MGM / Amazon Prime Video
Opinione

James Bond rischia di diventare un franchise senz'anima

Luca Fontana
21.2.2025
Traduzione: Rebecca Vassella

L'icona britannica James Bond perde la sua casa creativa. Barbara Broccoli cede il controllo di 007 ad Amazon, un gigante dello streaming che produce contenuti per algoritmi. Bond è in crisi d'identità?

James Bond non è solo l'agente segreto più famoso del mondo. È un mito. Un'istituzione che è radicata nella cultura britannica almeno quanto la Regina defunta, il tè pomeridiano e Mr. Bean. Per decenni, l'equilibrio tra tradizione e innovazione è stato mantenuto da un'unica costante: la famiglia Broccoli.

Ora è accaduto esattamente ciò che Barbara Broccoli, figlia del leggendario Albert «Cubby» Broccoli che ha reso James Bond un fenomeno mondiale negli anni '60, ha sempre voluto evitare.

Uno shock.

Una ritirata forzata

Non sembra un passaggio di consegna «volontario», ma una resa silenziosa.

Questo mi preoccupa. Non perché temo che Bond non possa sopravvivere sotto una società americana. Anche «Cubby» Broccoli era americano. Ma capiva Bond. Non ha mai fatto sembrare i film dei blockbuster hollywoodiani, ma sempre dei progetti di prestigio britannici. La figlia, cresciuta in Inghilterra, ha continuato questa tradizione.

Ma è discutibile se Amazon comprenderà e rispetterà questo patrimonio. C'è il rischio che 007 si trasformi in un prodotto lucidato, guidato dai dati e determinato da tendenze di breve durata.

Perdita di identità?

Bond è una reliquia di questo tempo – un altro tempo – ed è proprio questa la sua forza. Ha continuato a evolversi, lontano dal «dinosauro sessista e misogino» dei primi film. Ma mai a qualsiasi costo. Anche Daniel Craig è riuscito a portare sullo schermo una versione introspettiva e moderna di Bond senza distruggere la sua essenza.

Sotto la direzione creativa dei piani alti di Amazon, Bond rischia di perdere l'identità che lo ha reso unico. Chissà, forse manca solo un comunicato stampa di Amazon perché Bond diventi ufficialmente il JBCU, il James Bond Cinematic Universe.

La marvelizzazione di Bond?

Le mie preoccupazioni sono infondate? Non penso. Un tempo anche la Marvel era il franchise intoccabile per eccellenza. Oggi è un marchio bruciato perché la Disney ha trasformato sempre più il Marvel Cinematic Universe in un prodotto da catena di montaggio. Troppi film, troppe serie, troppi contenuti irrilevanti che non vengono più creati per raccontare una buona storia, ma per preparare il prossimo grande evento.

Bond potrebbe subire lo stesso destino. Un film non sarebbe più il coronamento di anni di pianificazione, ma un altro tassello nella giostra dei contenuti.

Amazon non si limiterà a continuare Bond, ma lo «ottimizzerà». Lo dico liberamente. E ottimizzazione nella logica dello streaming significa più contenuti, più spin-off e più massa invece di classe. Forse una serie di Bond su M o Q. Forse una serie di Young Bond per il mercato globale dello streaming. Oppure una versione di Bond più leggera e adatta alle famiglie, perché la versione hard non ha molto successo in alcuni mercati.

Allora Bond non sarà più fatto per il grande schermo, ma per la homepage e l'algoritmo di Prime. E questo sarebbe esattamente ciò da cui Barbara Broccoli ci ha protetto per tutti questi anni.

Immagine di copertina: MGM / Amazon Prime Video

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Scrivo di tecnologia come se fosse cinema – e di cinema come se fosse la vita reale. Tra bit e blockbuster, cerco le storie che sanno emozionare, non solo far cliccare. E sì – a volte ascolto le colonne sonore più forte di quanto dovrei.


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