persone in tutto il mondo lavorano presso Ubisoft, la maggior parte delle quali impegnate con «Assassin's Creed Shadows». Le aspettative per il gioco sono enormi. Se il viaggio nel Giappone feudale non diventerà il campione di incassi sperato, Ubisoft potrebbe trovarsi di fronte a un enorme sconvolgimento, il cui esito potrebbe significare la fine di una delle più antiche aziende a conduzione familiare dell'industria dei videogiochi.

C'erano una volta cinque fratelli

La storia di Ubisoft inizia in Bretagna. In un piccolo villaggio nel nord-ovest della Francia, non troviamo dei Galli indomiti, ma la famiglia Guillemot, che gestisce un'azienda di prodotti agricoli, in cui lavorano anche i cinque figli. Sono praticamente nati con una mentalità imprenditoriale.

Poiché i margini sono sempre più ridotti, Claude, il fratello maggiore, ha l'idea di vendere CD musicali ai contadini. Poco dopo si aggiungono i computer e, come logica conseguenza, i giochi per PC. Poi si rendono conto che il loro fornitore francese fa pagare i giochi il doppio rispetto all'Inghilterra.

Il primo gioco si chiama «Zombi». Un'avventura d'azione ispirata all'icona horror George A. Romero, in cui tu e quattro personaggi rovistate in un centro commerciale. Se uno dei personaggi muore, si trasforma in uno zombie e hai così un altro mostro tra i piedi. 26 anni dopo, il gioco riceve un successore su WiiU con «ZombiU».

Nel 1996, Ubi Soft si quota in borsa e raccoglie oltre 80 milioni di dollari di capitale. Nei due anni successivi, la società apre studi di gioco ad Annecy, Shanghai, Montreal, Milano, Casablanca e Barcellona. Nel 1998, l'azienda conta quasi 1000 dipendenti, gettando le basi di quella che sarebbe poi diventata una società globale.

Nello stesso anno, Ubi Soft annuncia che in futuro la società si chiamerà Ubisoft. Viene presentato un nuovo logo, che esiste ancora oggi nella sua forma di base.

Presunta brama di acquisizione

A cavallo del nuovo millennio si verificano numerosi consolidamenti di grandi aziende. Squaresoft unisce le forze con Enix e Sega con Sammy. Vivendi Games si fonde con Activision diventando Activision Blizzard. All'epoca Blizzard apparteneva già a Vivendi.

EA, che non è più uno dei grandi player, rimane indietro. Le cose sarebbero potute andare in una direzione completamente diversa qualche anno prima.

Una nuova stella nel firmamento

Nel 2007 segue uno dei momenti più importanti della storia di Ubisoft. È infatti l'anno dell'uscita del fiore all'occhiello dell'azienda: «Assassin's Creed». Sotto la direzione del produttore Jade Raymond, Ubisoft offre un affascinante gioco di arrampicata e stealth con animazioni e grafica all'avanguardia.

Ubisoft aveva originariamente previsto un sequel di «Prince of Persia» per la nuova generazione di console. La PS3 e la Xbox 360 vengono lanciate nel 2005. Tuttavia, il motore sviluppato per queste console permette a Ubisoft di pensare in ambiti più ampi e così con «Assassin's Creed» viene creato un franchise nuovo di zecca.

Se il primo «Assassin's Creed» ha ancora qualche punto debole, Ubisoft è riuscita a mettere a segno un colpo con il sequel, mettendo a tacere anche gli ultimi critici. Si espande in una trilogia incentrata sull'affascinante fiorentino Ezio Auditore. Insieme all'avventura piratesca «Black Flag», che segue nel 2013, le avventure di Ezio sono tra le più amate dai fan. Tuttavia, la svolta decisiva per la serie deve ancora arrivare.

Mentre il terzo «Far Cry» brilla ancora per innovazione, il quarto capitolo, uscito solo due anni dopo, segue esattamente la stessa strada. I fan cominciano a mostrare segni di stanchezza. La mancanza di creatività diventa ancora più chiara con «Primal», che esce allo stesso ritmo nel 2016 e utilizza la stessa mappa della quarta parte. Neanche l'età della pietra può nascondere questo fatto.

L'ondata di scandalo

Anche il figlio di Guillemot, Charlie, lascia l'azienda nel 2021. Sotto la sua guida, viene pubblicato un trailer per il gioco mobile «Tom Clancy's Elite Squad», che ritrae i manifestanti di Black Lives Matter come criminali. Ubisoft ritira il trailer con delle scuse.

Gli scandali hanno gettato un'ombra sull'azienda, che si è sempre presentata come cosmopolita e accogliente.

Gli attuali cavalli di battaglia sono «Far Cry», «Assassin's Creed», «Ghost Recon», «Rainbow Six», il gioco di ballo «Just Dance» e «Watch Dogs», un altro gioco open world che segue la formula Ubisoft.

Un'altra importante acquisizione europea è Massive Entertainment. Lo studio svedese appartiene a Ubisoft dal 2008. I primi due «The Division» hanno avuto un grande successo. Con «Star Wars Outlaws», uscito nell'autunno del 2024, Massive ha dimostrato di avere meno talento. «Outlaws» dovrebbe essere il grande successo al botteghino per il 2024, ma le carenze tecniche e il gameplay non particolarmente originale hanno portato a vendite deludenti.

«Avatar: Frontiers of Pandora» dimostra anche che un marchio famoso non garantisce il successo. Il gioco, che molti descrivono come «Far Cry» con gli omini blu, è scomparso rapidamente senza far rumore. Il fatto che Ubisoft non abbia annunciato un adattamento videoludico di successo del film di maggior incasso di tutti i tempi la dice lunga.

Il gioco multiplayer piratesco «Skull and Bones» è un flop ancora più grande. È stato rinviato innumerevoli volte e infine lanciato all'inizio del 2024. Con un punteggio Metacritic di 59, è meglio non parlare di un «gioco da quadrupla A».

Mentre «Skull and Bones» può almeno continuare a esistere, è stata staccata la spina allo sparatutto free-to-play «Xdefiant» dopo meno di un anno. I server sono ancora online fino a giugno, ma 277 dipendenti sono già stati licenziati.

Dopo tutto, un altro sparatutto free-to-play è sopravvissuto per due anni. «Hyper Scape» ha cercato di capitalizzare il clamore dei battle royale, ma non è riuscito a raggiungere la massa critica.

Ubisoft ottiene ben poco e anche l'etichetta Tom Clancy non è più una garanzia di successo. «Ghost Recon Breakpoint» è considerato un flop sia per la critica che per le vendite. «Rainbow Six Extraction» non merita certo una nota marginale. E anche «The Division 2» ha avuto bisogno di numerosi aggiornamenti prima che i gamer fossero soddisfatti.

Questo mi riporta ad «Assassin's Creed». Le aspettative per l'ultimo capitolo sono molto alte. «Shadows» è già stato rinviato due volte e la sua uscita è prevista per marzo 2025. Le richieste di un cambio di gestione presso Ubisoft si fanno sempre più forti. Anche le voci di un'acquisizione rimangono salde.

Attualmente la famiglia possiede il 15% della società e detiene il 20,5% dei diritti di voto. Subito dopo c'è il gruppo cinese Tencent, che possiede il 10% della società e il 9,2% dei diritti di voto.

Se «Assassin's Creed Shadows» non sarà un mega successo, i Guillemot difficilmente potranno nascondersi dai loro investitori, nonostante la loro partecipazione di maggioranza. Un'acquisizione potrebbe cambiare radicalmente l'azienda. La domanda è se in meglio o (addirittura) in peggio.

Immagine di copertina: Shutterstock, Alex Van Aken

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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