Punkt. MC02
128 GB, Nero, 6.67", Doppia SIM Ibrida, 64 Mpx, 5G
L’MC02 dedica la massima attenzione alla protezione dei dati e relega l’hardware in secondo piano. Nessun dato viene inviato a Google e il servizio VPN è incluso nel pacchetto software a pagamento.
Di solito gli smartphone Android senza Google devi configurarteli tu. Con l’MC02, il produttore svizzero Punkt offre un’alternativa. La versione di Android installata si chiama «Apostrophy» ed è basata su GraphenOS. Fa a meno dei servizi di Google, ma all’occorrenza dovrebbe essere in grado di garantire l’accesso a questi servizi tramite MicroG, senza trasmettere dati all’azienda. Tuttavia, questo e altri espedienti software risentono di un hardware a tratti scadente.
Apostrophy non è soltanto un’interfaccia utente per Android, ma un servizio a sé stante disponibile all’indirizzo aphy.app. Sostituisce i servizi di Google per quanto riguarda e-mail, contatti, calendario, archiviazione dei dati nel cloud e to-do list. I dati sono archiviati su server svizzeri. Tutte cose che funzionano, ma si nota che Aphy ha a disposizione meno UI designer di Google. A livello grafico l’interfaccia è molto sobria.
Mentre Google monetizza i dati degli utenti, trascorsi dodici mesi devi pagare per usare Aphy. Sono 14,99 franchi al mese oppure 11,99 se fai l’abbonamento annuale. L’MC02 ha un supporto software garantito per almeno quattro anni.
La schermata iniziale dell’MC02 e dell’Apostrophy è volutamente in bianco e nero. Anche questo accorgimento, come il fatto che i dati non vengono trasmessi costantemente a Google, dovrebbe fare risparmiare energia.
Apostrophy dispone di un proprio app store, l’«Aphy Store», che però offre pochissime app. Ma con pochi clic è possibile aggiungere i cataloghi, detti repository, di altri app store alternativi, come F-Droid o Aurora.
Se hai bisogno di accedere al Play Store, puoi installarlo, completo di Play Services via MicroG, anche sull’MC02. In questo caso il «GSM Wizard» dovrebbe garantirti di scaricare in modo anonimo le app e di non inviare altri dati a Google. Dati che arrivano solo alle app che utilizzi.
L’idea mi sembra ottima, ma con le mie competenze non sono in grado di verificare dove vanno effettivamente a finire i vari dati. La migliore protezione per i dati, comunque, resta sempre usare meno app che si può ed essere online il meno possibile. Google e altre grandi aziende non solo raccolgono dati con i loro servizi diretti, ma sono anche presenti in modo capillare attraverso le loro piattaforme pubblicitarie.
«Digital Nomad» è il servizio VPN incluso nell’offerta a pagamento di Apostrophy. Nella relativa app posso scegliere tra tre località con un solo clic: Germania, Stati Uniti e Giappone. Quando l’ho provato brevemente ha funzionato senza problemi e mi ha permesso di visualizzare dei contenuti US che normalmente non mi vengono mostrati, data la mia ubicazione. Il controllo dell’indirizzo IP indica una posizione nell’area di Dallas.
Un’altra particolarità di Apostrophy sono i cosiddetti ledger. Ce ne sono per ogni app. Per usarli devi tenere premuto il logo di un’app finché non appare il menu di selezione. Azionando i selettori girevoli posso regolare le autorizzazioni e il consumo di energia di ogni singola app.
Per quanto riguarda la protezione dei dati, il selettore offre cinque livelli: da «tutte le autorizzazioni richieste sono state concesse» a «tutte le autorizzazioni di accesso richieste sono state negate». Un piccolo testo a fianco mi ricorda quali accessi ho consentito e quali no. Piccolo problema di design: il testo è troncato in fondo. Posso comunque gestire le autorizzazioni anche dalle informazioni dell’app, come in qualsiasi altro dispositivo Android.
Con il secondo selettore regolo la frequenza con cui un’app può accedere ai dati e alla batteria, ovvero se è autorizzata a funzionare in background. Più sotto vedo anche quanti mAh ha consumato l’app in questione in un determinato giorno. Purtroppo, solo come grafico a barre con diverse scale. Una rappresentazione senz’altro bella da vedere, ma che potrebbe essere più chiara. Ad esempio, mi piacerebbe anche vedere dei confronti diretti tra le varie app.
Per l’MC02, Punkt chiede coraggiosamente ben 700 franchi/euro. Per gli stessi soldi dagli altri produttori puoi comprare uno smartphone costoso di fascia media o uno economico di fascia alta. Mi viene subito in mente il Galaxy S24. Il problema è che l’hardware di questo smartphone mi deluderebbe anche se lo trovassi su uno smartphone entry-level da due soldi. Il che non rende piacevole l’utilizzo di Apostrophy.
Cominciamo con il display IPS da 6,67 pollici. La risoluzione di 2400 × 1080 pixel andrebbe anche bene, ma la frequenza di aggiornamento di 60 hertz è obsoleta. La cosa che disturba davvero è luminosità scarsa, di soli 400 nit. Può essere sufficiente per i notebook, ma non certo per uno smartphone che uso spesso all’aperto. Anche quando il cielo è coperto faccio fatica a vedere bene sul touchscreen.
Il fatto che la poca luminosità garantisca una maggiore durata della batteria non è un argomento vincente per me. A cosa mi serve, se non riesco a usare lo smartphone? La batteria da 5500 mAh dell’MC02 ha già una capacità leggermente superiore alla media. Con il test della batteria PCMark 3.0 ho rilevato una durata della batteria di 10:51 ore alla massima luminosità del display. È un ottimo risultato che non tutti gli smartphone raggiungono, ma lo raggiungono di certo altri modelli con display più luminosi. Durante la ricarica della batteria ho misurato un massimo di 16 watt. Visto che però anche altri dispositivi raramente raggiungono il valore massimo specificato dal produttore, credo che il valore nominale dell’MC02 sia 25 watt. Non velocissimo, ma tutto sommato ok.
Il Dimensity 900 di Mediatek integrato e i sei gigabyte di memoria RAM che lo accompagnano fanno sembrare il Punkt MC02 lento. O magari sono solo le animazioni dell’interfaccia a non essere così veloci, per risparmiare energia. Indipendentemente dal motivo, la cosa mi disturba.
Rispetto ad altri chipset del segmento entry-level e intermedio, il Dimensity 900 non se la cava poi male. Ma quando penso agli altri smartphone, me li ricordo tutti molto più veloci.
Nel test Geekbench, che misura le prestazioni di CPU e GPU, il Dimensity 900 ha prestazioni migliori rispetto al vecchio Snapdragon 695 del Moto G84. Solo nel PCMark Work 3.0, che simula vari scenari di uso quotidiano, il Dimensity si comporta peggio. I nuovi chip di fascia media Dimensity 7200 Pro del Nothing Phone (2a) e Snapdragon 7s Gen 2 dello Xiaomi Redmi Note 13 Pro 5G superano quello del 900 in modo meno netto di quanto mi aspettassi. Addirttura lo Snapdragon 7s Gen 2 ha prestazioni ancora peggiori per quanto riguarda la GPU.
L’MC02 ha tre fotocamere sul retro: una principale con risoluzione di 64 megapixel, una ultra-grandangolare da 8 megapixel e una macro da 2 megapixel. A queste va aggiunta una fotocamera frontale da 24 megapixel per i selfie.
Nell’app della fotocamera mi colpisce la difficoltà di passare da una fotocamera all’altra. Il passaggio non avviene semplicemente zoomando, ma devo andare nell’area «More» e attivare da lì la fotocamera ultra-grandangolare. Anche per tornare indietro devo fare lo stesso giro, solo in questo caso la fotocamera principale è la «Mittel». Negli smartphone devo fare così al massimo per attivare la fotocamera macro.
Alla luce del giorno, le foto del Punkt MC02 sono discretamente belle. Il livello di dettaglio è sufficiente per la visualizzazione sullo schermo dello smartphone, ma i colori appaiono slavati. In questo caso l’alta risoluzione non è un vantaggio. Non appena ingrandisco un po’ l’immagine, mi becco una poltiglia di pixel.
La fotocamera se la cava bene con i contrasti, ma guardando meglio si notano una scarsa chiarezza e nitidezza. E questo nonostante Punkt nell’MC02 fornisca la massima risoluzione di 64 megapixel e non utilizzi il pixel binning. Ovvero, non unisce pixel adiacenti. Il che non solo dovrebbe migliorare la qualità dell’immagine, ma anche garantire file più piccoli.
Quando è buio, si può selezionare la modalità notturna con fatica. Secondo me, non ne vale la pena. La qualità dell’immagine resta comunque scarsa. Lo scatto in automatico mi piace persino di più.
La fotocamera ultra-grandangolare ha una bassa risoluzione ed è quindi in linea con il resto della valutazione.
I selfie risultano pallidi. Sul display dello smartphone l’immagine sembra nitida, ma lo sfondo è già pixelato, e non solo sfocato. Se ingrandisco un po’ l’immagine, compare rapidamente un blob di pixel.
L’idea di Punkt e Apostrophy è interessante: fornire a chi non vuole troppo lavoro uno smartphone con una maggiore protezione dei dati e della privacy. Servizio per cui mi sembra accettabile pagare un abbonamento mensile. Anche per altri servizi sono disposto a pagare e a ottenere, in cambio, dello spazio su cloud e soprattutto un servizio VPN. Ma nell’insieme l’Apostrophy risulta comunque costoso.
Anche scalando dal prezzo del dispositivo i primi dodici mesi inclusi, i circa 520 euro per l’MC02 mi sembrano decisamente troppi, soprattutto considerato il suo hardware. Ma anche se costasse meno, è un telefono che non si usa con piacere. In particolare, per colpa del display troppo scuro per l’uso all’aperto, Punkt non mi fa apprezzare i vantaggi di Apostrophy.
Mi scoraggiano anche la scarsa qualità delle immagini delle fotocamere e la lentezza dell’interfaccia utente. E non c’è bisogno di guardare alle caratteristiche di uno smartphone top di gamma: ho avuto tra le mani dei dispositivi da 200-300 euro/franchi che sono molto più validi. D’altro canto, è probabile che i loro produttori godano di condizioni d’acquisto migliori rispetto a Punkt.
Credo quindi che la buona idea di uno smartphone focalizzato sulla privacy e sulla protezione dei dati farà fatica ad imporsi, almeno come pacchetto completo. A questo punto mi sembrerebbe più interessante installare GraphenOS su un telefono migliore.
Pro
Contro
Punkt. MC02
128 GB, Nero, 6.67", Doppia SIM Ibrida, 64 Mpx, 5G
Quando ero uno studente delle elementari, mi sedevo nel salotto di un amico con molti dei miei compagni di classe per giocare al Super NES. Ora metto le mani sulle ultime tecnologie e le provo per te. Negli ultimi anni ho lavorato presso Curved, Computer Bild e Netzwelt, ora presso Digitec e Galaxus.