Retroscena

La mia piccola storia delle telecomunicazioni

Thomas Meyer
6.7.2023
Traduzione: Sanela Dragulovic

Sono nato nel 1974 e ho avuto il piacere di usare tutti i tipi di tecnologie nel mondo della comunicazione. Con le attuali novità riesco malapena a stare al passo. Tuttavia, sono felice di raccontare alcune emozionanti storie del mio passato.

Ciao! Sono Thomas e sono sulla terra da qualche anno. Nella mia prima infanzia, gli omini Lego non avevano la faccia e le auto non avevano la marmitta catalitica. Elvis Presley era ancora vivo e quando qualcuno ci telefonava a casa, giocavamo a indovina chi ci chiama. Ho avuto in mano di tutto, dal portatile degli anni '60 al cercapersone, fino all'iPhone 13 mini. Vieni con me in questo breve viaggio attraverso la mia storia personale delle telecomunicazioni!

L'epoca del 1985

Quando ero un ragazzino di undici anni, c'erano esattamente tre modi per mettersi in contatto con qualcuno: scrivere una lettera, un telegramma o telefonare a casa. Questi tre mezzi di comunicazione – inviare una lettera, telefonare e telegrafare – erano gestiti da una società chiamata PTT. Il suo logo era conosciuto a livello nazionale. Anche perché all'epoca il numero di uffici postali era quattro volte superiore a quello attuale.

Al contrario, era sempre emozionante correre verso il telefono sferragliante: chissà chi sarà mai? Per lo più, si trattava di qualcuno che voleva parlare con i miei genitori, anche se a telefonarci più volte alla settimana erano i nonni, con i quali mi piaceva parlare a lungo e che chiamavano con il loro fantastico telefono degli anni '60 che aveva il ricevitore, trasmettitore e selettore di numeri in un unico blocco.

L'epoca del 1995

Nel 1995 sono stati introdotti sul mercato i dispositivi Natel-D. A differenza delle gigantesche scatole Natel-C, installate per lo più nelle automobili, questi erano sottili e belli. Sono stato il primo della mia cerchia di amici ad averne uno e ad essere disposto a pagare 79 centesimi per ogni minuto di chiamata. Non mi infastidiva affatto il prezzo, anzi, consideravo i costi raccapriccianti una giustificata quota di iscrizione al Club dei Futuristi.

Il collegamento a casa l'ho sempre mantenuto. Ora che c'erano i Natel, si chiamava linea fissa. Ed era diventata significativamente più economica. Le cabine telefoniche esistevano ancora. Le usavamo soprattutto in caso di maltempo per fare gli spinelli al riparo dal vento. Con mia grande indignazione, il prefisso 01 del Cantone di Zurigo è stato sostituito dallo 044.

Quando qualcuno scrive una recensione su Galaxus e usa la parola «Natel», so che ha la mia stessa età.

L'epoca del 2005

Ben presto molte persone avevano un Natel che alla fine venne chiamato cellulare. Ci si vergognava un po' a parlare con gli altri ad alta voce e troppo a lungo. La Confiserie Sprüngli, all'epoca aveva messo dei piccoli cartelli sui tavoli che vietavano gentilmente l'uso dei dispositivi.

Tuttavia, usare i cellulari per le chiamate non era più così attraente, perché si poteva anche scrivere. Era estremamente complicato: bisognava premere due volte il tasto 3 per una «e» e quattro volte il 4 volte per una «i». Ciononostante, in poco tempo siamo diventati tutti abilissimi nel farlo. Anche nell'abbreviazione originale dei testi. Erano disponibili solo 160 caratteri.

All'inizio gli SMS, come le e-mail, erano fantastici. Si sono aperti mondi interi per l'umorismo e l'amore. Non c'era niente di più eccitante che ricevere «1 nuovo messaggio» da una nuova conoscenza. E non c'era niente di più devastante che scriverne uno e non ricevere mai più una risposta.

Nel corso di questa rivoluzione comunicativa, la tecnologia ha rivelato anche le sue macabre debolezze: i problemi che sorgevano nelle amicizie e nelle relazioni non venivano più discussi di persona, ma solo per iscritto. Il che non li ha risolti, ma li ha aggravati drasticamente.

Questa è la lezione che ho imparato all'epoca, ma che non ho voluto mettere in pratica per anni: messenger e le e-mail sono ottimi per rimorchiare, scherzare e chiacchierare, ma assolutamente inadatti per sanare un conflitto. La forma scritta crea troppa distanza. Entrambe le parti cadono in un'odiosa scontrosità e vendetta verbale. Dopo tre messaggi al massimo, sembri un portavoce del Cremlino.

Sia chiaro: se hai un conflitto con qualcuno, non usare SMS, messenger o e-mail. Lasciali perdere, letteralmente. Non funziona. Rende tutto molto, molto peggio.

L'epoca del 2015

A metà del secondo decennio del 2000, la tecnologia era a un livello che non avrei mai immaginato trent'anni prima. Potevo condividere con la mia famiglia le foto di mio figlio, che ci ha avvicinati moltissimo, ma ancora di più i nostri iPhone. Avevo sempre con me parte della mia considerevole collezione di musica e i documenti di lavoro più importanti. Potevo – oh, cosa sto dicendo, tutti conoscono le funzioni di uno smartphone.

L'epoca attuale

(Vorrei far notare che i cosiddetti baby boomer nascono vent'anni dopo la fine di una guerra, io ancora dieci anni dopo, e quindi sono chiaramente troppo giovane per essere definito così, ma quando di recente l'ho fatto notare a mio figlio, mi ha risposto seccamente che questa era una «spiegazione da boomer»).

Comunque sia, le macchine hanno vinto. Sono penetrate profondamente nella nostra vita e nella nostra coscienza. Ovviamente anche nella mia. Se voglio leggere un libro, non è una decisione per il libro. Ma una contro l'iPhone.

«Leggere il testo» – ma come fare se le persone non rispondono?apple.com

Io non mi lascio scoraggiare e continuo a chiamare le persone. I più giovani, tuttavia, non rispondono al telefono per principio e ridono di chi usa la funzione chiamata dello smartphone (la «funzione boomer»). Anche Apple parla solo di altre funzioni sul suo sito web, di video, foto e giochi.

Certe cose non le capisco più, almeno non così rapidamente come altre. La mia compagna, di dodici anni più giovane, mi mostra di tanto in tanto nuove applicazioni. Canva, ad esempio. Sarebbe davvero ottima per i miei post su Instagram, ma non riesco a gestirla. Francamente, nemmeno Instagram. Per capire la differenza tra «Story», «Contributo» e «Reel», mi ci sono voluti giorni, in cui la mia compagna si è divertita parecchio.

Immagine di copertina: l'ultima cabina telefonica è stata rimossa nel 2019 a Baden. Fonte: Keystone

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Nato nel 1974 a Zurigo, lo scrittore Thomas Meyer ha lavorato come redattore pubblicitario fino alla pubblicazione del suo primo romanzo «Non tutte le sciagure vengono dal cielo» nel 2012 (tradotto in italiano nel 2015). È padre di un figlio e quindi ha sempre una buona scusa per comprare Lego. Per saperne di più: www.thomasmeyer.ch. 


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