

Razer presenta la docking station per MacBook

Il produttore di hardware da gioco Razer vuole assicurarsi una quota di mercato nel campo del lavoro ibrido. Ecco la nuova docking station per computer portatili e un caricatore USB.
L'era del lavoro ibrido inizia con la fine della pandemia da coronavirus. Il lavoro dovrebbe poter essere svolto da qualsiasi luogo. Ti siedi al tuo posto di lavoro – a casa o in ufficio – colleghi il tuo portatile e lavori.
Razer ha fiutato un’occasione.
Ecco perché il produttore di hardware, precedentemente concentrato sul gaming, ora produce anche docking station per laptop. Per iniziare, Razer si rivolge a coloro che non hanno porte: gli utenti Apple MacBook.
Dieci porte con un «ma»
Il Razer Thunderbolt 4.0 Dock Chroma offre agli utenti Apple dieci porte:
- 4x Thunderbolt 4 o USB-C
- 3x USB-A 3.2 Gen 2
- 1x Gigabit Ethernet
- Lettore schede SD, UHS II
Le radici da gaming di Razer sono evidenti nelle connessioni per gli schermi: è possibile collegare fino a due monitor, ciascuno capace di 4K/60fps, o un monitor 8K/30fps.
Ma attenzione: Dock Chroma ha solo queste dieci porte. Per due schermi devi sacrificare due porte Thunderbolt. Non ci sono connessioni per schermi separate come HDMI o Display Port.

Dock Chroma è disponibile in nero e bianco, chiamato da Razer «Mercury», e – ovviamente – dispone di un'illuminazione a LED. Una caratteristica che fa sicuramente rabbrividire qualsiasi designer di Apple.
Il pezzo è compatibile anche con Windows. Tanto per dire.
Ti serve un caricatore?
Razer sa bene che non hai solo un dispositivo Apple. Hai un iPhone, un iPad e un Macbook. Tutti questi dispositivi hanno bisogno di essere ricaricati. Ecco perché Razer ha lanciato anche un caricatore al nitruro di gallio (GaN). Con una potenza di 130 watt, carica fino a quattro dispositivi contemporaneamente: due via USB-C, due via USB-3.0.
La spina a muro del caricatore GaN può essere sostituita e quindi utilizzata anche in viaggio.


Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.