Retroscena

Ascesa e caduta di una società di videogiochi: come Blizzard ha perso la sua magia

Philipp Rüegg
18.8.2021
Traduzione: Martina Russo

«Warcraft», «Diablo», «Starcraft», «World of Warcraft»: qualsiasi cosa tocchi Blizzard si trasforma in oro. Ma poco a poco lo sfavillio sta svanendo, rivelando preoccupanti macchie di ruggine.

Tutto parte da una fusione

Il primo gioco sviluppato con il nuovo nome è «Warcraft: Orcs & Humans». Il principio del gioco si ispira a «Dune 2», gioco di strategia della Westwood. Con i due riuscitissimi giochi successivi Blizzard non solo getta le basi di «World of Warcraft» ma, grazie a una scena di modding attiva, anche di MOBA come «Dota» e «League of Legends».

Il gold standard per i giochi per PC

Tutto questo grazie a Battle.net, un servizio online gratuito che consente a giocatori e giocatrici di collaborare o sfidarsi. La piattaforma esce nel 1997 parallelamente a «Diablo» e molti la considerano il punto di forza del gioco di combattimento contro i mostri. Invece di esplorare in solitaria le oscure segrete, i giocatori possono sfidare il signore degli inferi in gruppo.

Tuttavia Battle.net non decolla veramente fino a quando, nel 2000, non viene lanciato «Diablo 2». Finalmente ci sono dei server dedicati che consentono di usare il proprio personaggio sia giocando online che localmente. Questa caratteristica dà un ulteriore impulso al successore, già molto apprezzato.

Nel 2002, mentre i giochi di strategia in real time perdono sempre più terreno, Blizzard va controcorrente e sviluppa «Warcraft III: Reign of Chaos», un altro successo. Particolarmente apprezzato l’add-on «The Frozen Throne», alle cui vicende si collega quello che tuttora è il più grande progetto dello studio: «World of Warcraft». Un MMO epocale ambientato nell'universo della serie Warcraft e che riunisce migliaia di giocatori su server condivisi.

Blizzard North si scioglie

Il primo passo falso

Activision mette la quinta

Nel 2014 Blizzard pubblica «Hearthstone» inaugurando l’era dei giochi di carte, tutt’ora in voga. È il primo gioco disponibile anche per le piattaforme mobili.

Mike Morhaime, fondatore di Blizzard, lascia l’azienda nel 2018 dopo 28 anni. Immagine: Flickr/SobControllers

«Diablo Immortal», Blitzchung e «Warcraft 3»

Secondo una ricerca di Bloomberg il motivo del disastroso remaster sarebbe attribuibile a una «cattiva gestione e pressione finanziaria». Activision avrebbe costretto Blizzard a tagliare i costi e a favorire i titoli più grandi.

Lo scandalo degli abusi sessuali

Di conseguenza, numerosi membri dei vertici aziendali se ne vanno. Tra questi Brack, il presidente, Jesse Meschuk, il responsabile delle Risorse Umane, Luis Barriga, Game Director di Diablo IV, Jesse McCree, Lead Level Designer di Diablo IV e Jonathan LeCraft, Level Designer di «World of Warcraft». Inoltre molti sponsor importanti, come Coca-Cola, Kellogg’s, IBM e Pringles, abbandonano la lega di e-sport «Overwatch». Con la causa Blizzard tocca il fondo.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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