Sony
Recensione

«Rise of the Rōnin» in anteprima: un misto di Soulslike e «Ghost of Tsushima»

Domagoj Belancic
11.3.2024
Traduzione: Leandra Amato

Ho giocato a «Rise of the Rōnin» prima della sua uscita del 22 marzo. Nonostante un inizio lento, il gioco colpisce per l'emozionante mondo aperto e il divertente sistema di combattimento. Graficamente, però, l'action RPG non mi convince.

Appassionati di ambientazioni storiche giapponesi tenetevi forte: il mese scorso è stata lanciata «Shōgun», un'eccellente miniserie ambientata nel Giappone del XVI secolo; il 22 marzo esce «Rise of the Rōnin», un nuovo gioco di samurai esclusivo per PS5 del leggendario studio di sviluppo Team Ninja.

Il tutto è ambientato alla fine del XIX secolo, che segna anche la fine del periodo Edo. Il Giappone si sta aprendo all'Occidente. Le tensioni politiche si acuiscono e il Paese sprofonda nella guerra civile. E io, nelle vesti di un Rōnin, mi trovo nel bel mezzo del caos. Evviva.

Potrei passare ore e ore a creare personaggi

Per quest'anteprima, ho trascorso circa cinque ore con il gioco. Nel mio limitato tempo di gioco, completo alcune missioni principali e faccio tremare il mondo aperto intorno alla città portuale di Yokohama. Ma prima mi sbizzarrisco nel creatore di personaggi.

È incredibilmente dettagliato e mi permette di personalizzare l'aspetto del mio personaggio fin nei minimi dettagli. Do al mio Rōnin un'espressione truce e sfregiata. Naturalmente deve essere anche muscoloso. Non voglio esagerare con i capelli e il loro colore, ma mi fiondo sui tatuaggi: carpe koi e fiori sono una bellissima combinazione.

Dopo 45 minuti ho finito e sono soddisfatto della mia creazione. Sono pronto ad andare in battaglia. Ma poi il gioco mi dice che devo creare un secondo personaggio donna: infatti, la storia ruota attorno a una temuta coppia di Rōnin. Le mie riserve creative sono esaurite. Per il mio Rōnin donna, non mi preoccupo più di tanto e mi affido principalmente ai preset. Tuttavia, sono soddisfatto del risultato.

Se non hai voglia di sbizzarrirti con il creatore di personaggi, puoi utilizzare i due personaggi di gioco predefiniti. Oppure puoi creare figure assemblate a caso. Tuttavia, i risultati del generatore casuale sono solitamente... discutibili.

Il mio collega di redazione Simon ha esagerato, come al solito, e ha trovato le combinazioni più brutte in assoluto. Non vedo l'ora di vedere quali creazioni pazzesche proporranno altri gamer dopo il lancio del gioco.

L'inizio è lento

Dopo aver generato i miei personaggi, devo prima completare numerose missioni tutorial. Affronto un vecchio maestro di spada in un combattimento di prova, mi infiltro in una nave mercantile americana e difendo il mio villaggio da un attacco di assassini mascherati. La narrazione in queste missioni iniziali è un po' sconnessa. Perché faccio tutto questo e quali sono le motivazioni dei diversi personaggi? Non si sa. Lascio che accada e accetto il caos.

La mia introduzione al sistema di combattimento è stata ancora più casuale. Sono sommerso da tutorial, menu sovraffollati e combinazioni di tasti, ma non riesco a ricordare tutto e mi dispero già quando incontro il primo boss intermedio. Anche il design lineare dei livelli dell'introduzione mi annoia. La mia attesa per l'avventura di Rōnin lascia il posto alla preoccupazione.

Mondo di gioco emozionante, grafica non spettacolare

Dopo le missioni tutorial lineari, mi ritrovo nel mondo di gioco aperto di «Rise of the Rōnin». L'area iniziale intorno alla città portuale di Yokohama invita a esplorare il suo paesaggio collinare e le sue bellissime spiagge.

Un pizzico di Soulslike

Nell'eccitante mondo aperto, dimentico rapidamente che ho una missione principale relativamente urgente da portare a termine. Le missioni secondarie e i minigiochi, come il poligono di tiro o il percorso di volo, mi distraggono. Cerco gatti nascosti che posso usare per sbloccare nuove armature rare. Oppure aiuto i cittadini erranti nelle missioni secondarie. Libero innumerevoli villaggi dai banditi. Tipico mondo aperto.

Con un contrattacco perfettamente temporizzato, non solo respingo gli attacchi nemici, ma li privo anche della loro forza Ki e li rendo vulnerabili per un breve periodo.

Tuttavia, «Rise of the Rōnin» non è così difficile come altri titoli Soulslike. Ho la possibilità di scegliere tra tre livelli di difficoltà. Con l'opzione più semplice, anche i novizi assoluti dei Soulslike come me dovrebbero essere in grado di familiarizzare con il sistema di combattimento, nonostante il tutorial sfavorevole.

Il sistema di combattimento ha del potenziale

Non vedo l'ora di vedere come si svilupperanno tutti i diversi stili, le abilità e le opzioni di combinazione con il progredire del gioco. Non posso ancora giudicare se i duelli con la spada e la pistola mi motiveranno a lungo, ma il potenziale c'è.

Valutazione intermedia: sì, potrebbe andare

Dopo un inizio stentato e qualche tentativo ho fatto amicizia con il sistema di combattimento in stile Soulslike e mi sono innamorato dell'open world giapponese. A parte la scarsa presentazione grafica, mi sento ormai a casa nel mondo di «Rise of the Rōnin».

Sono curioso di vedere se il mondo di gioco aperto mi spingerà a continuare l'esplorazione e se il sistema di combattimento con tutte le abilità sbloccabili fornirà ulteriore profondità al gameplay. Sono cautamente ottimista e non vedo l'ora di continuare la mia avventura da Rōnin.

«Rise of the Rōnin» esce il 22 marzo per PS5. Il gioco mi è stato fornito da Sony a scopo di test. Una recensione dettagliata seguirà dopo l'uscita ufficiale.

Immagine di copertina: Sony

A 17 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

Il mio amore per i videogiochi si è svegliato alla tenera età di cinque anni con il Gameboy originale ed è cresciuto a dismisura nel corso degli anni.


Videogiochi
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

Recensione

Quali sono i film, le serie, i libri, i videogiochi o i giochi da tavolo più belli? Raccomandazioni basate su esperienze personali.

Visualizza tutti

Potrebbero interessarti anche questi articoli

  • Recensione

    «Ghost of Yōtei» è ancora un open world?

    di Simon Balissat

  • Recensione

    «Lost Soul Aside», il videogioco cinese per Playstation, è vittima delle sue ambizioni

    di Domagoj Belancic

  • Recensione

    Brutale, sanguinoso, tosto: «Ninja Gaiden 4» alla prova

    di Domagoj Belancic