Retroscena

Da «Quake 3» a «Valorant»: intervista a Fatal1ty, uno dei primi gamer professionisti

Philipp Rüegg
14.7.2020
Traduzione: Alessandra Ruggieri De Micheli

Johnathan Wendel, meglio conosciuto come Fatal1ty, è considerato uno dei primi gamer pro della storia. Ha iniziato la sua carriera con Rocket Jump in «Quake III Arena». Oggi gioca principalmente a «Valorant», ma spera segretamente che gli arena shooter tornino alla ribalta.

Oggi, a distanza di oltre vent’anni, Fatal1ty gioca solo raramente a «Quake III Arena». Anche i tempi dei tornei appartengono al passato, con solo qualche eccezione. Nell'intervista, Johnathan Wendel – è questo il suo vero nome – ripensando alla sua carriera, racconta come ha predetto il genere Battle Royale e perché vorrebbe tornare agli arena shooter (o FPS arena).

«Ricordo di aver corso in giro in calzini».

Ogni volta che perdevo, buttavo via le mie scarpe, la mia camicia, i miei pantaloni e così via. Qualunque cosa indossassi, ero convinto che mi portasse sfortuna e non potevo più indossarla. Inoltre, cercavo sempre di scoprire in cosa avevo sbagliato e come potevo usare l’errore a mio vantaggio per non commetterlo una seconda volta.

Andavi ancora a scuola allora?
Avevo appena finito il liceo e iniziato un college part-time. Non mi ci è voluto molto a trovare un modo per fare soldi con i videogiochi. Per questo ho lasciato la scuola e mi sono dedicato al gaming al 100%. Ho vinto un premio in denaro che copriva tutte le spese di viaggio e di vitto. Penso di essere riuscito a guadagnare oltre 110 000 dollari nel mio primo anno da gamer professionista.

«Il problema è che non esiste un piano pensionistico per i gamer».

E dove vendevi i tuoi prodotti all'epoca?
Originariamente li vendevo sul il mio sito web. Ma ben presto ho iniziato a chiamare i rivenditori direttamente in Germania, Giappone e Cina. Al telefono dicevo cose del tipo: «Ehi, dovresti vendere i miei tappetini per il mouse firmati Fatal1ty». E le reazioni erano del tipo: «Sei veramente Fatal1ty? E vendi tappetini per il mouse?». Era davvero uno spasso e all’epoca avevo solo 22 anni.

Sai che a casa mia ho ancora una scheda audio Fatal1ty?
Quelli erano accordi di licenza con aziende che volevano sponsorizzarmi. Ma a quel tempo non ero ancora pronto per la sponsorizzazione. Preferivo optare per la collaborazione. Insieme ai Creative Labs, 8-bit o chiunque altro, ho progettato prodotti Fatal1ty specificamente pensati per i gamer.

Passare dai 60 Hz ai 144 Hz un tempo era un passo gigantesco. E oggigiorno se non giochi a 144 Hz, non giochi alla massima potenza. Pertanto l’hardware è certamente importante. Sono dell'opinione che 144 Hz siano sufficienti. Da lì a 240 Hz non noto una grande differenza.

Penso che abbia a che fare con la dedizione. I giocatori più giovani non devono preoccuparsi dell'affitto. Non hanno ancora preoccupazioni e problemi di «vita reale» che li affliggono. Anche io sono entrato nel mondo degli sport elettronici con questa spensieratezza. Ho cercato di ridurre al minimo i miei doveri per poter essere il migliore al mondo. Il mio obiettivo era quello di liberarmi da tutto.

«Ho solo 39 anni, ma nel mondo del gaming sono decisamente un vecchio bacucco».

Che opzioni hai quando finisce la tua carriera negli sport elettronici?
Puoi sempre andare su YouTube, Twitch o qualsiasi altra piattaforma di social media e provare a fare l'intrattenitore. Di solito speri di poter fare una carriera con il tuo entourage. Ci sono anche numerosi lavori nel mondo del gaming e degli sport elettronici: commentatore, responsabile marketing, community manager, ecc.

Su quali canali trasmettevate lo streaming nel 2005?
MTV Overdrive ha trasmesso l'intera produzione in diretta. Era un tour mondiale da un milione di dollari e all'epoca il più grande torneo di e-sport di tutti i tempi.

E quanto tempo pensi che ci vorrà prima che gli sport elettronici diventino mainstream?
L’e-sport ha superato diversi sport tradizionali. I numeri lo dimostrano. L'e-sport cresce di giorno in giorno e non credo che possa essere fermato.

Un altro fattore è che escono continuamente nuovi giochi negli sport elettronici.
Questo rende il settore fresco ed emozionante. Quante volte vuoi guardare qualcuno rifare continuamente la stessa mossa se conosci già il risultato finale? È quando esce un nuovo gioco che arriva il vero divertimento perché i giocatori devono ricominciare tutto da capo e la classifica riparte da zero.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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