Recensione

«65»: le mie aspettative erano grandi – come la mia delusione

Luca Fontana
9.3.2023
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Se il film «65» fosse un piatto, sarebbe un piatto insipido nonostante gli ingredienti buoni. La colpa è di una trama fin troppo noiosa e monotona, che non riesce nemmeno lontanamente ad essere avvincente quanto vorrebbe.

Fuori il cervello, dentro i popcorn. Buon divertimento. Esistono, questi film che funzionano solo – e intendo unicamente – secondo questo motto. Nella maggior parte dei casi lo svela già il marketing o i primi trailer. Mi viene in mente la serie «Fast & Furious» o anche «Plane» con Gerard Butler nel ruolo di protagonista, per fare un esempio più recente. Per «65» non ero sicuro.

Il film è stato prodotto dalla leggenda dell'horror Sam Raimi ed è stato scritto dagli stessi autori che hanno scritto «A Quiet Place» – Scott Beck e Bryan Woods. Questo di per sé è un marchio di qualità, perché il film horror muto del 2018 è un film niente male. Inoltre, c'è un trailer che non sembra affatto stupido, come spesso accade con la maggior parte dei film da popcorn.

93 minuti dopo – questa è la durata del film – la so lunga: se solo non mi fossi fatto delle aspettative. Ma, probabilmente, sarei rimasto deluso comunque.

Di cosa tratta «65»

Mills (Adam Driver) non vuole davvero andarsene. Ma la figlia gravemente malata (Chloe Coleman) ha bisogno di cure che l'astronauta e pilota di astronavi può permettersi solo se si imbarca in una missione di ricerca di due anni.

Sulla via del ritorno, si verifica una fatidica collisione con una cintura asteroidale non mappata. Mills e la sua astronave piena di esploratrici ed esploratori si schiantano su un pianeta misterioso. Sopravvissuti? Solo lui e una bambina di nome Koa (Ariana Greenblatt). Quello che non sanno è che il pianeta misterioso è la Terra e che la loro storia si svolge 65 milioni di anni fa.

Per Mills e Koa inizia una lotta per la vita e la morte. La capsula di salvataggio che potrebbe riportare i due in orbita intorno alla Terra si trova in una parte dell'astronave che si è staccata durante la collisione. Si trova a diversi giorni di cammino da loro e un'intera schiera di mostri preistorici li ha presi di mira.

Marketing ingannevole

Non fare lo stesso errore che ho fatto io. Non giudicare il film dal trailer. Perché «65» non è semplicemente «A Quiet Place» con i dinosauri. Eppure la premessa è quasi la stessa: in entrambi i film, misteriosi mostri rappresentano una minaccia mortale che i personaggi cercano di evitare mentre vanno da A a B nel modo più inosservato possibile. Ma laddove «A Quiet Place», con la sua atmosfera opprimente e le poche, ma decisamente inquietanti immagini, ha impresso il pericolo imminente in modo permanente nella nostra coscienza, «65» semplicemente non è abbastanza brutale o spaventoso. Al contrario: «65» è prevedibile e stupido.

Situazioni come questa di solito si concludono in modo sorprendentemente incruento e senza conseguenze. L'horror non funziona così.
Situazioni come questa di solito si concludono in modo sorprendentemente incruento e senza conseguenze. L'horror non funziona così.
Fonte: Sony Pictures

Se non avessi controllato, avrei ipotizzato una classificazione di età minima di 12 anni, tanto è docile e tranquillo «65». Anche durante i suoi brevi 93 minuti, è riuscito ad annoiarmi. Il fatto che l'aspirante rip-off di «A Quiet Place» abbia comunque ricevuto una valutazione FSK 16 è per me il più grande colpo di scena del film.

Non fraintendermi: la brutalità e la violenza fine a se stesse non sono ciò che mi manca qui. Ma sono espedienti stilistici che suggeriscono a me, come spettatore, l'orrore che i personaggi vivono nella storia. Eppure «65» ha una messa in scena piuttosto solida. La Terra di 65 milioni di anni fa sembra rigogliosa e preistorica. Persino il design dei dinosauri è insolito: il team di creazione ha resistito abilmente alla tentazione di imitare «Jurassic Park» o «Jurassic World» – e questo per me ha un gran valore. Anche gli effetti al computer non lasciano nulla a desiderare. Sotto questo punto di vista non c'è molto di cui lamentarsi.

In cosa fallisce allora «65» – brutalità mancata a parte?

Adam Driver alla riscossa – oppure no?

Il primo problema è che «65» non è un thriller horror con dinosauri come suggerisce il trailer. Sembra più un tiepido film d'azione fantascientifico in stile «After Earth» di Will Smith. Il secondo problema, ben più grave, è che Mills, interpretato da Adam Driver, è affiancato da una bambina. Deve proteggerla per tutto il film. Horror con i bambini? Solo pochi film osano farlo. È come se ci fosse una legge non scritta secondo cui nei film i bambini sono sacri. In «65» sembra davvero che il film sia stato realizzato con il freno a mano tirato per assicurarsi una classificazione d'età minima più bassa (che poi non è stata nemmeno data).

Mills (Adam Driver) e Koa (Ariana Greenblatt) nella non proprio entusiasmante battaglia per la sopravvivenza di 65 milioni di anni fa.
Mills (Adam Driver) e Koa (Ariana Greenblatt) nella non proprio entusiasmante battaglia per la sopravvivenza di 65 milioni di anni fa.
Fonte: Sony Pictures

E se tutto ciò non bastasse, hanno preso l'incredibilmente stupida decisione di non far parlare a Mills e Koa, la bambina, la stessa lingua. Dal punto di vista della storia, credo che volesse rappresentare un ostacolo in più nel loro viaggio. Ma in pratica, la sceneggiatura si è messa da sola in una posizione impossibile. Mills quasi si dispera a gesticolare a più non posso nel tentativo di spiegare a Koa ogni due scene qual è il loro obiettivo, il piano, le regole. E io mi dispero con Mills! Questo mette un freno al film invece di renderlo più emozionante. Costantemente. I miei occhi si alzano al cielo più spesso di quanto pensavo possibile per un film così breve.

Poi vogliono anche farmi credere che i due sviluppino un rapporto intimo padre-figlia nel giro di pochi giorni e senza essere realmente in grado di comunicare tra loro. Joel ed Ellie di «The Last of Us» hanno impiegato mesi per costruire il loro rapporto. Ma vabbè, avrei potuto sorvolarlo se almeno non si comportassero sempre come zucconi ingenui. Ne è un esempio la scena in cui Mills e Koa fuggono in una grotta profonda centinaia di metri per sfuggire a un feroce dinosauro simile a un T-Rex. Giunti alla fine della grotta, i due si disperano come se non ci fosse via d'uscita. Poi vogliono liberarsi la strada con delle bombe a mano. In una grotta! Ottima idea... Perché non tornano indietro per vedere se il T-Rex è ancora lì prima di osare qualcosa di così stupido come rischiare di seppellirsi sotto tonnellate di roccia!?

«La carne è arrivata di nuovo, amici» – Ugluk, Il Signore degli Anelli.
«La carne è arrivata di nuovo, amici» – Ugluk, Il Signore degli Anelli.
Fonte: Sony Pictures

Di esempi come questo ne avrei tanti. Se il film si fosse presentato come un omaggio ai film di serie B degli anni '80, avrei potuto essere più indulgente. Ma lo ribadisco: il trailer mi promette un intenso thriller horror con mostri. Viene persino annunciata la partecipazione degli autori di «A Quiet Place». Con questo fanno aumentare le mie aspettative. Ed è colpa loro se vengono deluse a dismisura.

Conclusione: puoi farne a meno

Non c'è molto altro da dire. «65» vuole essere più di quello che è. Soprattutto più inquietante e intenso. Ma quando tutto ciò che esce dal fucile futuristico di Adam Driver sono pallettoni in CGI che colpiscono mostri in CGI, da cui schizza un po' di sangue in CGI, allora non si può parlare di horror. Non di horror vero, almeno.

Se mi avessero dato la sceneggiatura da redigere, probabilmente avrei eliminato del tutto la bambina, Koa, dal film. Driver si sarebbe dovuto arrangiare da solo. Con me non sarebbe diventato «A Quiet Place» con i dinosauri, ma «The Revenant» con i dinosauri. Prova a immaginarlo. Sarebbe molto più interessante, no? Chiamo il mio agente.


«65» è nei cinema dal 9 marzo 2023. Durata: 93 minuti. Può essere visto da un pubblico a partire dai 16 anni di età.

Immagine di copertina: Sony Pictures

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La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot». 


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