Recensione

Assurdo, inquietante e incredibilmente bello: «Karma: The Dark World»

Kevin Hofer
27.3.2025
Traduzione: Rebecca Vassella

Era da tempo che un gioco non mi lasciava così perplesso come «Karma: The Dark World», e lo dico in senso positivo. Il mix di un mondo orwelliano con idee che potrebbero provenire dalla penna di David Lynch o Hideo Kojima mi ha completamente ipnotizzato.

In realtà, non voglio continuare, non posso continuare... Ho appena premuto un interruttore della luce e accanto ad esso compare la scritta «Non voltarti indietro». Da classico fifone, naturalmente non mi giro e continuo a camminare. Ora ho costantemente la sensazione che qualcosa mi stia inseguendo. Prima di entrare nella prossima stanza buia, mi serve una pausa.

Mi rendo conto che il mondo è definito da strutture sociali gerarchiche quando vedo in giro carte d'identità con indicato il livello sociale. Inoltre, le persone fedeli all'azienda non hanno la testa sulle spalle, ma schermi CRT. Mi trovo in uno stato di sorveglianza totalitaria alla «1984». Il gioco riesce a trasmettermi questo aspetto in modo sottile, senza palesarmelo. Ovunque scopro dettagli che mi dicono di più sul mondo. Così sì che mi piace.

Un'altra volta, controllo un cubo che deve trovare il suo posto in un ambiente di linee. Lo stile grafico minimalista fa apparire il mondo totalitario ancora più privo di contenuti. A parte le linee bianche sullo sfondo nero, non c'è nulla. Questo mi dà una sensazione di impotenza e di grande tristezza nel duro mondo di «Karma».

Ma ci sono anche momenti pieni di speranza e di colore, che hanno un aspetto decisamente kitsch in contrasto con il resto. Ma non durano a lungo, perché «Karma» è un gioco horror fatto come si deve.

Sia la «realtà» che il mondo delle menti sono inquietanti

Anche la «realtà» di Karma è puro horror. Dopo aver esplorato il «Winston Research Institute», cammino per le strade della città senza nome. Ovunque vado, incontro ragazzi con schermi CRT al posto della testa. Ad un angolo afferrano un dissidente e davanti all'ingresso del Thought Bureau assisto a un'esecuzione pubblica.

Il Thought Bureau stesso è un'ala sterile dell'edificio. Ci sono manifesti di propaganda e istruzioni sul comportamento corretto dappertutto. Le telecamere di sorveglianza sono onnipresenti. Seduto accanto a me nella sala d'attesa c'è un ragazzo che evidentemente è allo stremo delle forze e non riesce più a distinguere tra la sua realtà e le menti in cui si immerge.

E poi c'è la stanza degli interrogatori. Qui Sean e poi un'altra persona siedono di fronte a me dietro una lastra di vetro. Con un cappello in testa, entro nelle loro teste e cerco di risolvere il caso di Sean Mehndez.

Il tutto è accompagnato da una colonna sonora d'atmosfera e da fantastici effetti acustici che mi fanno sempre correre un brivido lungo la schiena.

Quello che non capisco è il nome dei personaggi. Il gioco è ambientato in una Germania Est immaginaria durante la Guerra Fredda. Perché il protagonista ha un nome inglese è un mistero per me. Anche sotto altri aspetti, il gioco degli sviluppatori cinesi sembra più britannico che tedesco.

Inoltre, l'output vocale è disponibile solo in inglese e cinese. I doppiatori fanno un buon lavoro nella versione inglese, sono credibili e non troppo teatrali. Ma il doppiaggio che mi piace di più non è quello di Daniel, ma del narratore di Sean.

«Karma: The Dark World» per PC mi è stato fornito da Wired Productions a scopo di test. Il gioco è disponibile per PC e PS5.

In breve

Horror grandioso che mi lascia perplesso (in senso positivo)

Se ti piacciono i giochi horror e le opere di George Orwell, David Lynch o Hideo Kojima, «Karma: The Dark World» è un must per te. Il mondo è inquietante e opprimente, l'horror non è pieno di jump scare, ma sottile e sempre sorprendente. Non sono i mostri a spaventarmi – anche se sono presenti – ma la psiche umana. Ecco come dovrebbe essere un buon horror.

Inoltre, il mondo è presentato in modo meravigliosamente inquietante – molte ambientazioni le appenderei alla mia parete come quadro. In questo caso, gli sviluppatori hanno preso ispirazione dai loro modelli di riferimento e hanno realizzato il tutto in modo brillante. Anche il sound design a volte mi fa venire i brividi.

Tuttavia, ho tre piccole critiche da fare. In primo luogo la storia, che è talmente confusa che può anche scoraggiare a continuare a giocare. Inoltre, trovo strano che il gioco sia ambientato nella Germania dell'Est, ma che molti dei personaggi abbiano nomi inglesi e che non ci siano voci fuori campo in tedesco. E terzo, il gioco offre poco in termini di gameplay, ma questo è dovuto alla sua natura di walking simulator.

Se riesci a sopportare questi punti, dovresti assolutamente dare un'occhiata a «Karma: The Dark World», anche perché è relativamente breve, con un tempo di gioco di otto-dieci ore.

Pro

  • Messa in scena meravigliosamente macabra
  • Horror sottile
  • Storia confusa...

Contro

  • ... storia confusa
  • Nessuna voce in tedesco per un gioco ambientato in Germania

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Tecnologia e società mi affascinano. Combinarle entrambe e osservarle da punti di vista differenti sono la mia passione.


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