
Retroscena
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di Kim Muntinga
35 anni di Campo minato. La ricetta del successo: semplici clic con molti rischi. Non solo nel gioco, ma anche al lavoro.
Una griglia di quadrati grigi: un campo minato digitale. Per scoprire i quadrati bisogna cliccare su di essi. I numeri indicano il numero di quadrati adiacenti contenenti mine. Chi pensa in modo logico sopravvive. Chi clicca il quadrato sbagliato, è fuori. Semplice. Brutale. Coinvolgente.
E una volta iniziato, non si riesce più a smettere. Un altro clic, un altro numero, un altro schema – ed ecco che comincia una nuova partita. Campo minato non era un gioco con diversi livelli. Era una condizione. E a volte lo è ancora oggi.
Anche dopo 35 anni, Campo minato continua a vivere, più silenzioso che mai, ma sempre pronto a rovinare la tua concentrazione. Se ti manca, puoi trovarlo nel Microsoft Store. Clic. Numero. Rischio. E a volte: boom.
La mia musa ispiratrice si trova ovunque. Quando non la trovo, mi lascio ispirare dai miei sogni. La vita può essere vissuta anche sognando a occhi aperti.
Curiosità dal mondo dei prodotti, uno sguardo dietro le quinte dei produttori e ritratti di persone interessanti.
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di Domagoj Belancic
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Chiunque giocasse a Campo minato non giocava solo contro la griglia, ma anche contro l'orologio, contro la propria coscienza e contro il proprio capo. Ogni clic era un rischio. Il rischio di perdere e il rischio di essere scoperti dal capo. Ecco perché le dita della mia mano sinistra erano sempre appoggiate su Alt+Tab, pronte a trasformare il gioco in un documento Excel mai salvato. Campo minato non era solo un gioco, si rifletteva nella realtà: la bomba poteva esplodere in qualsiasi momento e la copertura poteva saltare.