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Avengers: Infinity War, il film Marvel più importante di tutti i tempi

Luca Fontana
25.4.2018
Traduzione: Leandra Amato

«Avengers: Infinity War» è la lotta tra i supereroi più forti dell’universo Marvel e un titano fuori di testa. Questo film costituisce allo stesso tempo la fine di un’era che comprende finora 19 pellicole, con le quali i Marvel Studios hanno fatto storia. Dannazione, non puoi perdertelo per nessuna ragione al mondo!

L’ultima scena. Tutto diventa buoio, lentamente. Iniziano a scorrere i titoli di coda. «Avengers: Infinity War» è appena finito. Mi sento sopraffatto. Vuoto. Cerco di ritrovare i miei pensieri. Sembrao essere stati spazzati via, risucchiati dal suolo. E, improvvisamente, eccoli di nuovo qua. Gioia, rabbia, sorpresa, orrore… i pensieri si accavallano. Il mio cervello inizia a strepidare.

Le sei Gemme dell’Infinito

Thanos (Josh Brolin), il potente titano dalle origini ancora sconosciute, ha preso di mira le Gemme dell’Infinito. Ne esistono sei e rendono chiunque le brandisca, l’essere più potente dell’universo, capace di comandare sulla vita e persino sulla morte.

Tuttavia, Thanos non vuole il potere tutto per sé, bensì ristabilire l’equilibrio nell’universo. Il titano arriva alla conclusione, che per ristabilire questo equilibrio occorra annientare la metà di tutti gli esseri viventi nell’universo. Con le Gemme dell’Infinito, sarebbe necessario solo uno schiocco di dita per realizzare tutto questo.

Per gli Avengers (i Vendicatori), tra cui Iron Man (Robert Downey Jr.) e Captain America (Chris Evans), non va affatto bene. Ancora segnati dal loro litigio, che in «Captain America: Civil War» ha portato allo scioglimento della squadra di supereroi, dichiarano guerra a Thanos.

Il culmine di un ciclo

«Avengers: Infinity War» è mozzafiato e pomposo, ma anche tragico, doloroso e spietato. È il culmine di un viaggio folle, iniziato dieci anni fa in «Iron Man» con Nick Fury, interpretato da Samuel L. Jackson, e iniziato con queste parole:

«Mr. Stark, you've become part of a bigger universe. You just don't know it yet.»

Ai tempi, nessuno poteva sapere quanto sarebbe diventato grande questo universo cinematografico, nemmeno i responsabili Marvel o il produttore stesso Kevin Feige. Nel frattempo, l’Universo cinematografico Marvel conta più di 60 personaggi. E quasi tutti hanno trovato un posto nel film.

In breve: «Avengers: Infinity War» fa fuoco da tutte le parti.

Inoltre, i registi e fratelli Anthony e Joe Russo giocano consapevolmente con le aspettative del pubblico. Gli lasciano credere di sapere cosa succederà solamente per cambiarlo. Va bene, non proprio nelle stesse proporzioni del regista Rian Johnson in «Star Wars: Gli ultimi Jedi». I due fratelli hanno mantenuto una grande promessa, dichiarata durante molti tour promozionali: dopo «Infinity War», niente sarà più come prima.

Sì, ci sono dei cambiamenti. Grandi cambiamenti. E sì, alcuni fanno anche male. Tuttavia, se guardati da un punto di vista drammaturgico, hanno un senso. Dove è la suspense, se tutto rimane come era e il Bene trionfa senza danni sul Male? Appunto. A prescindere da questo, Feige non vuole che il suo universo cinematografico ristagni o che si areni. I cambiamenti, pur dolorosi, rientrano in questo.

Il malvagio: Thanos

In un cast eccezionale, che comprende anche almeno un paio di vincitori di Oscar o nominati, eccone uno nuovo: Josh Brolin. Brolin interpreta Thanos, il pazzo, come viene chiamato nei fumetti, e il cattivo del film.

Thanos è veramente esagerato.

È apparso per la prima volta sei anni fa in «Avangers» dove si è rivelato essere la vera mente dietro gli eventi che circondano la battaglia di New York. Poi apparve di tanto in tanto ai margini, minacciando e osservando gli eventi da lontano. In «Avengers: Infinity War» sembra sia giunto per lui finalmente il momento di prendere in mano la situazione.

E come.

Thanos segue questo modello: è crudele e coerente, ma i suoi motivi restano condivisibili e seguono una certa logica, lontana dal solito «Sono cattivo perché X-motivi-cliché». Vuole solo proteggere l’universo da quel destino che un tempo è toccato al suo popolo.

Thanos controlla ogni secondo dove appare. All’inizio non se ne può fare a meno, perché il piacevole brivido alla vista di Thanos è un cambiamento gradito rispetto ai cattivi Marvel, piuttosto pallidi. Ma poi si comincia ad avere paura nelle scene che seguono; ti rendi conto che Marvel ha il fegato di avviare processi che sono più coerenti e angoscianti che mai nell'universo Marvel.

La grande rimpatriata

I fan possono stare tranquilli: il duo di registi ha superato, e anche con ottimi voti, il compito, apparentemente difficile, di collocare 67 personaggi (secondo dati ufficiali) in un unico film. Praticamente ogni personaggio ha il suo posto sul grande schermo e quasi nessuno viene trascurato.

Conclusione: sarebbe una follia non andare a guardare il film al cinema

Con «Avengers: Infinity War», la Marvel scrive un altro pezzo di storia cinematografica. Dieci anni dopo il primo film di «Iron Man», il gigante dei fumetti può voltarsi indietro verso un universo che cerca un suo pari. Spesso copiato, ma mai raggiunto. E poi, il produttore Keine Feige ce l’ha fatta, in una sorta di «theory of everything», a mettere insieme in un film tutto quello realizzato finora.

Tranne al cinema. Lì cresce la curiosità quasi insopportabile per la prossima avventura degli Avengers, che probabilmente ci porterà nuovamente nelle sale cinematografiche nel maggio 2019.

Quindi: go, see it!

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La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot». 


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