
Scandalo di abusi da Blizzard: fuori il CEO e il capo HR

In seguito alle accuse di abuso contro Activision Blizzard, il CEO J. Allen Brack e il capo del dipartimento delle risorse umane lasciano la società. Entrambi sono accusati di complicità negli eventi nel processo attualmente in corso.
La causa contro Activision Blizzard per gravi molestie sessuali ha le prime conseguenze. Martedì, il CEO di Blizzard J. Allen Brack ha annunciato che lascia la società con effetto immediato. Jen Oneal e Mike Ybarra prendono il suo posto. È la prima volta nella storia di Blizzard che a occupare il posto è una donna. Brack è accusato di essere complice delle accuse di abuso derivate da un'indagine di due anni dello stato della California.
Con Jesse Meschuk, lo scandalo è apparentemente costato la testa di un altro membro di alto livello. Fino a poco tempo fa Meschuk è stato capo del dipartimento globale delle risorse umane. Blizzard al tempo ha rivelato solo che «Jesse Meschuk non lavora più per la compagnia». Nel caso del tribunale, si ritiene che Meschuk abbia avuto un ruolo attivo. A quanto pare il personale è stato scoraggiato dal lamentarsi, in quanto il dipartimento delle risorse umane era presumibilmente vicino all'accusato.
Martedì, il CEO di Activision Blizzard Bobby Kotick ha detto in una conferenza che i colpevoli saranno ritenuti responsabili e i manager che ostacolano l'indagine saranno licenziati. Kotick aggiunge: «Nella nostra società non c’è spazio per discriminazioni e molestie. Saremo l'azienda che dà l'esempio nel nostro settore». La svolta rispetto alle dichiarazioni iniziali di Activision Blizzard probabilmente non è casuale. Rispetto al mese precedente, le azioni hanno perso circa il 15% di valore.
Critica a chi difende la tortura
Tuttavia, i dipendenti della Blizzard non sono molto impressionati dalle misure adottate finora. Già prima dello sciopero della settimana scorsa, hanno preteso la fine della clausola di arbitrato forzato, migliori processi di candidatura e promozione, salari trasparenti e una task force sulla diversità, l'uguaglianza e l'inclusione.

Anche la promessa di Kotick di far controllare l'azienda dallo studio legale WilmerHale è vista come una presa in giro: Activision Blizzard ha già collaborato con WilmerHale per contestare la creazione di nuove politiche di assunzione diversificate.
WilmerHale ha anche stretti legami con Frances Townsend, un’altra leader controversa di Activision Blizzard. Townsend, in una e-mail interna allo staff, ha definito le accuse infondate. Più di 2600 impiegati hanno firmato una lettera di condanna della risposta di Townsend.
È diventata nota come dipendente della Sicurezza dello Stato e dell'Antiterrorismo sotto George Bush Jr., dove ha difeso le misure di tortura della CIA. La situazione tesa non le ha impedito di inviare un tweet che raffigura i whistleblower come il problema. Ora blocca sistematicamente tutti coloro che l'hanno criticata per questo. Questo include non solo i giornalisti, ma anche gli attuali ed ex dipendenti di Activision Blizzard.
Anche Ubisoft è stata trascinata nel vortice della recente ondata di abusi. Più di mille dipendenti hanno recentemente firmato una lettera aperta alla direzione dell’azienda, in cui chiedono nuove misure in relazione alle accuse di abuso nel loro posto di lavoro. Contrariamente alle dichiarazioni pubbliche di Ubisoft, quasi nulla è cambiato dietro le quinte, secondo i promotori. Gli accusati continuerebbero a venire protetti e persino a ricevere promozioni. La lettera aperta è stata pubblicata anche in solidarietà con la situazione di Activision Blizzard per evidenziare quanto sia diffuso il problema e quanto velocemente le aziende cerchino di nascondere queste cose.


Vado matto per il gaming e i gadget vari, perciò da digitec e Galaxus mi sento come nel paese della cuccagna – solo che, purtroppo, non mi viene regalato nulla. E se non sono indaffarato a svitare e riavvitare il mio PC à la Tim Taylor, per stimolarlo un po' e fargli tirare fuori gli artigli, allora mi trovi in sella del mio velocipede supermolleggiato in cerca di sentieri e adrenalina pura. La mia sete culturale la soddisfo con della cervogia fresca e con le profonde conversazioni che nascono durante le partite più frustranti dell'FC Winterthur.