Retroscena

«Age of Empires»: «La parte migliore? È come chiedere a un genitore a quale dei suoi figli tiene di più»

Philipp Rüegg
21.2.2022
Traduzione: Leandra Amato

Bruce Shelley ha lavorato su quattro giochi di «Age of Empires»: nell'intervista, ci racconta come è nata l'ambientazione storica, perché i libri per bambini sono serviti come fonte d'ispirazione e cosa pensa della quarta parte.

Bruce Shelley ha contribuito in modo decisivo al successo di «Age of Empires». Ormai ultrasettantenne, è stato il designer principale delle prime tre parti e dello spin-off «Age of Mythology». Ancora prima, ha scritto la storia insieme a Sid Meier con «Civilization».

Bruce, quando è stata l'ultima volta che hai giocato a «Age of Empires»?
Bruce Shelley, game designer: Non riesco a ricordare. Ma dubito di averci giocato molto dopo averlo finito. Abbiamo immediatamente iniziato a sviluppare «Age of Empires 2». È come fare delle salsicce. Puoi andare avanti (per sempre), ma ad un certo punto devi legarle e venderle, perché il business deve andare avanti.

Questo vale per tutti i tuoi giochi? Non ci giochi spesso?
Ci giochiamo intensamente mentre li realizziamo. Progettiamo mentre giochiamo, per così dire, e riscriviamo costantemente il codice. La produzione di «Age of Empires» è stato un processo lungo tre anni. Dopo sei felice di poter giocare a qualcosa di nuovo.

Qual era la tua strategia in multiplayer?
Ero più un costruttore, quindi mi sono preso più tempo per la parte economica e mi è piaciuta molto. Ma contro i giocatori davvero bravi di solito ero troppo in ritardo per avere una possibilità. Era come se io digitassi con due dita mentre i miei colleghi ne usavano dieci.

Abbiamo giocato regolarmente a «Warcrafr» e quando abbiamo fatto il nostro gioco abbiamo scoperto che ci piaceva di più. Ci è piaciuto molto giocare al nostro gioco, il che penso sia naturale. Ma se questi gamer hardcore si divertono davvero con il nostro gioco, allora è davvero una cosa positiva.

Quando guardi indietro ad «Age of Empires», sei ancora soddisfatto del risultato?
Sono molto soddisfatto della serie. È cresciuta, è cambiata e credo che abbia reso felici molte persone. Ho almeno un ex-collega che gioca ancora ad Age 2 con il suo compagno dei tempi di scuola una volta alla settimana. L'idea che la gente giochi ancora qualcosa che abbiamo fatto 30 o 25 anni fa è una bella sensazione.

Come ci si sente a vedere un nuovo team che lavora su «Age of Empires»?
Non ho alcun problema. È così che il franchise continua a vivere. La maggior parte di noi che ha fatto gli originali non è coinvolta. Sono contento che pensino che sia abbastanza buono da essere continuato. La cosa più importante per me è che non sparisca per sempre in un cassetto. C'è un pubblico che ancora ci gioca.

Quando «Age of Empires» è stato rilasciato, un giornalista ha scritto: «Questo gioco è come cocaina digitale».

Hai giocato a «Age of Empires IV»?
No, non l'ho fatto. Ora sono un uomo anziano. Ho più di 70 anni e mi rendo conto che dopo più di 40 anni di coinvolgimento nello sviluppo di giochi, ci sono altre cose che mi interessano. Quando si arriva alla mia età, si comincia a pensare a quanto tempo rimane. Vuoi davvero passare il tuo tempo su un gioco quando potresti fare qualcos'altro, magari viaggiare o qualcosa che ti sembra più importante?

Abbiamo ricevuto lettere di genitori che dicevano che i loro figli volevano leggere di più sulla storia, su certi personaggi o popoli a causa di «Age of Empires».

Il primo gioco per computer su cui ho lavorato consisteva di quattro colori: nero, bianco, magenta e ciano.

**Hai lavorato per molte aziende diverse come Ubisoft, Blue Byte e Zynga. Sei nell'industria da più di 30 anni ormai
Se aggiungiamo i giochi da tavolo, sono 40 anni.

Il mio telefono oggi è un milione di volte più potente del primo PC su cui ho lavorato. La grafica è cambiata drasticamente. Abbiamo dovuto costruire un nuovo motore quasi ogni volta che abbiamo sviluppato un gioco. Oggi possiamo usare Unity o Unreal, e gran parte del lavoro pesante è fatto. Si può realizzare un prototipo in una settimana o due. Proprio l'altro giorno Wordle è apparso dal nulla e viene giocato da persone di tutto il mondo.

Si possono spendere 100 milioni di dollari per un gioco. Wordle è stato creato da una sola persona sulla sua piccola macchina e ha cambiato un po' il mondo. Questo genere di cose succede da 40 anni ed è una cosa molto positiva.

Ma penso che finirò presto. Dovrei andare in pensione. Ho avuto due settimane di ferie per Natale e me le sono davvero godute. Prima di fermarmi, però, vorrei vedere un altro gioco di punta nel mio curriculum. Quindi resterò ancora per un po', ma probabilmente non per sempre.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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