Samuel Buchmann
Retroscena

Stampa fine art – parte 2: gestione del colore e impostazioni

Samuel Buchmann
26.2.2024
Traduzione: Martina Russo

Quando i colori sono sbagliati, a video o sulla carta, è sempre una seccatura. In questo approfondimento sulla gestione del colore, scoprirai che cosa puoi fare o non fare.

Intanto, congratulazioni. Hai davvero cliccato su un articolo che conteneva «Gestione del colore» nel titolo. Un argomento importante, che però la maggior parte delle persone evita come il diavolo evita l’acqua santa. Soprattutto se sei una persona che fa foto e ancora di più se stampi delle immagini.

La seconda parte della mia serie sulla stampa fine art non tratta solo di stampa, ma dell’intera catena della gestione del colore. Perché è importante non saltare nemmeno un passaggio. Se hai perso la prima parte della serie, la trovi qui:

Il principio di questo articolo: spiegare nel modo più chiaro possibile argomenti il più approfonditi possibile. Ecco perché è un po’ lungo. Se hai già delle conoscenze pregresse, puoi usare i sottotitoli per passare agli argomenti che ti interessano di più. Alla fine, trovi anche un riepilogo dei punti più importanti.

Perché serve la gestione del colore

I colori e i contrasti devono apparire come tu li vuoi. Magari come nella realtà. Magari anche in modo diverso. L’importante è che tu possa prendere questa decisione in modo consapevole. Il problema è che dallo scatto della foto alla visualizzazione della stampa, ci sono un sacco di passaggi automatici che, se non fai attenzione, avvengono in modo diverso da quello che vorresti.

Le fotocamere, i monitor e le stampanti sono in grado di riprodurre spazi colore diversi. E hanno bisogno, in parte, di segnali in formati differenti. Per intenderci: è come se parlassero lingue diverse e utilizzassero vocabolari diversi.

Ecco perché è necessario convertire le informazioni: dalla realtà al sensore della fotocamera, dal sensore al computer, dal computer allo schermo e dal computer a una stampante. E per farlo servono dei dizionari.

Se al mondo esistessero un solo sensore, un solo monitor, una sola stampante e un unico tipo di carta, la cosa sarebbe semplice: basterebbe calcolare queste tabelle correttamente un’unica volta e fine della storia. Ma poiché esistono innumerevoli varianti di ogni dispositivo, la cosa si complica: non solo è necessario disporre di profili colore traducibili in diverse lingue. Ne servono anche alcuni per correggere le deviazioni di alcuni dispositivi dalla norma.

Benvenuti all’inferno della gestione del colore.

Che cosa devi calibrare e come

Dallo scatto fino alla stampa, possono verificarsi tre tipi di errori:

Alcuni problemi non si possono evitare del tutto, altri sì. Di seguito ti spiego come calibrare le tre fasi di un’immagine: ripresa, visualizzazione e stampa.

Calibrazione della ripresa

Calibrazione del monitor

Con gli schermi, invece, è tutta un’altra cosa, perché calibrarli è molto semplice ed è sempre una buona idea. Questo vale anche se non elabori fotografie da stampare. Anche se l’immagine sul monitor successivo ti apparirà comunque differente, un dispositivo calibrato ti offre comunque il miglior risultato medio possibile.

Calibrazione della stampante

Supponiamo che tu abbia elaborato la tua immagine su un monitor calibrato e il risultato ti soddisfi. Ora devi assicurarsi che la tua immagine venga tradotta correttamente nella lingua della stampante. E per farlo ti serve di nuovo un profilo ICC. Ogni modello di stampante è diverso e gli inchiostri appaiono diversi a seconda del tipo di carta usato. Quindi ti serve un profilo specifico per ogni combinazione di stampante e carta.

La calibrazione della stampante si fa in due fasi:

Le impostazioni giuste

La gestione del colore non deve presentare interruzioni. Basta una sola impostazione errata per stravolgere il risultato. Per fortuna, molte impostazioni sono già giuste in automatico. In alcuni punti, però, ci sono dei trabocchetti.

Impostazioni della fotocamera

Impostazioni per l’elaborazione delle immagini

Nell’elaborazione delle immagini puoi commettere due errori:

Impostazioni del monitor

Se non vuoi calibrare il monitor, cerca un’impostazione il più possibile neutra. Ad esempio, molti schermi hanno una modalità sRGB. Anche se di solito non è particolarmente accurata, è comunque sempre meglio delle impostazioni standard sovrasaturate con troppo contrasto. Alcuni monitor vengono forniti di base con la modalità AdobeRGB impostata.

Per la stampa fine art, tuttavia, ti consiglio di calibrare personalmente il tuo monitor. Questo ti consente di regolare diversi parametri tra cui spazio colore, luminosità, curva gamma e punto di bianco. Devi calibrare queste configurazioni in base al dispositivo o al prodotto finale medio. Valgono queste regole generali:

Dopo la calibrazione, il software salva automaticamente il profilo ICC risultante nella giusta posizione e lo attiva nelle impostazioni di sistema. Se questo non dovesse funzionare per qualche motivo, puoi fare direttamente la selezione. Su MacOS vai in «Preferenze di sistema» > «Monitor» > «Profilo colore». Su Windows, l’impostazione è nascosta sotto a più livelli di menu. Il modo più facile è scrivere «Gestione colori» nel campo di ricerca.

Impostazioni di stampa

Le stampanti fine art sono dispositivi alquanto datati, in cui quasi nulla funziona in modo automatico o intuitivo. Soprattutto se usi carte di produttori terzi come Hahnemühle, cosa che a mio parere dovresti comunque fare (maggiori informazioni nella prossima parte di questa serie).

Devi comunicare al software e alla stampante quattro cose:

  • il formato della carta che stai usando,
  • il profilo ICC che serve alla tua carta,
  • che cosa deve succedere ai colori esterni allo spazio colore della stampante,
  • e quali impostazioni di stampa richiede la carta che stai usando.

Purtroppo, queste impostazioni si trovano in punti diversi a seconda del sistema e del programma in uso. Gli screenshot di questo articolo sono stati realizzati con Lightroom in MacOS Sonoma.

Il formato della carta in Lightroom si trova in basso a sinistra alla voce «Imposta pagina». In Photoshop, invece, si trova nella finestra di dialogo «Impostazioni di stampa». La scelta di formati è vastissima. Qui puoi attivare anche la stampa senza bordi. Ma gli esperti la sconsigliano perché la testina di stampa finisce per stampare un po’ oltre la carta, cosa che non fa molto bene alla stampante.

  • In MacOS Sonoma, apri il Finder e premi «Vai a» nel menu tenendo premuto il tasto Alt. Si apre «/Library/ColorSync/Profiles».
  • In Windows 11, la cartella con i profili ICC si trova qui: «\Windows\system32\spool\drivers\color».

Dopo di che, il profilo apparirà nel programma di stampa: in Lightroom nella colonna di destra sotto «Gestione colore», in Photoshop nella finestra di stampa anche sotto «Gestione colore». Se stampi su una stampante Canon con carta Canon o su una stampante Epson con carta Epson, i profili ICC necessari sono integrati nel driver di stampa. In questo caso, puoi impostare la gestione del colore su «Gestito da stampante».

L’intento di rendering si imposta direttamente sotto al profilo ICC. Determina che cosa succede ai colori al di fuori dello spazio colore della stampante:

In molte fotografie non importa quali dei due intenti di rendering scegli, perché lo spazio colore dell’immagine si adatta completamente allo spazio colore di destinazione. In caso contrario, a seconda dell’immagine, ottieni un risultato migliore con «Percettivo» o «Colorimetrico relativo». Per quest’ultimo intento, in Photoshop seleziona la casella «Compensazione della profondità». Lightroom lo fa automaticamente.

Le impostazioni di stampa in Lightroom si trovano in basso a sinistra e in Photoshop in alto nella finestra di dialogo della stampa. Qui sono importanti soprattutto le impostazioni della carta. In Epson si trovano in «Opzioni» > «Impostazioni stampante». In Canon si trovano in «Opzioni» > «Qualità e supporto».

L’illuminazione durante la visualizzazione

Pensa comunque a cosa accadrà alla tua stampa. Dove pensi di appenderla o di guardarla? Se l’immagine è destinata a un corridoio buio, puoi schiarirla e aggiungere contrasto. Inoltre, sotto la luce artificiale, i colori appaiono più gialli che alla luce del giorno. Ma se vuoi, puoi compensare anche questo aspetto.

TL;DR: in breve le cose più importanti

La gestione del colore è un argomento vastissimo. Già questo articolo è lungo e per ogni singolo punto ci sono dettagliate relazioni su portali tematici specializzati. Ecco in breve i punti più importanti:

Se ti sembra che la gestione del colore sia semplicemente troppo per te, lascia che ti incoraggi: la maggior parte delle cose si ripete o va impostata correttamente una sola volta. Ma ne vale la pena. Una volta che tutto è stato predisposto, risparmi tempo, arrabbiature e materiale di stampa e puoi dedicarti alle decisioni creative.

Anche la terza e ultima parte di questa serie riguarda una decisione creativa: la scelta della carta.

Immagine di copertina: Samuel Buchmann

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Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


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