"Prison Break" / FOX
Opinione

Basta forzare nuove stagioni – le serie dovrebbero concludersi prima

Valentin Oberholzer
11.11.2024
Traduzione: Nerea Buttacavoli

«Prison Break» sarebbe potuta finire dopo una sola stagione. Ciononostante, l'hanno tirata per le lunghe per altre quattro stagioni. Anche altre serie sacrificano la suspense per il successo – e per il guadagno. Ma si sa, il gioco è bello quando dura poco.

Prima di cominciare: questo articolo contiene spoiler delle seguenti serie: «Prison Break», «The Office US», «The Queen's Gambit», «Peaky Blinders» e «Suits». Continua a leggere a tuo rischio e pericolo.

Le buone idee vanno elaborate e sfruttate a pieno, almeno dal punto di vista commerciale. Se quindi una serie TV ha un buon riscontro, sarebbe sciocco non girare altre stagioni e sfruttarla, no?

È quello che è successo a una delle mie serie preferite del 2005, «Prison Break». L'omonima evasione dal carcere è il fulcro della storia. Questa impresa, però, va a buon fine alla fine della prima stagione. La storia quindi sarebbe conclusa. Nonostante questo, sono seguite altre quattro stagioni fino al 2017 e persino un lungometraggio. Perché? Appunto, perché la serie non era ancora stata sfruttata abbastanza.

Come si suol dire: non sono arrabbiato, sono deluso.

Meglio fermarsi sul più bello

«Prison Break» ha perso il momento per un'uscita di scena onorevole. La prima stagione è un capolavoro. La seconda è molto buona, la terza ok. Dopodiché, «Prison Break» mostra i classici sintomi di un thriller tirato troppo per le lunghe: nel tentativo di superare la stagione precedente in termini di drammaticità, la trama degenera e le parti coinvolte diventano sempre più potenti. Devono persino impedire a un antagonista di conquistare il mondo.

Il fatto che il protagonista Michael Scofield in origine volesse solo liberare dalla prigione il fratello ingiustamente condannato a morte prima che venisse giustiziato, è stato da tempo relegato a una preposizione subordinata. Gli autori hanno usato ogni trucco per far andare avanti la storia: le ferite da arma da fuoco guariscono in poche ore e se un morto può di nuovo essere utile, lo rianimano come nulla fosse.

Almeno «Prison Break» ha mantenuto l'attore principale che ha portato avanti la serie per tutta la sua durata. La versione americana di «The Office» è stata meno fortunata: il protagonista Michael Scott, interpretato da Steve Carell per sette stagioni, lascia l'ufficio in un toccante episodio di addio dopo 148 episodi. Sarebbe stato il finale perfetto e meritato.

Le miniserie sono il futuro

La serie di successo di Netflix «The Queen's Gambit» è di un calibro simile. È fatta di solo sette episodi. È una storia coerente e ben strutturata. E cosa più importante: è completa. La protagonista vince i suoi demoni interiori e raggiunge il suo obiettivo di battere il campione mondiale di scacchi russo. Un sequel non sarebbe che un surplus totalmente inutile, anche se verrebbe indubbiamente guardato. La serie potrebbe continuare a essere sfruttata.

Ma a quale costo?

Almeno fino a quando non decideranno che anche una miniserie può continuare a essere sfruttata ulteriormente, se i guadagni son stati buoni. Vabbè, cambiamo argomento.

Decido io quando è abbastanza

Se una serie sembra non concludersi più, le do una mano abbandonando la visione. Ed è proprio questo che consiglio di fare a chi la vive come me. Quando ti accorgi che una storia inizia ad essere tirata per le lunghe, smetti di guardarla.

Noi appassionati di serie spesso ci entusiasmiamo per le prime due o tre stagioni, per poi aggiungere con rammarico: «Dopo diventa un po' noiosa o esagerata». A parte il mio collega Domagoj Belancic, che ha persino amato l'ultima stagione di «Lost».

A parte gli scherzi, perché non dovremmo concentrarci sugli aspetti positivi? Si sa, le serie non conoscono limiti. Puoi tranquillamente scegliere solo gli episodi migliori di ogni serie, e avrai comunque materiale più che sufficiente per il binge watching.

Almeno io faccio così – e decido da solo quando è abbastanza.

Immagine di copertina: "Prison Break" / FOX

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I miei ritiri hanno nomi come Terra di Mezzo, Skyrim e Azeroth. Se devo separarmi da loro a causa di obblighi della vita reale, le loro epiche colonne sonore mi accompagnano nella vita di tutti i giorni, ai LAN party e durante le sessioni di D&D.


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