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Recensione di Artemis Fowl: un disastro totale

Dominik Bärlocher
13.6.2020
Traduzione: Leandra Amato

Se Disney pensava che «Artemis Fowl» sarebbe stato un grande successo, dovrà ricredersi. Il film non è minimamente fedele alle storie che Eoin Colfer racconta nelle pagine dei suoi libri, ed è fatto così male che dovrebbe essere bandito dagli schermi di ogni cinema e casa.

Andiamo per gradi: «Artemis Fowl», il film, è stato realizzato da Disney in base a una serie di romanzi omonima, con cui spera di intrattenerci, meravigliarci e riempire le casse dei cinema. La serie di romanzi «Artemis Fowl» è composta da sette libri e si è ritagliata una nicchia nel mercato internazionale come nessun altro aveva mai fatto prima. «Artemis Fowl», il personaggio, è uno dei più accattivanti in cui ti imbatterai leggendo le pagine di un libro.

Il film «Artemis Fowl» rivela tutto ciò che Eoin Colfer ha creato nei suoi libri nei primi dieci minuti. Non solo: la storia è confusa e non si capisce bene di cosa parli. Questa recensione probabilmente non sarà completamente priva di spoiler, ma continua pure a leggere. Ho guardato io il film, così tu non dovrai sottoporti alla stessa tortura.

In sostanza:

  1. Judi Dench dovrebbe licenziare il suo agente con effetto immediato. Prima Cats, ora questo?
  2. Matthew Tucker, il montatore, dovrebbe riconsiderare la sua scelta di carriera.
  3. Gli sceneggiatori Conor McPherson e Hamish McColl non dovrebbero mai più essere autorizzati a scrivere il copione per un film.
  4. Disney deve darsi una regolata. Seriamente.

Il Popolo: creature magiche e fantastiche

«We have fed the troll a little potion of nettles and wasp juice. Everything trolls are allergic to. It's made it twice as strong and ten times as mad», dice un elfo che dovrebbe essere Briar Cudgeon (Joshua McGuire) poco prima del gran finale.

Questa scena, in cui Cudgeon svela al pubblico informazioni essenziali con un sottofondo di musica drammatica, dura 11 secondi. E per farlo la trama viene messa in pausa, per permettere a noi poveri idioti dall’altra parte dello schermo di capire cosa stia per accadere.

Ogni aspetto del film ha questo stile narrativo. Il montatore, Matthew Tucker, deve mettere insieme una scena dopo l’altra come se stesse per succedere qualcosa di straordinario ed emozionante, ma non è così. Nemmeno una volta. Il film, così com'è, non può creare dinamiche, suspense o legami emotivi.

Provo a farti un esempio usando la stessa tecnica di esposizione narrativa, ovvero con un dialogo che dovrebbe aiutarti a capire un’informazione importante per la trama.


La Libera Eroica Polizia (LEP) è in Time Freeze – ti piacerebbe sapere cos'è, vero? anche a noi – davanti a Casa Fowl. Più che un'unità di polizia, gli elfi, con i loro zaini volanti, sembrano un esercito. Ci sono carri armati, cannoni e aerei da combattimento.

Davanti all’esercito, due persone: Butler e Artemis Fowl. Un gigante con una pistola e un ragazzo fragile e disarmato in un abito nero. Sono sul portico della villa e osservano le creature mentre si agitano.

«Artemis, non sono sicuro che sia una buona idea», dice Butler.

«Non preoccuparti, Butler, finché restiamo dentro siamo al sicuro. Non possono entrare in casa di altri se non sono invitati», dice il ragazzo, sorridendo. Si gira, cammina veloce verso la porta d'ingresso.

«Vieni Butler, abbiamo del lavoro da fare».


Con questa scena, i registi avrebbero spiegato la regola a cui ho accennato prima in una manciata di secondi. E avrebbero reso più giustizia alla trama dei libri. Ma quando questa tecnica viene usata in ogni singola scena del film, non funziona. Non c’è spazio per dialoghi intelligenti e che abbiano un senso per la storia.

E in «Artemis Fowl» accade così spesso che mi chiedo se gli sceneggiatori Conor McPherson e Hamish McColl abbiano letto almeno uno dei libri.

Artemis Fowl: il personaggio del film non c’entra niente con l’Artemis originale

Il personaggio principale, Artemis, è quello che subisce le alterazioni più drastiche.

L’Artemis del libro è un sociopatico. Non si fa problemi a far del male ad altri esseri viventi. Il libro inizia con un passaggio forte:

La cosa comunque non sembra influenzare la trama in modo particolare, perché Artemis è pronto a spiegare tutto secondo la stessa tecnica di esposizione narrativa. «I just want to believe in you, Dad». Queste le parole di Artemis, che dovrebbe essere un ricattatore, un rapitore e un sociopatico.

L’Artemis del film, invece, urla: «He's not a criminal. He's my dad. He's my dad!», mentre Butler lo trascina fuori dalla stanza, così che smetta di gridare davanti al televisore.

Quando il film poi svela che la famiglia Fowl protegge il mondo degli elfi da secoli, e che l’Artemis del film è destinato a fare lo stesso, è davvero la fine. L’Artemis del libro si appropria del Libro Segreto del Popolo e lo decifra, impara il linguaggio delle Fate, studia le loro regole e le utilizza contro la LEP.

Nel film, accade continuamente questo: un personaggio mostra qualcosa ad Artemis, Artemis agisce, mentre l’altro personaggio rimane lì a girarsi i pollici.

Holly Short: niente a che fare con il personaggio del libro

Odio la sceneggiatura del film.

Nella battaglia finale, Holly rimane impigliata con le ali in un lampadario e non può più combattere. Holly Short è l’elemento migliore della LEP. Puoi immaginare il resto.

Butler e il suo segreto: svelato in due parole

Mulch Diggums, invece, dice il nome completo del maggiordomo, forte e chiaro.

Nei libri, Butler è più una forza della natura che un uomo. Quando un troll selvaggio, alto tre metri e armato arriva a Casa Fowl, con l’intenzione di fare una strage, Butler non si fa intimidire dalla sua rabbia né dalle sue centinaia di chili e si prepara a combatterlo. Senza esitazione e senza armi. Il suo unico pensiero: «Non so cosa sia questa bestia, ma sta per passarsela male». Il maggiordomo fa paura.

Ma non possiamo biasimare l'attore Nonso Anozie. Fa quello che può per rappresentare il gigante pallido descritto dai libri. Nel film, invece, è relegato alla figura del maggiordomo che indica un oggetto e dice: «Oh, guarda, questo oggetto magico è essenziale per la trama», senza poter fare nient’altro. E perché Artemis – che riesce a domare e schivare i colpi delle armi laser degli elfi con tale maestria – avrebbe bisogno di una guardia del corpo?

Il libro è meglio, ma...

Quasi sempre, quando viene prodotta una pellicola adattata da un romanzo, i lettori dicono che «il libro è meglio». Di solito è così, con alcune importanti eccezioni come «Alta fedeltà» di Nick Hornby o «Starship Troopers - Fantasia dello spazio» di Paul Verhoeven. In realtà, la maggior parte delle volte, «il libro è meglio, ma il film non è poi così male».

A tutti è piaciuto il potenziale finanziario del film, il fandom esistente, il potenziale del franchising. Ma Disney non ha reso giustizia agli elementi importanti del film, alla storia e ai personaggi. Perciò, il risultato è scontato: «Artemis Fowl» non è piaciuto a nessuno.

Un vero flop.

Un consiglio?

Non guardarlo.

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Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.


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