

Logitech Zone Wireless 2 alla prova: un headset Premium sotto ogni aspetto, tranne la lavorazione

Lo Zone Wireless 2 è il degno successore dell’headset Premium di Logitech. Se per lavoro passi molto tempo al telefono, questo prodotto potrebbe fare al caso tuo.
Il Logitech Zone Wireless 2 è un headset business Premium. È così «business Premium» che persino io mi sono messo giacca e camicia per le foto dell’articolo. Rispetto al modello precedente, Logitech ha migliorato molti aspetti chiave, ma è solo questo il motivo per cui questo headset per l’ufficio e gli spostamenti è davvero valido. Il prezzo elevato di 290 franchi/euro è quindi giustificato. Solo la qualità della lavorazione potrebbe essere migliore per questo segmento di prezzo. In compenso molte parti sono sostituibili, ad esempio la batteria.

Bella la confezione ecologica
Lo Zone Wireless 2 è racchiuso in una semplice confezione di cartone marrone. Una scelta che sembra insolita per un prodotto business Premium. Ma nel segmento B2B è una prassi piuttosto comune. A me l’idea piace: mi sembra una soluzione più ecologica, che dovrebbe essere la norma anche per altri prodotti. Gli imballaggi prima o poi finiscono riciclati o tra i rifiuti.
La dotazione non è ricca, ma ha tutto l’essenziale. Nella confezione trovi l’headset, il cavo di ricarica, il dongle per la connessione wireless a 2,4 gigahertz e la custodia in tessuto per il trasporto. Anche se il dongle utilizza l’interfaccia USB-C, Logitech fornisce anche un adattatore per USB-A: ottimo. All’interno del coperchio della confezione è stampata una guida rapida. Se vuoi saperne di più, puoi leggere il codice QR per consultare il manuale completo.

Fonte: Kevin Hofer
Linee curve invece che squadrate
A livello visivo alcune cose sono cambiate. Lo Zone Wireless 2 è meno ingombrante del suo predecessore. Questo perché nel nuovo modello predominano le rotondità. L’headset color antracite è essenziale e ridotto al minimo. Ed effettivamente è proprio quello che mi aspetto da un dispositivo audio da lavoro.

Fonte: Kevin Hofer
Come nel modello precedente, il dispositivo è fatto soprattutto di plastica. Solo la staffa è in alluminio. Ma la seconda versione pesa 226 grammi, mentre la precedente solo 181.
Un piccolo dispiacere per tutti coloro che amano gli headset che stanno in poco spazio: lo Zone Wireless 2 non si ripiega più. Con il modello precedente potevi ancora farlo. Quindi occupa molto più spazio durante il trasporto.
I due altoparlanti superiori hanno un’imbottitura morbida e sono comodi da indossare. Sulla mia testa piuttosto piccola, però, scivolano se mi muovo di scatto. Fortunatamente ho smesso di fare headbanging da un po’. Anche l’archetto è imbottito. Però è così sottile che lo percepisco continuamente. Infatti, le staffe più larghe distribuiscono meglio il peso. Non è scomodo anche indossato per molto tempo, ma con altri headset mi dimenticavo persino di averli in testa.
I padiglioni si possono ruotare di 180 gradi per adattarsi a qualsiasi forma di testa. Anche l’archetto è molto flessibile. Quando però lo allargo al massimo, noto che la copertura in pelle artificiale dell’imbottitura non chiude bene dappertutto. Mi chiedo quindi quanto durerà.

Fonte: Kevin Hofer
L’headset si regola progressivamente sui due lati. Purtroppo, basta un attimo perché l’impostazione si sregoli. Nell’insieme, la lavorazione non è così buona come mi sarei aspettato, considerato quanto costa l’headset. Anche le impronte digitali restano impresse in un attimo.
Molte codifiche, durata della batteria sufficiente
Come modalità di connessione hai a disposizione il Bluetooth 5.2 o il wireless con dongle USB. Quest’ultimo funziona con banda di frequenza a 2,4 GHz. La connessione è stabile con entrambi i sistemi e si mantiene anche se ti allontani di qualche stanza. L’headset supporta i codec Bluetooth SBC, AAC, aptX e aptX HD.
Lo Zone Wireless 2 si ricarica tramite USB-C o la stazione di ricarica disponibile come optional. La ricarica completa dell’headset richiede circa due ore. Cinque minuti di ricarica ti bastano per circa un’ora di autonomia. La durata della carica completa dipende dall’utilizzo che ne fai. Questi sono i valori che comunica Logitech:
Se il tuo lavoro consiste principalmente nel fare telefonate, devi ricaricare l’headset ogni due giorni circa. Nei miei quattro giorni lavorativi trascorro complessivamente quattro ore in riunioni virtuali. In più ascolto circa quattro ore di musica al giorno. Con questa frequenza d’uso, la batteria mi dura una settimana.
Un aspetto particolarmente positivo di questo headset è che la batteria si può sostituire. Questo vale anche per le parti soggette a usura, come l’imbottitura dei padiglioni auricolari. Questa non è più una prassi diffusa ed è una buona mossa di Logitech per aumentare la vita d’uso dei dispositivi.
Stazione di ricarica a forma di portacenere: bocciata
Come optional è disponibile una stazione di ricarica che funge anche da supporto per l’headset. Dall’aspetto sembra quasi un posacenere e il corpo in plastica non ne migliora l’estetica: può piacerti forse solo se fumi.
Ma non ha nemmeno il vantaggio della praticità. Secondo l’idea originale, dovresti posizionare il padiglione con i contatti di ricarica nell’incavo mentre l’headset descrive un arco verticale con l’archetto. In questo modo:

Fonte: Kevin Hofer
All’apparenza sembra che funzioni, ma purtroppo l’headset non resta in posizione. Devo fare un po’ di tentativi perché resti nella posizione giusta. E se urto inavvertitamente la scrivania, l’headset si inclina in posizione orizzontale.
Un sacco di funzioni
Lo Zone Wireless 2 è dotato di cancellazione attiva del rumore (ANC). La puoi impostare su quattro livelli: Trasparente, Off, Leggera, Forte.
Nel complesso, l’ANC funziona bene. I rumori fastidiosi vengono ridotti al minimo. Ad esempio, non sento quando passa il treno. Tuttavia, non è neanche lontanamente paragonabile all’ANC di cuffie over-ear come le WH-1000XM5 di Sony.
Con la funzione «Call Clarity» la voce dell’interlocutore spicca bene sul rumore di fondo. Quindi, anche se ti chiama qualcuno che usa dispositivi di cattiva qualità, lo Zone Wireless 2 è in grado di rimediare. Ho simulato questa condizione in una chiamata in cui l’interlocutore chiamava deliberatamente da un ambiente rumoroso. Questa funzione è davvero utile a capire meglio quello che sta dicendo l’interlocutore.
L’headset supporta anche il Bluetooth Multipoint, che puoi collegare a due dispositivi contemporaneamente. Il rilevamento dell’orecchio si accorge quando indossi l’headset e mette in pausa o riprende la riproduzione della musica. Se arriva una chiamata e tu stai indossando l’headset, questo risponde automaticamente per te.
Puoi configurare tutto nell’app Logi Tunes disponibile per Windows, MacOS, Android e iOS. L’app mi sembra molto ben fatta, sia nella versione desktop che in quella mobile. Ti serve poco per capire come funziona. Ecco un riepilogo delle funzioni che offre:

Fonte: Kevin Hofer
Abbastanza inusuale per un headset business è l’equalizzatore presente nell’app. Qui hai a disposizione diverse preimpostazioni. In alternativa, puoi anche fare un test dell’udito in cinque fasi, che creerà la tua preimpostazione personale.
Di pulsanti e gesti
Tutti i pulsanti sono disposti sul padiglione auricolare dove c’è anche il microfono. Tra questi trovi anche il pulsante di accensione, che serve anche per stabilire la connessione Bluetooth. C’è poi un pulsante per le varie modalità di noice cancelling e il pulsante di risposta alle chiamate.

Fonte: Kevin Hofer
L’altro padiglione auricolare reagisce al comando tramite gesti. Scorrendo verso l’alto e verso il basso cambi il volume e toccando controlli la riproduzione. Durante i miei testi ha funzionato tutto senza problemi e in modo intuitivo.
Buon audio, microfono potente
Lo Zone Wireless 2 di Logitech è un headset business che accentua i medi. Le voci si sentono sempre in modo chiaro. L’headset è convincente anche nella gamma degli alti: non mi sanguinano le orecchie quando suona un sax soprano.
L’headset offre anche i bassi. Va detto però che non sono particolarmente bilanciati. Se vengono riprodotte diverse frequenze basse, le differenze più sottili non sono chiaramente distinguibili.
Il braccetto del microfono si può abbassare in entrambe le direzioni. Quindi decidi tu se tenerlo a destra o a sinistra. Se pensi che questo possa scombinare i canali, ti sbagli: non appena abbassi il braccio, lo Zone Wireless 2 imposta automaticamente i canali in modo corretto. Quindi nell’orecchio destro senti quello che devi sentire e lo stesso dall’altra parte.

Fonte: Kevin Hofer
Alzando e abbassando il braccetto del microfono attivi e disattivi anche la funzione mute. Se invece preferisci lasciare il microfono in basso, puoi attivare il mute anche con il pulsante al centro del braccetto.
Il microfono è di ottima qualità. Non è paragonabile a un microfono da podcast, ma la mia voce si sente bene e i miei interlocutori mi capiscono perfettamente. Anche la cancellazione del rumore per le chiamate funziona benissimo. Ma ascolta direttamente e fatti un’idea in prima persona.
Conclusione: un upgrade valido
Lo Zone Wireless è un business headset che convince quasi su tutta la linea. La qualità degli altoparlanti e del microfono oscilla tra buona e molto buona. Solo la lavorazione non è al livello che mi sarei aspettato per questa fascia di prezzo. Personalmente considero un peccato che l’headset non si possa più ripiegare per il trasporto come il modello precedente. Ma è una questione di gusti.
Se fai molte telefonate anche la durata della batteria potrebbe essere un punto critico. Con 15 ore di autonomia per le chiamate, dovresti probabilmente ricaricarlo ogni due giorni. La stazione opzionale di ricarica sarebbe perfetta per ricaricare occasionalmente la batteria. Purtroppo, è difficile posizionare l’headset sulla base di ricarica, quindi a volte si ribalta. E a questo punto logicamente non ricarica più.
Se riesci a digerire il prezzo elevato di circa 290 franchi/euro dello Zone Wireless 2, ti troverai tra le mani un buon headset business Premium.
Immagine di copertina: Kevin Hofer

Tecnologia e società mi affascinano. Combinarle entrambe e osservarle da punti di vista differenti sono la mia passione.