Test del prodotto

Neo QLED: test completo del Samsung QN95B

Luca Fontana
18.7.2022
Traduzione: Martina Russo

Il QN95B di Samsung monta i mini LED di seconda generazione, ovvero la tecnologia con cui i televisori a LCD ambiscono a raggiungere la stessa qualità d’immagine degli OLED. Ambiscono, perché l’OLED è tuttora superiore. Nonostante tutto, il QN95B mi piace moltissimo.

Ecco a voi l’ultimo televisore Neo QLED di Samsung: il QN95B.

Verdetto veloce, versione TL;DR

Questo test è differente: è più esaustivo e approfondito che mai. Se è troppo per te, eccoti subito il mio verdetto finale:

Di sera, invece, oppure negli ambienti più bui, anche il QN95B non riesce a raggiungere la qualità di immagine degli OLED.

Il design: niente di eccezionale – ed è meglio così

Non esiste reparto marketing al mondo in grado di convincermi che un televisore a mini LED possa equivalere a un OLED. Il Samsung QN95B, però, si avvicina così tanto alla concorrenza che quando dei conoscenti mi chiedono un consiglio sul televisore ora non rispondo più in automatico «OLED, naturalmente», anche se i televisori Samsung sono di norma più cari dei concorrenti OLED.

Ci sono in effetti delle buone ragioni che ritroviamo tutte nel Samsung QN95B.

Con i suoi 2,7 centimetri di spessore, il Neo QLED è relativamente sottile per un televisore a LCD. Di solito, infatti, sono un po’ più spessi: intorno ai cinque/sei centimetri. La ragione è lo strato aggiuntivo di LED che retroillumina i pixel LCD del pannello.

È lo stesso strato di LED che si trova anche nel Samsung QN95B. In quel caso non sono normali LED, bensì mini LED che, oltre ad offrire una migliore qualità dell’immagine, sono soprattutto molto più piccoli. Ecco perché il QN95B è così sottile. Il marketing di Samsung spinge moltissimo questo design chiamato «Infinity One». Complimenti... più o meno.

La One Connect Box ha queste porte:

  • 4 porte HDMI 2.1 (4K 144Hz, ALLM, FreeSync Premium Pro e HDMI Forum VRR)
  • di cui una con eARC (HDMI 3)
  • 2 porte USB 2.0
  • 1 porta USB per HDD esterni
  • 1 uscita Toslink
  • 1 porta LAN
  • 1 CI+ 1.4
  • Connessioni dell’antenna
  • Bluetooth (BT 5.1)

Tutti e quattro gli ingressi supportano HLG, HDR10 e HDR10+. Nessuno, però, supporta il Dolby Vision. Peccato. Sono anni che Samsung ha un contenzioso legale con Dolby per questioni di licenza. Almeno è possibile trasmettere Dolby Atmos a una soundbar o a un ricevitore esterno che supporta Atmos.

La versione del televisore da 65 pollici che mi ha fornito Samsung pesa 30,4 chilogrammi. Se vuoi montare il televisore alla parete – senza piedino pesa comunque sempre 22,3 chilogrammi – ti serve un supporto VESA da 400×300 mm. Lo trovi nel nostro negozio online.

Qualche dato: luminosità elevata e fedeltà dei colori

Premessa-disclaimer: quanto segue è incredibilmente dettagliato. Se le tabelle e i grafici non fanno per te, puoi saltare tutto e passare direttamente al capitolo «Mini LED, secondo giro». Da lì iniziano le mie valutazioni personali con molto materiale video. Buona lettura!

Passiamo ora alla nuova sezione che riguarda i dati. Naturalmente avrei potuto mostrarti dei video o delle foto di display parlandoti dei loro punti di forza e dei loro limiti. Ma, in tal caso, ti avrei dato un mio parere personale. Tuttavia luminosità, naturalezza e nitidezza di un televisore si misurano anche in numeri. Questo metodo sarà meno sexy, ma offre un innegabile vantaggio: i numeri sono più oggettivi di quanto lo sia io.

È proprio la misurazione a essere il problema. Per ottenere dei dati utili servono infatti strumenti professionali, sia hardware che software. Nella nostra redazione ce li siamo procurati entrambi. Ti racconterò qualcosa in più su questi strumenti in un altro articolo della rivista.

Luminosità massima

Diamo un’occhiata alla luminosità del QN95B.

Nit è l’unità di misura inglese per candela per metro quadrato (cd/m²), vale a dire la luminanza o luminosità. 100 Nit corrispondono all’incirca alla luminosità della luna piena nel cielo notturno.

Bilanciamento del bianco

Nei televisori si genera il bianco quando i subpixel rossi, verdi e blu di ogni pixel si illuminano contemporaneamente e con la stessa intensità. Quindi la massima luminosità è data dal bianco più chiaro, mentre la minore luminosità è data dal nero più profondo. Tutto quello che c’è in mezzo altro non è che la scala dei grigi. La precisione del bilanciamento del bianco si misura quindi con due tabelle:

  1. il delta E della scala dei grigi (dE)
  2. l’RGB Balance

Il dE della scala dei grigi mostra di quanto la scala dei grigi generata dal televisore di discosta dal valore di riferimento. L’RGB balance mostra fino a che punto la scala dei grigi generata dal televisore di discosta dal valore di riferimento. Perché è importante? Diamo un’occhiata sulla base dell’esempio concreto del QN95B:

Il grafico di sinistra è facile da leggere: lo scostamento rispetto al valore di riferimenti si definisce «delta E», ovvero «dE» Se mettessi il televisore direttamente vicino a un monitor di riferimento, ecco cosa significherebbero i risultati:

Qualsiasi valore inferiore a 5 è un dato molto buono per un televisore non calibrato. Il Samsungs QN95B raggiunge questo valore con circa l’80% di bianco. Con un bianco più chiaro il valore dE è di poco superiore al 5 e lo scostamento dal valore di riferimento non verrebbe rilevato dalla maggior parte delle persone.

La gamma cromatica

Continuiamo quindi con il gamut, ovvero la copertura degli spazi cromatici più comuni: maggiore è il contrasto, più colori possono essere rappresentati e quindi più naturale appare l’immagine. Il gamut è quindi importante nei contenuti HDR dal momento che, fedeli al loro nome, grazie alla gamma altamente dinamica necessitano di spazi cromatici più ampi.

  • Rec. 709: 16,7 milioni di colori, spazio cromatico standard per contenuti SDR come live TV e Blu-ray
  • DCI-P3 uv: 1,07 miliardi di colori, spazio cromatico standard per contenuti HDR, da HDR10 a Dolby Vision
  • Rec. 2020 / BT.2020 uv: 69 miliardi di colori, è ancora poco utilizzato nel settore cinematografico e delle serie

La grande «macchia di colore», comprese le aree più scure, mostra tutta la tavolozza di colori percepibile dall’occhio umano. L’area più chiara a sinistra mostra lo spazio cromatico BT.2020. Stessa cosa a destra, ma con lo spazio cromatico DCI-P3, più piccolo. I quadretti bianchi indicano i limiti reali degli spazi cromatici. I cerchietti neri, invece, mostrano i limiti effettivamente rilevati durante la misurazione.

La misurazione dà le seguenti coperture degli spazi cromatici:

  • Rec. 709: 100% (buona = 100%)
  • DCI-P3 uv: 92,49% (buona = >90%)
  • Rec. 2020 / BT.2020 uv: 71,27% (buona = >90%)

Il QN95B fornisce un’ottima copertura del 92,49% anche nel caso dell’importante spazio cromatico DCI-P3. A titolo di confronto, i televisori OLED raggiungono per lo più valori leggermente maggiori. Tra i televisori LCD il Neo QLED è comunque tra i top di gamma.

Molto più importante è il color error.

Il color error

Che cosa rende i colori accurati? Per un televisore i colori in realtà sono dei numeri. Numeri che definiscono con precisione i colori all’interno di un determinato campo cromatico. Ad esempio rosso, verde edera o blu cielo. Quando guardi la televisione questi numeri vengono inviati come metadati al tuo televisore, che interpreta i dati e li rappresenta con i colori corrispondenti. Facile, no?

Ni. Se da un lato i televisori sono in grado di elaborare e rappresentare la maggior parte dei segnali all’interno dei campi cromatici comuni, ciò non significa che i colori vengano anche rappresentati con precisione. Se così fosse, l’immagine sarebbe rappresentata esattamente allo stesso modo su tutti i televisori. Invece, più i colori rappresentati corrispondono a quelli dei monitor di riferimento, più il televisore è accurato e performante.

Come già in precedenza per la scala dei grigi, anche lo scostamento del televisore dal valore di riferimento è indicato con dE. Le caselle bianche mostrano i colori di riferimento inviati al televisore dal generatore dell’immagine di test. I cerchietti neri, invece, mostrano i colori effettivamente misurati. Anche in questo caso i valori dE inferiori a 5 sono considerati buoni valori per televisori non calibrati.

Il grafico è chiaro: il QN95B di Samsung offre un’elevata fedeltà cromatica già dalle impostazioni di fabbrica. In effetti dopo un totale di 40 misurazioni ho rilevato uno straordinario dE medio di 2,97. Certamente con una calibrazione si potrebbe portare il valore anche sotto al 2, magari anche a 1. Ma la differenza con un monitor di riferimento è talmente minima che anche occhi esperti non riuscirebbero a rilevarla.

A termine di confronto, nella modalità standard il dE era 13,57: niente a che vedere con la modalità cinema a cui, lo ricordo, si riferiscono tutte le misurazioni qui riportate.

Valutazione intermedia dopo la misurazione

Facciamo un primo breve bilancio. Le misurazioni indicano che il QN95B ha un’immagine chiara, che si apprezza principalmente in locali molto illuminati. Nei locali più bui gli OLED offrono sempre immagini migliori. I campi cromatici più comuni (Rec. 709 e DCI-P3) sono ben coperti. Particolarmente buona la fedeltà cromatica. Tutti i valori misurati indicano complessivamente un’immagine molto accurata.

È giunto il momento di passare dalla teoria alla pratica.

Mini LED, secondo giro

In sostanza, il mini LED è il logico sviluppo della tecnologia FALD.

Questa è la differenza tra mini LED e FALD.

Fonte: UHD Blu-ray,«Westworld», stagione 2, episodio 2. Timestamp: 00:11:50.

Come puoi vedere, grazie alla retroilluminazione a mini LED il QN95B di Samsung riesce a oscurare benissimo aree localizzate. In questo modo riesce a ottenere un nero davvero degno di nota per un televisore LCD e quindi migliori contrasti rispetto ai concorrenti FALD. Non male.

L’immagine: gradazioni e colori bellissimi e accurati

Le misurazioni precedenti attestano che il televisore offre un’ottima copertura dei campi cromatici con una grande fedeltà dei colori. In teoria. Ma qual è il risultato nella pratica?

Resa cromatica

Fonte: Disney+, «Guardiani della Galassia, Vol. 2». Timestamp: 00:56:47.

Come già detto: se c’è una prevalenza di blu o verde nelle zone più luminose dello schermo si nota appena. La vedo molto di più negli OLED di LG e Philips. La cosa non sorprende: a causa della tecnologia utilizzata i blu risultano più accentuati nei televisori OLED rispetto agli LCD.

Ma facciamo qualche passo indietro. I colori delle immagini non devono sempre essere sfacciati. Come nel film «Cena con delitto - Knives Out», dove un perfido assassino è a piede libero e il regista Ryan Johnson punta su un’immagine il più possibile naturale. È soprattutto nei toni della pelle che vedi quanto sia valida la resa del televisore.

Fonte: UHD Blu-ray, «Cena con delitto - Knives Out». Timestamp: 00:33:34.

Anche in questo caso si nota bene la leggera sfumatura blu nel televisore OLED di LG. Guarda ad esempio la camicia del vecchio Harlan Thrombey. D’altra parte l’immagine del Samsung appare un po’ troppo desaturata. Troppo piatta. Almeno per quanto mi riguarda, anche se in questo caso so di essere volutamente pignolo. L’OLED di LG ha semplicemente più carattere. Guarda ad esempio la parete di legno rossa o i post-it appesi sullo sfondo.

Black Crush e ombre

Le scene buie sono il loro pezzo forte.

Come questa, di «Blade Runner 2049». Guarda a sinistra il blooming intorno alla finestra. A destra, con l’LG, non c’è alcun blooming. Guarda invece la differenza di resa dei neri e dei dettagli nelle aree scure dell’immagine. Quale ti piace di più? A me l’immagine OLED di destra.

Fonte: UHD Blu-ray, «Blade Runner 2049». Timestamp: 00:04:50.

Gradazioni di luminosità

Un ultimo test sull’immagine: le gradazioni di luminosità. A causa della tecnologia usata, qui sono soprattutto i televisori LCD a dare il meglio di sé. Nel prossimo esempio tratto da «Jurassic World» guarda il sole sullo sfondo: anche in una zona chiara dell’immagine le gradazioni sono talmente nette che è ancora possibile riconoscere la forma sferica del sole in cielo. Questo è molto meno frequente nei televisori OLED di LG e Philips.

Fonte: UHD Blu-ray, «Jurassic World». Timestamp: 00:21:18. Piccola nota a margine: il breve sobbalzo a sinistra nel video è dovuto alla mia videocamera surriscaldata, che non ne poteva più di filmare al termine di una lunga giornata estiva.

Ancora una volta si distingue molto bene l’immagine più fredda dell’OLED a destra da quella calda del Neo QLED a sinistra. A me l’immagine OLED sembra più naturale. Più incisiva. Soprattutto se guardo il colore della pelle. Ma, sempre in questa scena, mi piace di più l’immagine calda girata nel sole del mattino del Samsung.

Processore

Motion processing e judder

Fonte: Blu-ray UHD, «1917». Timestamp: 00:42:25.

Nei televisori OLEG di LG, nel secondo confronto tra i video, rilevo dappertutto lo stesso problema. Per risolvere il problema del judder devo cambiare da «cinema» a «naturale» l’elaborazione del movimento nelle impostazioni per esperti. Nel Philips del terzo confronto, invece, trovo che l’impostazione di fabbrica del judder fosse già ottima.

La prossima scena è tratta da «1917». Ancora una volta il lavoro di Mendes con la cinepresa costituisce una sfida immensa per la maggior parte dei processori. Soprattutto dove ci sono bordi che si stagliano netti contro uno sfondo sfocato, per esempio intorno agli elmi dei due soldati. Qui, sia il processore che i pixel devono reagire in modo incredibilmente veloce.

Fonte: Blu-ray UHD, «1917». Timestamp: 00:35:36.

Tempo di risposta dei pixel

Fonte: Apple TV+, «For All Mankind», stagione 1, episodio 5. Timestamp: 00:00:10.

Upscaling

Ed ora il test più difficile. Questa volta voglio vedere come il processore riesce a migliorare la qualità di fonti meno pregiate, come i Blu-ray o le buone vecchie trasmissioni in diretta. Oppure «The Walking Dead»: la serie è stata volutamente girata su pellicola da 16 mm, per creare la sensazione di un mondo post-apocalittico grazie alla granularità antiquata e al rumore dell’immagine.

Fonte: Netflix, «The Walking Dead», stagione 7, episodio 1. Timestamp: 00:02:30.

Gaming: input lag e modalità gaming

E siamo arrivati all’ultimo test: il televisore va bene anche per il gaming? Assolutamente. Lo raccomando anche. Il televisore supporta tutte le funzioni più importanti per gamer:

  • 4 porte HDMI 2.1 (4K 144 Hz / 8K 60 Hz)
  • Auto Low Latency Mode (ALLM)
  • Frame rate variabili (FreeSync Premium Pro e HDMI Forum VRR)

Con l’input lag tester di Leo Bodnar misuro un ritardo d’ingresso medio di 11 millisecondi in modalità gioco, senza rilevare perdite eccessive di qualità dell’immagine. Ad esempio, giocando a «Spider-Man: Miles Morales» sulla mia Playstation 5.

Fonte: PS5, «Spider-Man: Miles Morales», modalità 120Hz, VRR e Ray Tracing attivati.

Sono soddisfatto: i colori sono brillanti, il nero è davvero nero, i bordi sono nitidi e l’immagine non si sfoca troppo anche quando la fotocamera si muove velocemente e a scatti. Osserva la sagoma scura di Miles in controluce, le texture dettagliate di una New York coperta di neve o i dettagli chiaramente visibili delle nuvole. È così che dovrebbe essere una buona modalità gaming.

Grande! Anche Samsung, come LG, offre un sottomenu dedicato per vedere subito all’inizio dei video dove è possibile effettuare regolazioni di precisione e dove si può leggere il frame rate attuale. Molto importante: QN95B di Samsung supporta senza problemi la nuova modalità VRR a 120Hz Modus della PS5.

Verdetto: se potessi me lo terrei

Qui termina la mia prima recensione con una profondità tale da far impallidire quella del telescopio spaziale James Webb. Se ti è piaciuta, ho buone notizie per te: d’ora in poi le revisioni dei televisori avranno sempre questo formato.

Per quanto riguarda il televisore in questione, Neo QLED di Samsung mi ha sorpreso. Non mi aspettavo che avesse dei colori così fedeli già con le impostazioni di fabbrica. Il processore è buono. La modalità gaming anche. E chi guarda la televisione soprattutto di giorno in ambienti molto luminosi (cosa che, con la pandemia e lo smart working, è diventata la nuova normalità) sarà senz’altro più felice con un televisore a mini LED che con un OLED.

Forse Samsung riuscirà nel sorpasso con la prossima tecnologia: la QD OLED. Ho già il modello di Samsung in casa e lo testerò tra due o tre settimane. E il televisore QD OLED di Sony, con pannello Samsung e processore proprietario, potrebbe essere presentato al pubblico già questa settimana.

Quindi non perderti le novità. La stagione 2022 dei televisori è aperta.

A 85 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

Scrivo di tecnologia come se fosse cinema – e di cinema come se fosse la vita reale. Tra bit e blockbuster, cerco le storie che sanno emozionare, non solo far cliccare. E sì – a volte ascolto le colonne sonore più forte di quanto dovrei.


TV
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

Test del prodotto

Le nostre esperte ed esperti mettono alla prova i prodotti e le loro applicazioni. In modo indipendente e neutrale.

Visualizza tutti

Potrebbero interessarti anche questi articoli

  • Test del prodotto

    Samsung QN900D alla prova: l'IA a 8K è davvero convincente?

    di Luca Fontana

  • Test del prodotto

    Un OLED per i più esigenti? Che cosa offre davvero lo Z85A di Panasonic

    di Luca Fontana

  • Test del prodotto

    G5 di LG alla prova: quando l’OLED improvvisamente abbaglia

    di Luca Fontana