Retroscena

L'M5 di Apple alla prova

Samuel Buchmann
31.10.2025
Traduzione: Rebecca Vassella
Immagini: Samuel Buchmann

Il nuovo chip del MacBook Pro meno caro è buono. Così buono, infatti, che mi chiedo perché per molte applicazioni siano sempre necessarie versioni più costose.

Apple ha presentato il primo chip della generazione M5 a metà settembre senza fare troppo baccano – senza Keynote o video promozionali. Il motivo di questa modestia è probabilmente che l'M5 sarà inizialmente utilizzato in tre prodotti relativamente di nicchia: Vision Pro, iPad Pro e la versione base del MacBook Pro da 14 pollici. Ho testato il chip che si trova nell'ultimo dispositivo.

L'architettura non è cambiata quasi per nulla rispetto all'M4, anche se l'M5 è prodotto con l'ultimo processo a 3 nanometri (N3P) di TSMC. Solo per questo motivo Apple riesce ancora una volta, nell'arco di un anno, a compiere un salto prestazionale che in passato avrebbe fatto scalpore. Il chip merita quindi una certa attenzione.

CPU: i performance core migliori di sempre

Nei miei benchmark, la CPU dell'M5 raggiunge punteggi superiori del 19% rispetto a quella dell'M4 quando vengono utilizzati tutti i core: un progresso notevole nel giro di un anno. Poiché il numero di core rimane invariato, l'aumento deriva da una velocità di clock più elevata. Ciò è evidente anche nei benchmark single-core, dove le prestazioni aumentano in media del 15%.

Per metterlo in relazione con altri produttori: si tratta dei punteggi single-core più alti di tutti i tempi. In Cinebench R24 (quarta diapositiva del grafico precedente), l'M5 raggiunge un punteggio di 199. Lo Snapdragon X2 Elite Extreme di Qualcomm ottiene solo 160 punti, il Core Ultra 9 285K di Intel raggiunge 145 punti e il Ryzen 9 9950X3D di AMD 139 punti.

GPU: enormi progressi nel ray tracing

I progressi nelle prestazioni grafiche sono ancora maggiori. In questo caso, l'M5 supera il suo predecessore del 42% in media nei miei benchmark. Il salto in Cinebench R24 (terza diapositiva del grafico sottostante) è particolarmente elevato. Presumibilmente perché questo benchmark supporta il ray tracing e il motore responsabile di questo è stato aggiornato nell'M5. Il Neural Engine ottiene un punteggio superiore del 19% in Geekbench (ultima diapositiva).

In «Shadow of the Tomb Raider» (quarta diapositiva), il nuovo chip offre il 47% in più di fotogrammi al secondo (FPS) rispetto all'M4. Ho anche testato il nuovo «Cyberpunk 2077» per Mac, anche se purtroppo non ho i valori comparativi dell'M4 e ho solo il MacBook Pro M4 Max a portata di mano per il confronto. Questo raggiunge 53 FPS a una risoluzione di 1600p, con impostazioni di dettaglio elevate e senza ray tracing. L'M5 raggiunge invece i 20 FPS.

Si tratta di un valore eccellente se consideri che l'M4 Max ha un numero di core GPU quattro volte superiore a quello del chip di base. Per ottenere un FPS giocabile, dovrei ridurre i dettagli o attivare l'upscaling con l'M5. Ma se l'imminente M5 Max compie progressi simili, potrebbe raggiungere le GPU Nvidia nei giochi.

Applicazioni pratiche: vicino ai precedenti chip Pro

Nelle attività supportate dall'intelligenza artificiale, come la riduzione del rumore di Lightroom (terza diapositiva), l'M5 è in grado di ottenere notevoli vantaggi rispetto al chip precedente. I progressi sono ancora maggiori grazie al supporto migliorato del ray tracing in Blender (quarta diapositiva). Il benchmark del browser Speedometer 3.0 (quinta diapositiva) beneficia di prestazioni single-core da record.

Sempre meno attività richiedono chip costosi

L'M5 non apre nuove possibilità – dopotutto, con l'M4 Pro e l'M4 Max, ci sono già chip Apple che offrono maggiori prestazioni. Ma sarebbe ingiusto etichettare il nuovo SoC come poco importante. Il sistema porta avanti un'evoluzione iniziata con l'M1: le prestazioni dei chip Apple aumentano più velocemente della fame di prestazioni dei programmi.

In altre parole: i MacBook stanno diventando più convenienti, perché sono necessarie versioni di chip inferiori per gli stessi requisiti. Per le operazioni di editing delle immagini, prima consigliavo almeno il chip Pro. Oggi, nella maggior parte dei casi è sufficiente la versione di base. E se utilizzi programmi in cui vale il motto «non è mai troppo», con ogni nuovo modello otterrai ancora più prestazioni allo stesso prezzo.

Attendo con ansia l'M5 Pro e l'M5 Max. Se Apple rimane fedele alla sua tradizione, i chip più costosi utilizzeranno gli stessi core dell'M5 di base, solo un numero maggiore. Tuttavia, in tempi in cui gran parte della potenza di calcolo viene esternalizzata su server cloud e il portfolio di giochi AAA per Mac rimane esiguo, sorge spontanea la domanda: serve davvero un chip migliore dell'M5?

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Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


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