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7680 × 2160 pixel in 57 pollici: ho provato l’Odyssey Neo G9 di Samsung

Samuel Buchmann
9.10.2023
Traduzione: Martina Russo

Di solito è difficile trovare schermi con una superficie estesa e un’alta densità di pixel. Al nuovo monitor da 57 pollici di Samsung la combinazione è riuscita. Si tratta di un’accoppiata vincente, con pochi punti deboli e una gran fame di hardware.

Un monitor da 57 pollici di diagonale: alla Samsung sono diventati megalomani. Il nuovo Odyssey Neo G9 è il più grande display widescreen attualmente in commercio. È anche il primo dispositivo con una doppia risoluzione UHD, ovvero 7680 × 2160 pixel.

Sembra tutto molto promettente. Gli schermi come il Neo G9 sono il futuro? Oltre a questi valori impressionanti, è in grado di offrire una qualità d’immagine altrettanto convincente? Ho collocato il gigante sulla mia scrivania.

Design e connessioni: si è risparmiato sulle cose sbagliate

Se la tua scrivania non è abbastanza stabile, è probabile che il Neo G9 oscilli anche quando digiti. Sulla mia, che è di rovere massiccio e ha la struttura in acciaio, resta abbastanza fermo. Ti suggerisco, cara Samsung, di chiedere anche 100 franchi in più per i tuoi schermi, ma di usare dei materiali migliori. Questo vale anche per il retro, che è in plastica bianca lucida. Il suo aspetto dozzinale non mi sembra adatto a un dispositivo di fascia alta.

Ti consiglio però di usare una scrivania bella grande, che abbia quindi una larghezza e una profondità sufficienti. Il Neo G9 misura 1,33 metri da sinistra a destra. Tra il punto più arretrato del piedistallo e il bordo centrale anteriore del display ci sono 25 centimetri. Per riuscire a vederlo comodamente, la tua scrivania dev’essere profonda almeno un metro. Se devi posizionare anche gli altoparlanti, ti serve una larghezza di almeno 1,8 metri.

Trovo un po’ singolare la scelta delle connessioni per il segnale video. Il monitor è dotato di una singola DisplayPort 2.1 e di tre HDMI 2.1. Devo ancora capire perché gliene servano così tante, ma fa niente. Mi manca però l’USB-C. Un’assenza che si fa notare e che limita la sua compatibilità con i Mac. Ma di questo parlo più sotto.

Qualità dell’immagine: al momento è il top

Ma ora basta guardare ai lati negativi. In quello che è l’ambito più importante, ovvero la qualità dell’immagine, il Samsung Odyssey Neo G9 non sbaglia quasi nulla. Nel suo prodotto di punta Samsung inserisce praticamente tutta la tecnologia attualmente disponibile e dimostra perché, nella maggior parte dei casi, un pannello a mini LED ben realizzato è più adatto ai monitor rispetto all’OLED.

Luminosità e contrasto: approvati

La retroilluminazione a mini LED del Neo G9 diventa luminosa. Molto luminosa. Samsung dichiara 420 nit, ma in modalità SDR full frame ho rilevato non meno di 795 nit. Una luminosità sufficiente per vedere bene anche di giorno, se ti trovi di fianco a una grande finestra.

Colori: buoni per uno schermo da gaming

Se invece registro il Neo G9 con il Calibrite i1Display si evidenziano i punti deboli.

Nitidezza: il punto cruciale della risoluzione

Ma l’alta risoluzione pone un doppio problema: innanzi tutto la tua scheda grafica dev’essere in grado di calcolare un sacco di pixel con sufficiente rapidità, poi deve inviarli al monitor con una frequenza di fotogrammi sufficientemente alta. Due cose non proprio semplicissime.

Gaming: davvero coinvolgente

Lo schermo non può fare nulla per questi problemi di prestazioni e di connessione. Semplicemente, offre più possibilità di quelle che l’hardware attuale è in grado di sfruttare. Nonostante tutto, trovo che giocare con il Samsung Odyssey Neo G9 sia un’esperienza fantastica. Il formato 32:9 può piacerti o meno, perché in fondo è una questione di gusti. In questo caso mi piace, perché nonostante il formato panoramico il display è sufficientemente alto.

In «Forza Horizon», arrivo a circa 100 FPS con un livello elevato di dettagli, il che mi basta. Con i giochi di corse, lo schermo gigante ti regala emozioni incredibili. Nella mia visione periferica, il paesaggio mi scorre davanti, ma allo stesso tempo non vengo schiacciato dall’alto, come invece accadeva con l’Odyssey Ark, troppo alto. Gli splendidi colori e gli alti contrasti rendono giocare ancora più divertente.

Per l’ufficio: un sogno per il multitasking

L’enorme superficie dello schermo totalmente priva di bordi è un sogno anche per il lavoro d’ufficio. Posso disporre tre grandi finestre una accanto all’altra, con quella in mezzo ben centrata di fronte a me. Un setup perfetto, ad esempio, per scrivere un testo, fare ricerche e confrontarsi con i colleghi in Microsoft Teams. Il tutto senza dover premere Alt-Tab (o Cmd-Tab in MacOS).

A differenza dei modelli precedenti, nel Neo G9 Samsung implementa bene anche la modalità Picture-by-Picture. Posso dividere lo schermo con un rapporto 1:1 o 2:1. In quel caso si comporta come se fossero due schermi affiancati. Puoi impostare un segnale d’input separato per le due parti. Ad esempio, potresti usare un gioco su due terzi dello schermo e a fianco guardarti un video su YouTube.

L’elevata luminosità massima è una benedizione quando fuori splende il sole: posso continuare tranquillamente a lavorare senza dover tirare le tende. Quello che mi piace anche rispetto all’OLED è che l’illuminazione a mini LED non produce così tanto calore, nonostante l’ampia superficie bianca. Talvolta l’Odyssey OLED G9 mi sembrava una stufa elettrica.

Se lavori nello spazio colore AdobeRGB, il Neo G9 non è in grado di riprodurre un numero sufficiente di colori, data la sua copertura all’87%. Non ho però alcun problema a modificare le immagini sRGB per il web, visto che in questo caso sia la copertura dello spazio colore sia la resa cromatica vanno bene. E ci aggiungo anche la buona densità di pixel. Almeno in ambiente Windows – e qui veniamo alla più grande arrabbiatura che mi è capitata durante il test.

Compatibilità con Mac: sempre la solita storia!

Se utilizzo il Neo G9 con MacOS mi imbatto in due problemi che non si verificano con Windows. Uno si riesce a risolvere sborsando quattrini, l’altro no.

L’altra soluzione è più semplice: acquistare un nuovo Mac con M2 Pro o M2 Max, entrambi dotati di HDMI 2.1. Per essere certo che questa soluzione funzioni davvero, mi procuro un M2 Max Mac Studio come dispositivo per il test. Ed effettivamente questo riconosce la piena risoluzione del Neo G9 ed è in grado di trasmetterla via HDMI a 120 hertz.

Comando: lineare e senza fronzoli

A differenza di molti altri schermi Samsung attuali, il Neo G9 non ha Tizen OS. E per fortuna! Non sono mai riuscito a utilizzare bene quel menu ipertrofico. In un monitor non ho bisogno di funzioni da smart TV o di un telecomando. Invece, apprezzo la semplicità dell’interfaccia utente del nuovo schermo da 57 pollici. Il menu si comanda tramite una reattiva rotella di selezione nella parte inferiore dello schermo.

Giudizio finale: in anticipo sui tempi

Le cose si complicano ulteriormente se vuoi collegare un Mac. Puoi avere dei risultati soddisfacenti solo con i nuovi modelli M2-Pro e M2-Max, e anche in questo caso ci sono limitazioni con il ridimensionamento di macOS.

Immagine di copertina: Samuel Buchmann

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Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


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