Intervista a una cosplayer: «il senso della vita? Ciò che rende felice una persona»
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Intervista a una cosplayer: «il senso della vita? Ciò che rende felice una persona»

Martin Jud
7.5.2018
Immagini: Thomas Kunz

La cosplayer Tiffie ci racconta un po’ della sua passione. In questa intervista ci parla di come si procura il materiale per i suoi costumi, di come ha trovato più fiducia in se stessa con il cosplay e di feticismo del piede.

Ero tutt'altro che entusiasta quando il mio collega Kevin mi ha chiesto di dargli una mano con un articolo sul «Fantasy Basel». Il cosplay non mi è mai parso molto interessante. In sostanza, Kevin doveva visitare la fiera «The Swiss Comic Con» il 10 maggio e scrivere un articolo a riguardo. Un'intervista a un cosplayer prima dell’evento gli era sembrata una buona idea. Quando un altro collega ha tessuto le lodi di una dipendente Digitec che fa la cosplayer, alla fine mi sono incuriosito.

Il servizio fotografico dopo l'intervista dura più di due ore.
Il servizio fotografico dopo l'intervista dura più di due ore.

Fortunatamente, due giorni dopo la cosplayer Tiffie trova un po’ di tempo per me. A prima vista, una ragazza tranquilla e poco appariscente. Ma qualcosa mi dice che questa ragazza mora con due grandi occhi stile Bambi ha uno spirito vivace. Ed è esattamente così: non si fa problemi a ridere a crepapelle o a sottolineare la serietà di un argomento con voce molto calma. Le vivaci espressioni di Tiffie e lo sguardo attento sottolineano le sue sensazioni, perciò sono quasi convinto di sapere cosa sta pensando in ogni momento.

Come sei entrata nel mondo del cosplay?

«Erano i primi anni da adolescente. Passavo molto tempo con due amici sul divano in un seminterrato, a smanettare al computer, guardare la TV e giocare a tutte le console di gioco esistenti.

Un giorno ci siamo stancati di guardare anime e passare tempo davanti ai videogiochi e abbiamo pensato di cercare i nostri personaggi preferiti su Google. Prima abbiamo digitato «Gaara», della serie «Naruto». Quando Google ci ha mostrato la foto di una persona reale che indossava il costume di Gaara, non ci potevamo credere. Avremmo voluto entrare nello schermo e fare subito amicizia con questo cosplayer. Allora ho cercato il mio personaggio preferito, «Naruto». Eravamo impazziti, abbiamo passato ore ed ore a guardare le foto dei cosplayer su internet.

Naruto: Una serie di manga di grande successo del giapponese Mangaka Masashi Kishimoto.
Naruto: Una serie di manga di grande successo del giapponese Mangaka Masashi Kishimoto.

A un certo punto ci siamo imbattuti nel sito cosplay.com, un forum in cui gli utenti parlavano di come mettevano insieme costumi e oggetti di scena. Facevano domande tipo: «Chi sa come si fa...» o «Dove posso procurarmi quel materiale per costruire l'armatura?»
Questo mi ha aperto le porte su un mondo completamente nuovo».

Che cosa è successo dopo?

«A quel tempo, le boutique Claires e Metro offrivano articoli di moda e accessori belli e stravaganti. Siamo andati a comprare reti, calze, guanti e le prime parrucche. Dopo esserci riforniti, abbiamo cercato di imitare gli stili ninja di Naruto. Ci siamo messi a lavorare come matti e ci siamo aiutati a vicenda con un foglio di alluminio per realizzare le bande e le fasce di ciascun personaggio».

A quel tempo compravate il materiale in negozi locali. Oggi come ve lo procurate?

«Per fortuna, oggi esistono negozi specializzati proprio in tema cosplay. Ma i negozi per il fai da te rimangono miniere di tesori. I materiali utilizzati dai cosplayer sono: silicone per giunti, gommapiuma, materiali termoplastici, Worblas, Cosplayflex, legno, sughero o, per le armature, anche pannelli EVA. I pannelli sono leggeri e quindi facili da trasportare, ma, se non stai attento, il materiale si rovina e si raggrinzisce facilmente. Perciò devi fare attenzione e riporli con cura, invece che buttare tutto in una borsa dell’IKEA, come a volte faccio io».

Quando fai un costume, fai tutto a mano?

«Di solito faccio quasi tutto da sola. Ma se confronti i prezzi dei materiali su Internet, spesso succede anche che, se lo compri, ti costa di meno. A seconda del modello, sei già sugli 80 $. Ma in ogni caso i costumi che acquisti non sono molto ricchi di dettagli, quindi bisogna sempre metterci le mani. Le armature sono molto complesse, ma le realizzo sempre da sola, perché così sono sicura che siano realistiche e che mi calzino bene».

Costruzione dell’armatura: dove si pialla, cadono trucioli.
Costruzione dell’armatura: dove si pialla, cadono trucioli.

Quanto costa un costume in media?

«Il prezzo varia molto; se prendi il personaggio di Jessica Rabbit, con il suo vestito rosso, e vuoi farlo da solo con un bel tessuto, delle paillettes, un cappello e una parrucca, in Svizzera vai a spendere circa 150 franchi per il materiale. Tuttavia, a seconda del luogo in cui acquisti i materiali, il prezzo può variare notevolmente. Alcuni cosplayer comprano tutto all'estero. Per mettere tutto insieme però ci vogliono moltissimo tempo ed energia, considerando che, oltre all'abito, va cucita manualmente ogni singola paillettes. E poi, in Svizzera è difficile trovare un paio di tacchi alti adatti che non costino una fucilata.

Se il tuo costume è costituito principalmente dall’armatura, come quello di Iron Man, puoi risolvere il problema con dei pannelli EVA, che però sono relativamente costosi. Un pannello da 50 x 50 cm viene tranquillamente sui 20 dollari, ma puoi realizzarci solo il braccio dell’armatura. Per un’armatura completa, spendi circa 800 franchi».

**Quanto ci metti a creare un costume da zero?»

«Da qualche giorno a diversi mesi. Dipende anche da quanto tempo investo ogni giorno. Se vuoi realizzare un costume elaborato durante una settimana di vacanza, per avere buon un risultato devi calcolare che lavorerai circa otto ore al giorno».

Il cosplay e come ti aiuta a credere in te stesso

Tiffie si dà davvero da fare quando c’è da rendere un costume realistico e ricco di dettagli.
Tiffie si dà davvero da fare quando c’è da rendere un costume realistico e ricco di dettagli.

Tiffie, perché lo fai? Cosa ci trovi nel cosplay?

«Uhm... Be’, per diversi motivi. Prima di iniziare, non ero molto sicura di me. Spesso mi mettevo in secondo piano e rinunciavo all'attenzione per colpa dell’insicurezza. Lo stress, qualche relazione andata male e alcuni eventi incisivi avevano distrutto la fiducia che avrei dovuto avere in me stessa.

Poi ho iniziato con il cosplay, e ho scoperto che potevo essere qualcun altro. Un’altra persona, una persona forte. Potevo sfuggire alla mia realtà. Finalmente, oltre ai videogiochi, potevo dedicarmi a un'attività che mi aiutava a liberarmi da tutto lo stress. Per me, in quel momento, il cosplay era qualcosa di simile all’autoterapia. Ho improvvisamente capito che non tutto ciò che ci succede è negativo. A poco a poco ho riacquisito la fiducia in me stessa.

Il primo personaggio che ho impersonato nel cosplay è stato «Lightning» di «Final Fantasy». È una donna forte che si è spianata la strada in campo militare e poi è partita per andare a salvare sua sorella e il mondo intero. Quando sono entrata per la prima volta in questo personaggio, mi sono sentita davvero ispirata. L’ho indossato per andare a una convention e improvvisamente ho ricevuto un riscontro molto positivo. Esattamente l’opposto di come era andata a scuola fino a quel momento. Venivo avvicinata da molte persone, che volevano scattare foto con me. Mi facevano i complimenti per l'outfit, ben riuscito, ed erano entusiasti di vedere Lightning nella vita reale. Parlavamo di videogiochi...
Finalmente, lì ho capito che anche io avevo un posto in questo mondo e che la vita porta con sé molte cose meravigliose».

Le ragioni per cui ti dedichi al cosplay nel frattempo sono cambiate?

«Be’, ora sono sicura di me, ma si può sempre migliorare. Ma in ogni caso per me oggi è solo un hobby come un altro, come per te potrebbe esserlo pescare. Continuo a divertirmi molto a creare, travestirmi e giocare e mi piace divertire gli altri con il mio hobby. Nel corso degli anni ho imparato molto e sono anche riuscita a trovare una grande parte di me stessa. Oggi so qual è il mio posto nel mondo e a cosa appartengo».

Ci sono anche persone che fanno cosplay a tempo pieno e che si guadagnano da vivere così?

«Sì, qualcuno che c’è riuscito c’è, ma sono pochi. Spesso vengono invitati a partecipare alle convention come «insegne». Poi vendono stampe di se stessi, concedono autografi e, nella migliore delle ipotesi, prendono ordini da altri cosplayer per realizzare i loro costumi. Organizzano laboratori, promuovono qualcosa per i clienti o fanno parte della giuria di un concorso di cosplay».

Se ti capitasse di essere abbastanza fortunata da poter guadagnare solo con il cosplay, ne saresti felice?

«Da un lato, sono sicura che sarebbe fantastico trasformare la mia passione in una professione. Dall’altro, dovrei trovare un nuovo hobby che mi piaccia così tanto. Giocare ai videogiochi, realizzare gli abiti dei personaggi e, infine, personificarli: ogni hobby è collegato all’altro e, nel complesso, mi rendono felice. Se dovessi occuparmene per lavoro, non sono del tutto sicura che le cose rimarrebbero così. Dovrei impegnarmi per generare costantemente nuovi contenuti e la pressione delle aspettative da parte di inserzionisti e fan sarebbe molto forte. Non saprei cosa risponderti».

Nomi d’arte e proposte... strane

Praticamente ogni cosplayer ha un nome d’arte.
Praticamente ogni cosplayer ha un nome d’arte.

Parliamo del tuo nome d’arte. Quando ti cali nei panni dei tuoi personaggi come cosplayer, ti fai chiamareTiffie...?

«Quasi tutti i cosplayer hanno un nome d'arte. Oltre a farci riconoscere, serve anche a proteggerci. Non sempre vuoi essere contattato da sconosciuti sul tuo account Facebook privato, perciò è bello poter dividere le due cose e lasciare che Tiffie si esibisca separatamente».

Quindi il tuo nome d'arte serve anche per proteggerti dagli stalker?

«Sì, assolutamente. Si sente spesso di cosplayer che ricevono richieste strane. E prima o poi capita anche a te. Ad esempio, una volta mi è successo che un feticista del piede mi ha offerto dei soldi in cambio di foto e un video in cui dovevo indossare il costume da lui desiderato e, ovviamente, i calzini abbinati. Per le foto avrei ricevuto 100 franchi, per il video 1’000.

Se queste richieste mi arrivassero sul profilo privato, avrei paura. In questo caso, ho bloccato la persona in questione e non me ne sono più preoccupata. A proposito, per queste stesse ragioni è anche necessario controllare le impostazioni di riservatezza e regolarle correttamente».

Lasciando un attimo da parte le offerte strane, il cosplay – a seconda del personaggio – ha anche una componente erotica. Fino a che punto ti spingi quando personifichi un personaggio simile?

«A mio parere, le capacità dovrebbero essere in prima linea. Mostrare la propria pelle nuda è semplicemente il modo più veloce di ottenere sguardi e successo. Il sesso vende, così com'è. Me ne accorgo anche io. Per esempio, se invio una foto dei personaggi «Widowmaker» o «Racing Miku» – con una scollatura ampia o un abito più corto – attrae molte più persone ed è condivisa più spesso rispetto a un selfie di «Sombra» con un costume che copre il corpo.

Naturalmente esiste anche un mercato per costumi cosplay sexy. Su patreon.com, ad esempio, si possono trovare anche realizzazioni in cui i personaggi del gioco appaiono improvvisamente solo in bikini o addirittura in topless, con il seno coperto dalle mani. Da un lato si tratta semplicemente di una specie di «assistenza» ai fan; dall'altro, la cosa è discutibile.

Personalmente, non ho in programma di ritrovarmi nuda e con solo una parrucca in testa davanti alla macchina fotografica. Voglio rimanere il più vicino possibile al personaggio originale. Ma se il personaggio ha già elementi sexy nella sua forma naturale, allora li realizzo. Ad esempio, «Boa Hancock» di «One Piece» ha una scollatura enorme e le piace farsi vedere, quindi io realizzo il suo carattere in questo modo. In quel caso, dovrebbe andar bene.
D’altro canto mi piace anche guardare le registrazioni della famosa cosplayer Jessica Nigri, che mette sempre in bella mostra i suoi seni. Valica i confini del cosplay per rendere tutto sexy. Lo fa bene e, nonostante tutto, sembra autentico».

Il successo e Fantasy Basel

Tiffie ha il suo stand personale a Fantasy Basel.
Tiffie ha il suo stand personale a Fantasy Basel.

Qual è stato, fino ad ora, il tuo più grande successo nel mondo del cosplay?

«Sento di aver ottenuto un successo soprattutto quando ho finito un nuovo costume e ne sono soddisfatta. La cosa bella del cosplay è che ti permette di muoverti tra persone che condividono le stesse idee e di scambiarle con loro. Mi piace posare per una foto, vengo invitata a una convention, ma rimanere in piedi su un piedistallo che ruota automaticamente per ore ed essere guardata dai fan non è una mia ambizione».

Giovedì iniziano i tre giorni di Fantasy Basel. Cos’hai in programma? So che non vai in veste di visitatrice normale.

«Di solito mi piace andare a una convention con un costume casual, ma a Basilea ho prenotato uno stand insieme a una collega. Ecco perché indosserò un costume diverso ogni giorno. Condividiamo i costi e lo stand di due metri, quindi pago solo 150 franchi. Il costo dello stand comprende anche un pass di tre giorni».

**Quanto ci metti al mattino per indossare un costume? Ti prepari a casa o direttamente alla fiera?»

«Finora mi sono sempre preparata a casa. Il che è particolarmente vantaggioso per un personaggio come Tyrande: devo fare anche un bodypainting e attaccare le orecchie, che non credo risulterebbe particolarmente facile nel bagno della convention. Direi che ci metto 30-60 minuti per indossarne uno».

Quando pensi a Basilea, qual è cosa che non vedi l’ora di fare o vedere più di tutte?

«Non vedo l’ora di respirare l’atmosfera e incontrare la gente, divertirmi con la community e trovare qualche contatto interessante. Anche il merchandising mi interessa, ovviamente – mi piace comprare nuove figure. Però dovrei trattenermi un po’ e cercare di non svuotare il portafogli, che non è sempre felice dei miei acquisti».

Dove potranno trovarti i futuri fan? Come rimani in contatto con loro?

«Ho una pagina Facebook e una su Instagram, anche se non sono sempre proattiva nel generare contenuti per i miei profili social media come dovrebbero fare i professionisti. Comunque, su questi profili chi vuole può venire a dare uno sguardo su chi sono e cosa faccio».

Domanda finale: qual è il senso della vita, per te?

«Wow... Ahah... Credo che sia il divertimento. Voglio semplicemente poter vivere, guardare avanti, realizzare i miei obiettivi personali, sentirmi felice e rimanere fedele a me stessa. Il senso della vita? Ciò che rende una persona felice. E, per me, in gran parte questo significa cosplay.

Grazie, Tiffie!
E grazie anche al fotografo!
E grazie anche al fotografo!

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La mia musa ispiratrice si trova ovunque. Quando non la trovo, mi lascio ispirare dai miei sogni. La vita può essere vissuta anche sognando a occhi aperti.


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