Retroscena

Ottime idee realizzate malissimo: videogiochi che si meritavano di meglio

PC Games
4.2.2022
Traduzione: Martina Russo

Il concetto è geniale, tutto il resto un disastro: alcuni videogiochi partono con ottime idee che però non vengono mai realizzate fino in fondo. Diamo un’occhiata insieme a dieci funzionalità di videogiochi geniali che non sono mai state sviluppate in modo adeguato o che, con il tempo, sono cadute ingiustamente nell’oblio. È giunto il momento che qualcuno se ne occupi. E che dia loro quell’attenzione che avrebbero meritato sin dall’inizio.


Questo è un articolo del nostro partner «PC Games». Qui trovi l’articolo originale in tedesco.


Ci ricordiamo di alcuni giochi non per quanto fossero belli, ma per quanto avrebbero potuto esserlo. È particolarmente irritante quando idee geniali non vengono realizzate in modo adeguato, oppure vengono scartate a favore di altre funzioni.

A volte succede che il team di sviluppatori sia troppo avanti sui tempi e riesca a sprigionare solo in minima parte l’enorme potenziale che si nasconde dietro a un concetto innovativo. Ancor peggio è quando queste idee vengono semplicemente dimenticate. Ecco perché abbiamo realizzato questo speciale su dieci giochi e sulle funzioni che avrebbero potuto dare molto di più (con video).

1. Serie GTA: la guerra tra gang per le strade di Los Santos

2. The Movies: l’editor cinematografico a 360 gradi

The Movies è uno di quei giochi in cui le singole parti sono più forti dell’insieme. Per metà simulazione gestionale e per metà sandbox creativo, The Movies ti fa entrare nei panni del direttore di uno studio cinematografico. Creiamo reparti per la stesura dei copioni e tecniche di ripresa, assumiamo personale per tutti i settori e cerchiamo di farci un nome in quella vasca di squali che è Hollywood.

Si parte di solito dagli anni ’20 e si passa dall’era del cinema muto a quella dei moderni blockbuster. Man mano che la storia procede abbiamo sempre più opzioni per i set, i costumi e le tecniche di ripresa. Alcuni eventi storici significativi come la guerra e la pace o la Grande Depressione determinano i generi cinematografici più richiesti al momento.

3. Blade Runner: il ruolo delle armi da fuoco

Nonostante allora fosse all’avanguardia a livello di effetti, sound e design, questo videogioco è chiaramente troppo ambizioso ed è per questo che molti elementi danno l’impressione di essere mal fatti. Ad esempio la scansione del materiale video, i requisiti spesso non visibili per l’attivazione degli elementi trigger della storia o le funzioni limitate di vari oggetti che puoi acquistare nel corso del gioco.

Una caratteristica che invece ci piace molto è l’effetto che si ottiene estraendo o riponendo l’arma di servizio in varie scene. Ad esempio, se durante un interrogatorio non riesci a ottenere niente facendo semplici domande, puoi estrarre la pistola. A volte questo può essere utile per mettere sotto pressione i sospetti, ma può anche aggravare la situazione e causare persino un game over anticipato.

Allo stesso modo, nelle scene d’azione si può riporre la pistola e cercare una soluzione diplomatica. L’uso delle armi comporta un rischio elevato e influisce in modo determinante sull’evoluzione degli incontri. Il fatto che non sia il gioco a decidere al posto tuo o che un messaggio ti informi sulle opzioni disponibili sposta tutto il peso delle scelte sul giocatore.

Sei tu a dover valutare correttamente la situazione e i rischi correlati e a decidere se usare l’arma è troppo rischioso o se è invece l’unica via d’uscita possibile.

4. Biomutant: le conseguenze del bene e del male

Con il prossimo gioco del nostro elenco avremmo potuto scrivere l’intero articolo. In effetti il piccolo Biomutant è un progetto ambizioso con idee davvero ottime. Se non ci fossero stati i problemi di tempo in fase di sviluppo con alcune meccaniche, il peloso procione mutante avrebbe sicuramente convinto di più. Sfortunatamente la realizzazione finale lascia un po’ a desiderare.

La storia ha senz’altro del potenziale e parte da un argomento serio e importante. Ma lo stile narrativo piuttosto snervante, soprattutto nella versione tedesca, e gli incomprensibili farfugliamenti bambineschi tra i personaggi rendono questo RPG open world del tutto ingiocabile per i più.

Il sistema di combattimento è divertente, sempre diverso e spassoso. Almeno fintanto che non usi a tuo vantaggio le armi a distanza, decisamente troppo potenti. Perché a questo punto i combattimenti corpo a corpo e gli attacchi speciali diventano completamente inutili. Con le armi da fuoco tieni a distanza la maggior parte degli avversari e ci metti poco a far scendere al minimo barra della salute. E la cosa funziona quasi sempre.

L’idea più interessante di Biomutant, però, include anche i più evidenti punti deboli del titolo. Il mondo del gioco è popolato da sei tribù. Indipendentemente dal fatto che tu scelga di stare dalla parte del bene o del male, lo scopo del gioco è convincere gli altri popoli a seguire la strada che hai scelto.

Innanzitutto devi acquisire tre avamposti per avvicinarti alla fortezza assieme all’ostile Sifu. Quindi puoi combattere o usare il tuo carisma per convincere il capo della tribù a unirsi a te. Per chi ha raggiunto un numero sufficiente di punti nella capacità di negoziazione, convincerlo non dovrebbe essere un problema.

Se riesci a portare dalla tua parte tre dei sei popoli, il gioco si conclude automaticamente, le tribù rimanenti si arrendono e tutti combattono felicemente insieme. Improvvisamente non importa più a nessuno che fino a quel momento ognuno abbia perseguito un obiettivo diverso.

Biomutant non offre peraltro alcuna motivazione significativa per scegliere il lato oscuro. Perché mai, quindi, si dovrebbero combattere le altre tribù se possono tornare utili più avanti nell’avventura? Ovviamente per chi ama la battaglia per la battaglia, il gioco risulta comunque divertente. Per gli altri, e sono molti, questa opzione è invece un buon motivo per gettarlo nella spazzatura.

5. Vampire: the Masquerade – Bloodlines: classi diverse con esperienze di gioco completamente differenti

I Malkavian, invece, all’apparenza sembrano essere umani, ma sono portatori di pazzia. Le risposte che sono formulate in modo completamente diverso dalle altre figure del gioco, vedono cose che gli altri clan non vedono e, ad esempio, sono anche in grado di conversare con gli oggetti.

Terminiamo dicendo che, se da un lato la presentazione audio e video è unica nel suo genere ed estremamente coerente, in alcuni momenti, in particolare nella rappresentazione delle figure femminili, i segni del tempo si fanno decisamente sentire.

6. Watch Dogs Legion: la realizzazione del sogno di poter giocare con ogni singolo personaggio

Se c’è una cosa che ricordiamo in modo particolare della serie Watch Dogs sono le modalità divertenti di infiltrarsi nella sfera privata dei PNG. La funzionalità Profiler ti permette di venire a conoscenza di un fatto casuale della vita di ogni passante.

Si tratta di una funzione che non influisce in alcun modo sul gameplay, ma è sicuramente molto più divertente svuotare il conto in banca di una persona dopo che hai scoperto che usava i soldi per finanziare organizzazioni di estrema destra! Dopo un Profiler più o meno identico in Watch Dogs 2, la terza parte, Legion, dovrebbe portare questo concetto dei PNG con backstory al livello successivo.

Nella Londra distopica ogni passante non ha soltanto un programma quotidiano fisso, ma anche una breve biografia e relazioni esistenti all’interno del gioco.

E la cosa più bella di tutte: possiamo reclutare e controllare direttamente ciascuno di loro! L’hooligan con il megafono, la statua di un uomo nel parco, il soldato che ci ha appena sparato e naturalmente la nonnina con la borsetta. Se queste non sono possibilità infinite!

Visto però che Ubisoft ha progettato il gioco allo stesso modo di tutti gli altri suoi titoli open world, questo sistema così complesso si scontra ben presto con i propri limiti. In fondo anche Legion ruota intorno a un’unica cosa: infiltrarsi in avamposti nemici, eliminare gli avversari e raccogliere oggetti.

Visto che il combattimento corpo a corpo è poco impegnativo, molliamo ben presto la nonnina e l’hooligan con la mazza da baseball. Il drone da carico del muratore è completamente inutile, perché si possono richiamare i velivoli anche con qualsiasi altro personaggio in una stazione per droni.
E dal momento che possiamo nasconderci senza difficoltà dalla polizia privata, anche lo scultore non serve a nessuno.

7. Batman: Arkham Knight: la batmobile

La macchina, ad esempio, è usata anche in molti enigmi del gioco. Recuperare oggetti tirandoli con un gancio, sfondare barriere o arrampicarsi con l’auto lungo le pareti: è chiaro che egli sviluppatori si sono dati un bel po’ da fare per trovare idee brillanti e che qui la batmobile non è un semplice accessorio.

Anche il fatto che si debba usare l’auto abbastanza spesso ha irritato alcuni fan. Questo vale in particolare per le sfide dell’Enigmista nascoste sotto le strade di Gotham: in questo caso bisogna percorrere in tempi strettissimi dei circuiti abbastanza assurdi che non consentono errori alla guida e che vanno praticamente imparati a memoria. Nei vecchi giochi di Batman una cosa del genere non c’era.

8. La Dark Pictures Anthology: multiplayer con scelte

La Dark Pictures Anthology di Supermassive Games si fonda sullo stesso principio di gioco del grande titolo di successo dello studio Until Dawn. La storia è un insieme di vari scenari e cliché horror, prevede più di una figura giocabile e il giocatore deve fare delle scelte che possono causarne il decesso Ma la grande novità di Dark Pictures Anthology è la possibilità di controllare due personaggi contemporaneamente nella modalità co-op.

Vivere insieme a un altro giocatore le storie basate su classici dell’horror e B-Movie teoricamente dovrebbe anche essere molto divertente. Purtroppo il sistema non è sufficientemente sviluppato. Già nella modalità single player alcuni passaggi sono compromessi dalla pessima compensazione dei personaggi morti. Mancano informazioni importanti e alcuni eventi non hanno praticamente più senso.

Se la Dark Pictures riprendesse a funzionare come promesso sarebbe davvero una grande gioia. E noi saremmo molto felici se qualche studio potesse fare proprie quelle idee, risparmiandoci gli errori nella fase di esecuzione tecnica.

9. Serie WWE2K: WWE Universe Mode

Le rivalità, ad esempio, esistono soltanto tra singoli wrestler e tag team ma non sono possibili tra tre o più persone. Così come è impossibile creare delle frazioni di dimensioni notevoli e tra loro ostili.

L’ultimo vero capitolo della serie WWE2K19 conteneva già spunti interessanti per catturare la teatralità delle rappresentazioni televisive. Soprattutto i promo tra le superstar, durante i quali noi lanciamo ogni sorta di epiteti verso il ring, sono già sulla buona strada.

Ma le personalità dei singoli performer non sono ancora sufficientemente valorizzate. Se si prestasse maggiore attenzione a quanto accade fuori dal ring e si preparassero delle storyline interessanti incentrate sui singoli personaggi, si andrebbe già in nella giusta direzione. Dopo il catastrofico WWE2K20 i fan si aspettano come minimo una rivoluzione dell’intera serie.

10. Deadly Premonition: in pratica tutto

Così come Vampire The Masquerade, anche Deadly Premonition si potrebbe definire un diamante grezzo. E sarebbe ancora poco. Quest’avventura investigativa è in realtà un brutto anatroccolo. Grafica inguardabile, gameplay pieno zeppo di bug, una porta PC non giocabile su molti sistemi se non si installano fix e mod e scelte di design apparentemente prese secondo il principio ”perché no”.

Nonostante l’aura di cult di cui gode il titolo soprattutto per la story e i personaggi, giocare con Deadly Premonition è spesso un’esperienza estremamente frustrante. Pare che il sistema di combattimento sia stato implementato solo come concessione allo studio e purtroppo risente di un controllo poco preciso, di una cattiva gestione della telecamera e di una ridotta complessità.

I compiti secondari includono piccoli indovinelli, passaggi con combattimenti e quest per cercare oggetti e, come il resto del gioco, sono sostenuti dai personaggi e dalle storie curiose. Anche qui il gameplay offre ben poca varietà.
A dire il vero non sembra che si sia dedicato molto tempo a ideare i meccanismi di Deadly Premonition, che tuttavia danno al titolo una certa originalità.

A 16 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

PC Games: attualità, video, anteprime e test critici, reportage approfonditi e consigli pratici su giochi per PC e console e hardware per PC.


Videogiochi
Segui gli argomenti e ricevi gli aggiornamenti settimanali relativi ai tuoi interessi.

Retroscena

Curiosità dal mondo dei prodotti, uno sguardo dietro le quinte dei produttori e ritratti di persone interessanti.

Visualizza tutti

Potrebbero interessarti anche questi articoli

  • Retroscena

    È vero che i «Pokémon» sono sempre peggio? Ma neanche per sogno!

    di Cassie Mammone

  • Retroscena

    Analisi del trailer di «GTA VI»: le 43 informazioni più importanti sul blockbuster di Rockstar

    di Domagoj Belancic

  • Retroscena

    Siamo stati a Parigi e abbiamo provato la Nintendo Switch 2

    di Domagoj Belancic