Retroscena

"Per onore": un samurai, un cavaliere e dei vichinghi entrano in un bar...

Philipp Rüegg
17.2.2017
Traduzione: tradotto automaticamente

Una carneficina brutale con enormi asce, spade e lance affilate. Invece di sparare con i moderni ferri da stiro, in "For Honor" duelli all'ultimo sangue con armi medievali. Nei panni di un vichingo, di un samurai o di un cavaliere. Questo mix insolito darà i suoi frutti?

"War of the Roses", "Chivalry", "Mount and Blade: Warband". Esistono molti giochi con duelli medievali ravvicinati e "For Honor" di Ubisoft si inserisce nello stesso filone. A differenza della concorrenza, però, questa è la prima volta che uno dei principali studios ha concentrato la sua potenza di sviluppo in un progetto di questo tipo.

In "For Honor" si affrontano tre insoliti avversari: vichinghi, cavalieri e samurai. Quello che sembra l'inizio di una barzelletta di cattivo gusto conferisce al gioco una certa varietà e lo distingue dalla massa. Nelle partite in singolo e in multiplayer, combatterai battaglie marziali in castelli assediati, cattedrali mistiche e fortezze in fiamme.

Campagna lineare come amuse bouche

Poi ci sono i soldati a piedi.

Il principio viene compreso rapidamente. La campagna ti insegna abilmente nuovi trucchi come il colpo di spalla per rompere la copertura o il tiro di picca. Sono possibili anche semplici combo. Ancora una volta, vale lo stesso discorso fatto per "For Honor": facile da imparare, difficile da padroneggiare.

Nella campagna, gli avversari sono relativamente facili da sconfiggere. Consideralo un allenamento per la modalità online. Molti di voi si dirigeranno comunque verso questa modalità, e a ragione. La campagna è abbastanza divertente ma anche trascurabile. Bisogna riconoscere a Ubisoft il merito di aver fatto uno sforzo e di aver assunto dei doppiatori di prima classe, almeno nella versione originale in inglese.

Prendere a pugni le persone è la cosa più divertente

Conclusione

La versione per PC è particolarmente impressionante, ma "For Honor" è un vero e proprio gioiello anche su console

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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