Vale la pena di comprare una scheda grafica per minare criptovalute?
Retroscena

Vale la pena di comprare una scheda grafica per minare criptovalute?

Revisione: Leandra Amato

Le schede grafiche da gaming sono sempre più costose e difficili da reperire; la colpa è del boom del «crypto mining». Anche io ho deciso di mandare la mia GTX 1080 Ti in miniera per scoprire se posso davvero farci dei soldi.

«Assicuratevi che ci siano abbastanza schede grafiche da gaming». In sostanza, questa è l'email che Nvidia ha inviato a noi e a molte altre aziende in tutto il mondo in risposta alla sempre più crescente carenza di schede grafiche causata dai minatori di criptovalute, cioè persone che non usano la loro scheda grafica per giocare, ma per generare monete virtuali.

L'apparente preoccupazione di Nvidia mi ha spinto a chiedermi se valesse davvero la pena di acquistare una scheda grafica che costa quasi 1’000 franchi svizzeri solo per minare criptomonete. Infatti, a causa della mancanza di alternative, oltre alle carte AMD economiche vengono ormai impiegate a questo scopo anche le GPU da gaming di alta fascia. Ne ho una di questo genere nel mio PC, perciò ho i requisiti ideali per una visita al Klondike del mondo delle criptovalute.

Brillare, brilla. Ora deve farmi anche guadagnare un bel po’ di soldi.
Brillare, brilla. Ora deve farmi anche guadagnare un bel po’ di soldi.

Disponibilità ed evoluzione dei prezzi

Anche noi di digitec siamo stati colti impreparati dall'esplosione delle criptovalute. Christian Seeholzer, che tra le altre cose è responsabile delle nostre schede grafiche, ha iniziato a cercare di affrontare la mancanza di disponibilità di schede già l’estate scorsa. La situazione è peggiorata dall'inizio dell'anno. Attualmente, è impossibile trovare una GTX 1080 Ti a meno di 1’000 franchi. Ciò corrisponde a un’inflazione di circa il 20% nell'arco di sei mesi. E non prevediamo miglioramenti. «Al momento la situazione è tragica e non sappiamo quanto durerà», sospira Christian. La cosa riguarda in modo particolare le schede AMD delle serie Vega e RX, così come i modelli Nvidia dalla GTX 1060 in poi.

Mentre la carenza generale di schede di memoria flash influisce certamente sui costi, il vero problema è costituito dai minatori. Ecco perché la scorsa estate abbiamo deciso di limitare ogni conto a due schede grafiche. Abbiamo anche deciso di consentire ai clienti di acquistare solo due schede grafiche di una serie. In precedenza, avrebbe dovuto essere possibile acquistare due 1080 Msi, due Asus e due Gigabyte. Ora non più. Almeno, in teoria; secondo Christian, infatti, i clienti trovano sempre nuovi modi per aggirare il sistema. I più audaci usano bot per creare nuovi conti cliente e ordinare in modo automatico. Stiamo facendo del nostro meglio per impedire questi acquisti e proteggere la nostra community di gamer.

Il piano di Nvidia

«Per Nvidia, i gamer vengono prima di tutto». L'azienda è davvero così altruista come dice di essere? In fin dei conti Nvidia dovrebbe essere felice di tutti questi ordini, soprattutto se questi gamer possiedono azioni Nvidia. Se dovessero crollare le criptovalute, i minatori cercherebbero di sbarazzarsi dell’attrezzatura il prima possibile e il mercato verrebbe inondato di schede grafiche a poco prezzo. Se si verificasse questa inflazione, i gamer sarebbero infatti i primi a sfregarsi le mani: nuove schede a ottimo prezzo. E non dovrebbero preoccuparsi di acquistarne una nuova per parecchio tempo.

In cosa consiste il mining?

Ma torniamo al mio progetto. Le criptovalute e tutto ciò che ha a che fare con esse sono una costruzione astratta. Per capire meglio cosa voglio dire, guarda questo video.

In breve: la criptovaluta si basa su un sistema peer-to-peer (decentralizzato). Non esiste un server centrale che controlli i pagamenti o aggiorni i conti. Questa è invece responsabilità dei partecipanti, che hanno un elenco completo di tutte le transazioni effettuate fino ad oggi e creano così la cosiddetta blockchain. Grazie al principio collaborativo del crowdsourcing, garantiscono che la blockchain non possa essere manipolata. Solo per i bitcoin, attualmente, contiene circa 150 GB di dati, che consentono di convalidare le transazioni future. Ogni blocco contenente una transazione è crittografato, ha un algoritmo e viene inviato a tutti gli utenti della rete: la cosiddetta funzione hash. Risolvere questa funzione e quindi confermare una transazione richiede prestazioni di calcolo elevatissime. Questo è il motivo per cui vengono premiati tutti coloro che mettono a disposizione del sistema il proprio PC con il «crypto mining».

Poiché ogni valuta utilizza un algoritmo diverso, non tutti gli hardware sono adatti od offrono le prestazioni ideali. Per l'utente finale, ad esempio, minare bitcoin non è più redditizio già da tempo, perché i costi dell'elettricità sono superiori ai guadagni. Ora è possibile utilizzare solo dispositivi speciali per il mining (ASIC – Application Specific Integrated Circuits) in Paesi che offrono elettricità a basso costo. La storia è diversa per altcoin come l'Ethereum, che ha dato il via a una vera e propria corsa all’oro.

Come funziona il mining e di cosa hai bisogno per farlo?

Oltre a una scheda grafica potente e idealmente un processore, sono necessarie tre cose:

  • Un portafoglio
  • Un conto su un Mining Hub, cioè un piattaforma di mining
  • Un software per il mining

Per ricevere e inviare criptovalute, è necessario un portafoglio (digitale). La creazione di un account non richiede l’inserimento di dati privati. Poi è necessaria una password per il tuo portafoglio sulla piattaforma di mining per ricevere i guadagni del tuo lavoro. Un hub molto conosciuto è il Mining Pool Hub. Poiché è improbabile che io riesca a minare una nuova moneta da solo, mi unisco a loro. Puoi immaginartela come una miniera vera e propria: da solo avresti difficoltà a trovare una pepita d'oro, anche se il guadagno sarebbe esclusivamente tuo. Se invece scavi con una centinaia di minatori, la probabilità di trovare l’oro aumenta, ma il bottino viene diviso tra tutte le persone che hanno lavorato in miniera.

La tabella mostra l’hash rate corrente e il numero di monete che hai estratto.
La tabella mostra l’hash rate corrente e il numero di monete che hai estratto.

Nell’hub puoi scegliere le valute che vuoi minare tra una vasta selezione. Nella scheda «Worker» definisci nome utente e password. Se hai una sola scheda grafica, basta un unico Worker. Hai bisogno di queste informazioni per creare un file batch, che consiste in un codice con una sola riga. Una cosa di questo genere:

ethminer -G -S europe.ethash-hub.miningpoolhub.com:20535 -O username.workername:password

Ethminer si riferisce al programma da eseguire, seguito dall'indirizzo del server e, alla fine, dal nome utente sulla piattaforma di mining, oltre al nome dello Worker e alla password.

Per il mining vero e proprio, è ancora necessario un programmino in grado di risolvere i problemi matematici. Ci sono molte alternative e non tutte sono ideali per il tuo hardware. Di solito ne trovi un elenco sulla piattaforma, in corrispondenza di ciascuna valuta.

Ecco l’aspetto di uno strumento per il mining che fa il suo lavoro.
Ecco l’aspetto di uno strumento per il mining che fa il suo lavoro.

Una volta creato il file batch nella cartella del programma di mining, basta fare doppio clic per far funzionare la scheda grafica. Il display mostra sempre l’hash rate attuale, che indica l'efficienza del tuo hardware. L’hash rate descrive il numero di processi (hash) prodotti ogni secondo dal computer ed è diverso per ogni valuta.

Per i principianti, questo processo non è facile da capire e richiede un po' di tempo per abituarcisi.

Costi dell'elettricità vs guadagni

Ho testato Zcash, Zcoin, Ethereum e Trezarcoin, perché sembrano essere relativamente efficienti da minare con la GTX 1080 Ti. Poiché ho collegato il mio PC a un interruttore Mystrom, posso facilmente consultare il mio consumo energetico e i costi dell'elettricità. A piena potenza, il mio PC (senza schermo) consuma circa 270 W, cioè mi costa circa 3 centesimi all'ora. Con i Trazarcoins, il consumo di energia è aumentato fino a 340 W. Per fare un paragone: una partita intensa a «PUBG» consuma circa 370 watt, perché utilizza anche la CPU.

L'interruttore Mystrom indica il consumo energetico.
L'interruttore Mystrom indica il consumo energetico.

Se lascio il PC a minare Ethereum per dieci ore, l’elettricità mi costa 30 centesimi. Con un hash rate di massimo 33 MH/s, genero 0.0011121261 Ethereum, che corrisponde a 85 centesimi al tasso corrente. Negli ultimi giorni, ho lasciato il PC in funzione più volte per qualche ora e per una mezza giornata. Risultato: 0.0.05817773 Zcoin, 0.01838426 Zcash, 0.00111261 Ethereum e 2.87872769 Trezarcoin. In tutto, equivalgono a una decina di franchi.

Se avessi comprato la mia GTX 1080 Ti esclusivamente per minare criptovalute, ci vorrebbero circa sette mesi in funzione continua per ammortizzare la spesa. A condizione che il mercato rimanga stabile, cosa che al momento è lontana dalla realtà. Naturalmente è possibile sovrascrivere la scheda, e sicuramente ci sono un sacco di trucchi per aumentare le prestazioni, ma non mi aspetterei un cambiamento significativo.

Inoltre non ho calcolato i costi relativi alle transazioni, necessarie per riscattare i guadagni, nonché le spese da sostenere per acquistare l’hardware necessario.

Rischi e bilancio ambientale

È inoltre necessario tenere in considerazione l'aumento del carico sulla scheda grafica. Questi prodotti di consumo non sono concepiti per funzionare costantemente e per un lungo periodo di tempo. Il calore continuo ne accelera il deterioramento e i punti più deboli sono l'alimentazione e la ventola. È consigliabile utilizzare uno strumento di monitoraggio come MSI Afterburner, che consente di limitare la temperatura della scheda grafica o di aumentare la ventilazione.

E se non ti preoccupi troppo del computer, forse hai qualche dubbio sull’impatto ambientale di tutta questa operazione. Minare criptovalute consuma enormi quantità di energia. Solo per i bitcoin, vengono consumati 42 TWh di elettricità ogni anno, un volume che supera il consumo annuale di tutta la Nuova Zelanda. Anche se il bitcoin è la criptovaluta più energivora, tutte richiedono una grande quantità di elettricità.

Il consumo di corrente per il bitcoin mining è enorme
Il consumo di corrente per il bitcoin mining è enorme
Fonte: digiconomist

Conclusione: come hobby, si può fare

Per me il risultato era chiaro sin dall'inizio, ma ho voluto comunque testarlo. Ormai non vale più la pena di acquistare una nuova scheda grafica per minare criptovalute. Anche se la facessi lavorare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, faresti solo 150 franchi al mese. Però in questo caso dovresti rinunciare a giocare al PC.

Se vuoi farlo comunque, per lo meno devi investire in una scheda che ti permetta di pareggiare le spese e i costi il più rapidamente possibile. Poiché i prezzi dell'hardware sono aumentati drasticamente e le criptovalute sono soggette a grandi fluttuazioni, sicuramente vuoi essere sicuro di recuperare almeno i soldi che hai speso. Ma a questo punto faresti prima a investire il denaro direttamente in una criptomoneta.

Un’altra cosa che potresti fare è minare altcoin che non sono ancora molto conosciute. Il tasso di successo è molto più alto e riesci a recuperare un po’ di denaro molto più in fretta. Se ti va bene, una di queste potrebbe essere il prossimo Ethereum.

Se vuoi dedicarti al «crypto mining», a meno che tu sia disposto a fare grandi e rischiosi investimenti, difficilmente otterrai risultati degni di nota. Ma se hai già una scheda ad alte prestazioni e non ti fai troppi problemi sull’impatto ambientale, prova a divertirti a minare criptovalute. Poi fammi sapere cosa hai comprato con la manciata di franchi che hai guadagnato.

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Vado matto per il gaming e i gadget vari, perciò da digitec e Galaxus mi sento come nel paese della cuccagna – solo che, purtroppo, non mi viene regalato nulla. E se non sono indaffarato a svitare e riavvitare il mio PC à la Tim Taylor, per stimolarlo un po' e fargli tirare fuori gli artigli, allora mi trovi in sella del mio velocipede supermolleggiato in cerca di sentieri e adrenalina pura. La mia sete culturale la soddisfo con della cervogia fresca e con le profonde conversazioni che nascono durante le partite più frustranti dell'FC Winterthur. 


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