Recensione

«Atomfall» alla prova: idea ottima, realizzazione migliorabile

Philipp Rüegg
25.3.2025
Traduzione: Martina Russo

«Atomfall» trasporta l’apocalisse nucleare nella tranquilla campagna inglese. La versione britannica di «Fallout» racconta una storia avvincente che riesco a scoprire solo superando un sacco di ostacoli.

«Atomfall» è stato sviluppato da Rebellion, vale a dire lo stesso studio che produce la serie «Sniper Elite». Ecco perché i livelli ricordano inevitabilmente il simulatore dei cecchini. Invece di un gigantesco mondo di gioco aperto, «Atomfall» è composto da una serie di aree che, tutte insieme, sono probabilmente più piccole del mondo di «Fallout 4».

L'approccio di non spiattellare tutto subito è effettivamente interessante, ma è la realizzazione pratica che non funziona. Mi sento come se dovessi compilare la dichiarazione dei redditi di un perfetto sconosciuto e mi vengono dati dei documenti dove non c’è scritto niente e nessuna istruzione.

In realtà, mi piace esplorare mondi senza che mi venga costantemente detto dove andare. Ma in «Atomfall» mi sento troppo perso. Per le prime dieci ore ho girovagato per l’area senza una meta. E mi andrebbe anche bene, dal momento che questa regione abbandonata nel nord dell'Inghilterra ha un fascino incredibile. Quelli di Rebellion riescono a fare cose incredibili con il loro motore Asura.

Il centro è quanto di più simile ci sia a un sistema di trasporto rapido. Per poterlo usare in modo efficiente e al tempo stesso scoprire il segreto dell'intera struttura, devo prima trovare varie chiavi, schede di sicurezza e batterie. Queste ultime mi servono per ripristinare la corrente elettrica in vari punti.

Anche la fauna è fastidiosa. Pesci voraci in agguato nell'acqua, api aggressive sugli alberi, pipistrelli e ratti nelle caverne: tutti cercano sempre di attaccarmi. Respingere i pipistrelli con un calcio è divertente la prima volta, ma non è molto efficiente. Alla fine, tutte queste creature sono solo fastidiose, come la maggior parte dei nemici del gioco. Lasciatemi godere dell'apocalisse in pace, chiedo troppo?

«Atomfall» mi è stato fornito da Rebellion. Ho provato la versione per PC. Il gioco è disponibile per PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S.

In breve

Suggestiva, ma sconnessa, come una strada di campagna piena di buchi

Nonostante tutto, ci ho giocato ben 15 ore prima di vedere i titoli di coda scorrere sullo schermo. Di certo, avrei potuto passarcene altre dieci se avessi completato altre missioni, ma ho preferito non farlo. Mi interessano di più i finali diversi che il gioco ha ovviamente in serbo. Ma mi sa che me li guarderò comodamente su YouTube. Tuttavia sono contento di aver giocato ad «Atomfall». Anche se il sistema dei suggerimenti è inutile, i livelli sono spesso confusi e il sistema di combattimento è solo funzionale, il gioco mi ha tenuto incollato fino alla fine.

L'area off-limits post-apocalittica situata in una sperduta zona dell'Inghilterra settentrionale è piacevolmente incontaminata. Invece della solita landa desolata grigio-marrone, ti trovi in mezzo a prati in fiore e deliziose dimore in pietra. Alla fine, il mistero che circonda la catastrofe non è nulla che non abbia già visto altrove. Ma è il modo in cui tutto questo viene raccontato e presentato che mi è piaciuto molto.

«Atomfall» ha degli evidenti difetti, ma non posso negarne il fascino. Se pensi che ti possa interessare un'avventura post-apocalittica un po’ diversa e più colorata delle altre, «Atomfall» fa senz’altro al caso tuo. Ecco, magari non fare come me, che ho aspettato fin troppo prima di abbassare il livello di difficoltà.

Pro

  • Mondo affascinante tutto da scoprire
  • Storia avvincente
  • Ambientazione originale

Contro

  • Sistema di suggerimenti è inutile
  • Gli avversari sono degli idioti patentati
  • L'universo di gioco è così intricato da essere quasi impenetrabile senza un aiuto alla navigazione.
  • Il sistema di combattimento corpo a corpo è impreciso e insoddisfacente.

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Da bambino non mi era permesso avere console. Solo con il PC di famiglia, un 486, mi si è aperto il magico mondo dei videogiochi. Oggi di conseguenza compenso in modo esagerato. Solo la mancanza di tempo e denaro mi impedisce di provare ogni gioco esistente e di riempire la mia libreria con rare console retrò. 


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