Palline di grafene direttamente dal laboratorio Samsung.
Retroscena

Quest'anno arriva la batteria del futuro!

Aurel Stevens
7.3.2018
Traduzione: Leandra Amato

«Con questa batteria, il telefono dura una settimana»; «Questa nuova batteria carica il telefono in 15 minuti!»... Suona familiare? Ogni mese si sente parlare di una nuova batteria miracolosa che di lì a poco sarà disponibile sul mercato. D'accordo, è arrivato il momento di fare un reality-check.

Le celle a combustibile quindi sono obsolete? Naturalmente no. Anzi, Toyota attualmente punta molto su questa tecnologia. Non è ancora un successo clamoroso, ma ci stanno lavorando. Le celle a combustibile continuano a essere un accumulatore di energia portatile molto promettente.

L'industria automobilistica è un terreno fertile. Tesla e altre aziende del settore continuano ad aumentare la già enorme necessità di accumulatori energetici e soprattutto batterie sempre più efficienti. Così come il fotovoltaico, una tecnologia che viene utilizzata sempre di più ed è disponibile a prezzi sempre più convenienti. Il mondo aspetta la prossima generazione di batterie con il fiato sospeso. Anche tu, vero?

«The Next Big Thing»

Oggi daremo uno sguardo alla teoria di come funziona una batteria, così avrai qualche nozione su cui basarti la prossima volta che sentirai parlare di batterie magiche o miracolose che, in fondo alla pagina e in carattere microscopico, riportano: «disponibile sul mercato tra qualche anno». Infatti non è raro che versioni intermedie di questi modelli e altri materiali «magici» vengano presentati al mondo come «The Next Big Thing» – una vera e propria rivoluzione.

Giusto per fare un esempio...

Fonte:Computerbild

..e la dicitura in piccolo proprio alla fine dell'articolo :

Non sappiamo ancora quando le batterie al grafene saranno prodotte su larga scala e trasformate in un prodotto finale.

Ovviamente, le nuove batterie devono essere migliori delle precedenti, altrimenti dove sarebbe l'incentivo e che senso avrebbe continuare a far ricerca? Idealmente, dovrebbero soddisfare al meglio una serie di requisiti per ogni scopo previsto:

..basta così? La batteria perfetta deve essere in grado di fare parecchie cose, eh?

Ricerca di base

Per evitare di farci ingannare dai titoli dei giornali, dobbiamo capire a che punto è realmente la ricerca. E per fare ciò dobbiamo capire come funziona una batteria. Ecco perché oggi studiamo un po' di teoria e facciamo una breve incursione nell'universo dell'elettrochimica. L'idea ti fa sudare freddo? Tranquillo. L'argomento è decisamente complicato, ma qui parleremo solo dell'essenziale.

Il principio del funzionamento di qualsiasi cella o batteria è molto semplice: quando colleghi un oggetto che consuma energia (una lampadina, ad esempio) a una batteria, l'energia chimica immagazzinata viene trasformata in energia elettrica. A differenza dei modelli usa e getta, le batterie ricaricabili possono anche seguire il processo inverso, immagazzinando l'energia elettrica come energia chimica.

Vengono utilizzati diversi metodi e materiali, ma i componenti sono sempre gli stessi: due elettrodi, un elettrolita e un separatore. Quando un oggetto che consuma energia è collegato a una batteria, chiude il circuito elettrico e provoca una reazione chimica che permette agli elettroni di fluire.

Gli elettrodi (poli) sono costituiti da materiali diversi. Uno ha un legame più debole con gli elettroni e rilascia ioni. L'altro assorbe gli elettroni e incorpora gli ioni liberi in una nuova molecola.

  • L'elettrolito è il luogo dove si raccolgono gli ioni liberi (uno ione è semplicemente una molecola carica elettricamente).
  • Il separatore separa gli elettrodi in termini di spazio ed elettricità. Lascia passare solo gli ioni. Nient'altro, nemmeno gli elettroni. Senza un separatore, la batteria andrebbe subito in cortocircuito.

La differenza che questo processo crea dopo la reazione in un'altra molecola è chiamata «potenziale redox» (o «potenziale di riduzione») e viene misurata in volt. Il potenziale di molecole idonee è indicato in serie elettrochimiche. Se dai uno sguardo alla tabella (in tedesco), capirai perché il litio è così interessante.

Quindi: come si produce l'elettricità?

Le reazioni chimiche avvengono nella cellula finché entrambi gli elettrodi hanno molecole che liberano elettroni o vogliono assorbirli. Non appena uno degli elettrodi non offre molecole in grado di rilasciare o assorbire e legare elettroni e ioni, il processo si arresta. In altre parole: la batteria si scarica. La cosa fantastica è che la batteria inverte la reazione chimica quando viene riceve elettroni.

Una batteria al piombo tagliata a metà: le 6 celle arrivano fino a una tensione totale di circa 12 volt. Immagine: Wikipedia/Ben Cossalter

Le celle possono anche essere collegate in parallelo per aumentare la capacità della batteria. L’immagine qui sopra lo illustra bene: ogni cella è fatta di un «sandwich» di piastre di piombo e di ossido di piombo.

Perché le batterie invecchiano

Come avrai intuito dall’immagine della vecchissima batteria al piombo qui sopra, in cui si sono formati cristalli di PbSO₄ sempre più grandi sugli elettrodi un tempo immacolati, riducendo notevolmente la superficie elettrochimica attiva e diminuendone la capacità, i cicli di carica e scarica non possono essere ripetuti all’infinito.

In laboratorio si cerca di ridurre al minimo questi effetti collaterali utilizzando nuovi materiali o additivi aggiunti agli elettroliti. Questo è anche il motivo per cui l'anodo di molte batterie è ricoperto di grafite. Il litio non è esposto direttamente all’elettrolito e quindi si danneggia molto meno rapidamente.

Dicevamo: densità energetica

Ora sai di cosa si occupa la ricerca sulle batterie. Per ricapitolare, si prefigge di...

Bene, è il momento di arrivare al succo del discorso! Su quali tecnologie si concentra la ricerca sulla batteria e cosa le rende così promettenti?

Densità energetica di varie batterie. Grafico: Sven Mathis

Il grafico mostra la storia dello sviluppo della batteria:

  • 1859: accumulatore al piombo-acido
  • 1899: batteria al Nichel-cadmio (NiCd)
  • 1980: accumulatore nichel-metallo idruro
  • 1991: batteria gli ioni di litio

Approcci promettenti

Batteria agli ioni di litio

La batteria agli ioni di litio è il tipo di accumulatore più utilizzato. Offre vantaggi significativi rispetto ai suoi predecessori. L’effetto memoria è quasi inesistente, rendendo superflue la carica e la scarica complete; un vantaggio inestimabile nella vita di tutti i giorni. Questo tipo di batteria è anche più piccolo, più ecologico e meno costoso. Ha un'autoscarica inferiore rispetto alle batterie NiMH, che perdono il 20% al mese.

Mi raccomando: non smontare batterie o accumulatori, è pericoloso! Dai uno sguardo alla batteria (sostituibile) di questo portatile:

I conduttori marroni corrispondono al sensore di temperatura. Qui è possibile vedere come le singole celle sono collegate in serie e in parallelo. Molte batterie per notebook sono costituite da 18650 celle. Fonte: Wikipedie/Lead holderDati di riferimento di altre batterie agli ioni di litio. Più alte sono le barre, migliore sarà il valore. Fonti: Boston Consulting Group, batteryuniversity.com. Grafico: Sven Mathis

Batterie ai polimeri di litio

Queste batterie sono infiammabili perché sono più densamente energetiche e leggere che sicure. Per garantire la sicurezza necessaria, il caricabatterie è dotato di dispositivi elettronici appositi. In linea di principio, le batterie ai polimeri di litio possono essere prodotte con la stessa sicurezza delle batterie agli ioni di litio. Il Macbook Pro su cui scrivo questo articolo è dotato di una LiPo a sei celle.

Batterie al litio-metallo*

Le batterie ricaricabili al litio-metallo non sono pronte per essere introdotte sul mercato. Infatti, i metalli direttamente esposti formano i cosiddetti dendriti a ogni nuovo ciclo. Si tratta di depositi che formano una stalagmite nell'elettrolita e possono anche forare il separatore, causando un cortocircuito. I ricercatori non sono ancora riusciti a evitare o a rallentarne la formazione in misura adeguata.

Batterie a stato solito

Batterie al litio-zolfo

La batteria al litio-zolfo è considerata un possibile successore ad alto potenziale. I ricercatori ci stanno lavorando (e perfezionando) dagli anni ’60. La sua densità energetica è circa tre volte superiore a quella delle batterie agli ioni di litio. Litio e zolfo sono leggeri. La reazione chimica avviene anche a basse temperature: può essere caricata fino a -60°C. La batteria è ecologicamente sostenibile e lo zolfo si trova in abbondanza.

Come nelle batterie al litio-metallo, l’anodo non è ricoperto di grafite, il che lo rende più leggero e compatto. L'ossido di metallo del catodo è sostituito dallo zolfo, più economico e leggero. La reazione chimica è efficace perché due ioni di litio possono legarsi a ciascuna molecola.

La densità energetica e la potenza ottengono già valori molto elevati in laboratorio. Tuttavia, i prototipi ottimizzati fino ad ora purtroppo si guastano piuttosto rapidamente: riescono a completare solo poche decine di cicli. Negli ultimi cinque anni, i ricercatori hanno aumentato i cicli a oltre 4’000, sacrificando la potenza e la densità energetica.

Batterie al litio-aria*

Se vogliamo vedere queste batterie in commercio, probabilmente dovremo essere pazienti. Molti ricercatori dubitano persino che potranno mai essere immesse sul mercato di massa a causa dei loro numerosi problemi.

Batterie agli ioni di sodio

Ulteriori sviluppi con il grafene

Grafene. (Fonte: Wikipedia/AlexanderAlUS)

Quest'ultima proprietà lo rende interessante per le batterie. La stabilità del grafene aumenta significativamente la durata dell'anodo che copre. Come materiale catodico, grazie all’ampia superficie ridurrebbe drasticamente il tempo di carica e aumenterebbe notevolmente la capacità della batteria.

Celle a combustibile

Le celle a combustibile sono disponibili in un'ampia gamma di versioni. Lavorano con composti alcolici, soluzioni di glucosio o idrogeno compresso. A differenza di un motore a combustione, questi elementi convertono l'energia chimica direttamente in energia elettrica utilizzando un agente ossidante. In questo senso, il termine «cella a combustibile» è un po’ fuorviante.

A livello globale, tuttavia, la sua produzione non è ecologicamente sostenibile: l’intero processo di produzione, dalla fabbricazione dell’ossidrogeno o del metanolo alla trasformazione in energia elettrica, è tutto meno che efficiente. L'efficienza dell'intera catena, dalla produzione alla lavorazione, è di circa il 60%. Nelle regioni in cui le energie rinnovabili sono abbondanti, questo svantaggio ha meno peso.

La cella a combustibile attualmente si trova in commercio. Il prossimo passo è quello di miniaturizzarla, ma per ora non ci sono le infrastrutture necessarie. E più vengono sviluppate le nuove tecnologie, più l’inefficienza della cella a combustibile la fa sembrare meno allettante.

Conclusione

Immagine di copertina: Palline di grafene direttamente dal laboratorio Samsung.

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Sono il guru del team dei redattori. Scribacchino 5 giorni su 7 e papà 24 ore su 24. Mi interesso di tecnologia, computer e HiFi. Mi sposto sempre in bicicletta, in qualsiasi condizione meteo e, solitamente, sono di buon umore.


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